L'intero accampamento era in fermento, uomini e donne erano indaffarati nei preparativi e decine di giovani scudieri si precipitavano a sellare i cavalli e a radunare tutto il necessario. C'era chi correva con una spada in mano, chi con un elmo.
Io invece ero sulla soglia della mia tenda, a guardare tutto ciò con occhi sbarrati. Dire che ero terrorizzata credo sia riduttivo. Stavo per andare in guerra. Seriamente. Non sarebbe stata una lezione di scherma, né una di magia, ma una vera battaglia in cui avrei rischiato di perdere la vita. O peggio, avrei potuto toglierla....
Scossi la testa con convinzione: non avrei stroncato la vita di nessuno, mi sarei limitata a difendermi, a neutralizzare gli altri. Non dovevo uccidere nessuno. Ovviamente però dovevo stare attenta anche a me stessa, a proteggermi, e sapevo che non mi sarei fatta problemi a usare la magia nel momento del bisogno. Ero una fata, dovevo prenderne atto fino in fondo e abituarmici.
"Kate muoviti, ci dobbiamo vestire, tra non molto dobbiamo andare." Mi richiamò Alysha, facendomi sussultare. Ormai ogni volta che mi rivolgeva la parola mi faceva quell'effetto, perché la sua voce pareva appartenere a qualcuno di diverso rispetto alla ragazza a cui avevo imparato a voler bene in quei pazzi due mesi.
Subito rientrai nella piccola tenda e con l'aiuto dello scudiero indossai l'armatura. Dei gambali mi coprivano le cosce, un elmo mi infastidiva togliendomi il respiro e una corazza tremendamente scomoda mi schiacciava il seno, provocandomi un dolore difficilmente sopportabile. Non era la prima volta che mi trovavo a essere "agghindata" in quel modo, dato che ci avevano fatto fare delle prove di combattimento in tenuta da guerra tipica della Garenne nel periodo di allenamento prima della partenza, ma non era assolutamente la stessa cosa. A casa le armature erano fatte su misura, avevano una fattura più pregiata ed erano mille volte più comode. Per la prima volta mi sembrò che quel mese di allenamento non ci avesse minimamente preparato, soprattutto psicologicamente, a quello che avremmo dovuto affrontare e mi sentii sciocca, perché avrei dovuto immaginare che su Mondeor sarebbe stato tutto diverso.
Era tutto così folle, sconnesso e mi chiedevo a cosa sarebbe davvero servito farci saltare dal mondo immacolato al mondo della guerra e come questo sconvolgimento assurdo, il passare da una realtà all'altra in modo così repentino, ci avrebbe potuto rendere dei Guardiani adatti.
Improvvisamente tutti i miei problemi precedenti erano stati spazzati via da un peso mille volte più grande da affrontare e finalmente vedevo tutta la mia superficialità. Quando ancora ero a Majesten, passavo giorni interi a lamentarmi. Un mese trascorso a pensare a quanto fossi stata sfortunata, a quanto la mia vita fosse un casino, tra le rivelazioni sul passato e l'imminente partenza, ma non mi ero mai seriamente soffermata a pensare su cosa avrebbe potuto implicare il Viaggio. Mi aspettavo di dover combattere, mi ero preparata per quello, ma non mi ero mai resa conto che ciò poteva essere molto differente da quei duelli a cui ero abituata e che i pericoli a cui andavo incontro erano ben peggiori di un piccolo livido o di un taglio superficiale. E se la paura di mettere a rischio la mia vita c'era, in realtà era molto più grande il terrore di quello che avrei visto e del male di cui sarei stata testimone. Quella non era la mia battaglia, non avevo motivo reale di gettarmi in mezzo alla mischia. Eppure, ero lì.
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MAJESTEN- Il Viaggio
FantasyKate è troppo abituata a sopravvivere al giudizio delle persone, per vivere davvero. Percepisce da sempre la sua vita come una continua lotta per difendersi da tutti gli altri, ma in verità sa che il suo più grande nemico è sé stessa. Eppure, in un...