In verità la parte del buio fu la più piacevole. Purtroppo, durò solo un paio di secondi.
Poi iniziò il vero passaggio.
Fu proprio come nella visione-ricordo del mio arrivo a Majesten: mi ritrovai in un vortice di colori, con una forza che mi spingeva lontana da casa. Non c'era solidità in quel limbo in cui mi trovavo e avevo la strana sensazione di essere gelatinosa, quasi liquida. Non riuscivo a distinguere i miei compagni, vedevo solo delle ombre agitarsi intorno a me confusamente.
Sentii la voce di una ragazza gridare e rimasi stupita quando mi accorsi di essere io. Richiusi la bocca, o almeno ci provai, ma era come non avere controllo sul proprio corpo.
Le luci e i colori che mi circondavano a un tratto sparirono e mi ritrovai ancora una volta immersa nel buio.
E caddi. Mi sentii precipitare verso il basso, la gravità che mi trascinava a terra. Non riuscii a trattenere un altro urlo.
Per fortuna la caduta non durò a lungo e all'improvviso sentii la terra materializzarsi sotto di me. Atterrai bruscamente su un fianco e sentii una fitta dolorosa partire dalla spalla e attraversarmi tutto il braccio sinistro. Mi si mozzò il fiato ed emisi un gemito strozzato.
Strinsi i denti e riempiendomi i polmoni di aria cercai di sollevarmi e tirarmi su a sedere. Il movimento mi procurò di nuovo dolore e quindi compresi di essermi presa proprio una bella botta, ma mi feci forza e cercai di ignorare la spalla ammaccata.
Mi guardai intorno. A pochi metri da me c'era Jasmine che si stava esaminando un gomito sbucciato e sanguinante. Poco più lontano potevo scorgere Oliver che sembrava solo un po' indolenzito, ma senza danni, infatti si stava già rialzando.
Continuando a scrutare attorno, individuai le figure degli altri miei compagni atterrati più lontano, che stavano pian piano mettendosi in piedi, sistemandosi le vesti.
Ci trovavamo in uno spiazzo terroso. Ero a conoscenza dello strano minerale che rendeva bianco il suolo di quel pianeta, ma rimasi ugualmente stupita dallo spettacolo che avevo davanti agli occhi.
Bianco. Intorno a me era tutto di un bianco candido. Bianco ovunque a parte in cielo, azzurro intenso, senza neppure una nuvola. A dare luce a quel mondo c'erano due soli, anch'essi di un bianco accecante.
Trovarmi in quel luogo mi dava una strana sensazione, come di smarrimento: casa era un tripudio di colori, quindi non ero abituata a vedere scenari simili. Inoltre, avevo la nausea, effetto collaterale più che scontato dato il Viaggio travagliato che avevo affrontato.
Mi guardai la spalla, notando che si era leggermente sbucciata e che un piccolo rivolo di sangue mi stava colando lungo il braccio. Mi era andata bene tutto sommato, con quella caduta avrei potuto tranquillamente rompermi qualcosa. Attenta a non sporcare la tunica di sangue, afferrai la sacca che portavo appesa all'altra spalla e la aprii, cercando un fazzoletto.
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MAJESTEN- Il Viaggio
FantasíaKate è troppo abituata a sopravvivere al giudizio delle persone, per vivere davvero. Percepisce da sempre la sua vita come una continua lotta per difendersi da tutti gli altri, ma in verità sa che il suo più grande nemico è sé stessa. Eppure, in un...