(R) CAPITOLO 35: Lord Titanne

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"Devo ammettere con grande rammarico che conosco poco la vostra patria. Ho sentito qualche storia, certo, ma non mi ci sono mai recato di persona purtroppo. Nonostante il mio grande amore per i viaggi, non posso permettermi di spingermi così lontano, capirete che ho delle responsabilità a cui rispondere."

"Oh, lo posso capire, ve lo assicuro," risposi con un sorriso a Titanne. "Di fatto si può affermare che è la prima volta che abbandono il nido. C'è da dire che, come primo viaggio, non è di certo da poco."

"Siete molto lontana da casa, infatti," sottolineò anche lui.

"Tremendamente," confermai. Non potei trattenermi dal pensare ironicamente che lui non aveva la minima idea di quanto fossi effettivamente lontana: letteralmente anni luce.

"Vi manca?" mi domandò con occhi curiosi. Era piacevole quanto difficile parlare con quel gentiluomo, dato che ti faceva sentire come se fosse costantemente interessato a quello che dicevi, attento a ogni minimo particolare. Da un lato pensavo a come fosse bello aver trovato qualcuno davvero voglioso di ascoltarmi, dall'altro dovevo sempre stare estremamente attenta a quello che dicevo, evitando di far trapelare qualche cosa di sbagliato e mettermi nei guai.

"Casa è casa. Devo essere sincera, io non ero particolarmente vogliosa di compiere questo viaggio, prima di partire, ma ammetto che si sta rivelando molto più interessante e istruttivo di quanto pensassi. Casa mi manca, ovviamente, ma nel frattempo sono curiosa di vedere come procederà la mia permanenza in questo luogo." Nella mia risposta c'era più verità che menzogna.

"Parole sagge per una ragazza così giovane," mi elogiò, dopo qualche secondo di silenzio, nel quale stava probabilmente cercando di analizzare le nuove informazioni che gli avevo dato. Capivo perché era il braccio destro del re: si vedeva che era una persona intelligente e che sapeva muoversi scaltramente nella vita.

"Forse dopotutto avevo proprio bisogno di ampliare i miei orizzonti," sorrisi sincera. È vero, Titanne era sicuramente una persona astuta, ma allo stesso tempo mi sentivo al sicuro con lui e stranamente attratta.

Lui dal canto suo si aprì in un sorriso meraviglioso, tanto che mi portò ad abbassare lo sguardo imbarazzata.

"È una giornata molto calda, non trovate? Forse è il caso di accomodarci su una panca all'ombra, che ne dite?" propose lui, indicando verso sinistra e io annui, seguendolo.

Non era la prima volta che uscivamo insieme nei grandi giardini per una passeggiata: ormai era passata una settimana dal suo arrivo e ci eravamo intrattenuti più volte a parlare. La prima era stata il giorno stesso del suo arrivo, quando nella "piccola" festa organizzata in onore del suo rientro a corte lui mi aveva raggiunta presentandosi.

Tra noi si era creata fin da subito una buona sintonia, avevamo iniziato a parlare molto e ammetto che il volto stupito di Chris quando mi aveva visto in compagnia di quell'uomo mi aveva spinto ancora di più ad approfondire quella conoscenza.

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