(R) CAPITOLO 30: L'ombra

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Mi continuavo a rigirare nel letto, incapace di prendere sonno. Ero inquieta quella notte e non riuscivo davvero a capirne il motivo. Negli ultimi giorni le cose sembravano essere migliorate, eravamo riusciti ad arrivare all'accampamento vicino ai monti sacri e quindi a portare a termine quella che era stata la nostra missione. Il clima del gruppo era strano, per una volta sembravo io quella con meno tensioni con gli altri. Mentre Zac e Jas si evitavano e Alysha cercava a tentoni di riavvicinarsi a Oliver, ancora sconvolto dalle sue azioni, io avevo invece finalmente ritrovato la mia amica e recuperato il rapporto con il mio amico d'infanzia.

Dopo quanto era successo quel giorno, avevamo avuto delle difficoltà a spiegare tutto ai nostri altri compagni garenniti, ma alla fine un po' di condizionamento mentale aveva risolto tutto. Dopo aver dato una degna sepoltura a Giddeof, avevamo ripreso il cammino, procedendo stranamente senza intoppi. Poi una volta giunti alla meta vi ci eravamo stabiliti per trascorrere qualche giorno di necessario riposo. Ma non avevo dubbi che presto ci avrebbero rispediti in battaglia.

Eppure, non era quello a preoccuparmi. Quella notte percepivo come una nota stonata nell'aria, un presagio che mi faceva stare all'erta. E ultimamente temevo particolarmente le mie sensazioni negative.

Mi alzai di scatto dalla branda cigolante su cui ero seduta. Ero insofferente per il non riuscire a prendere sonno. Io, che ero una dormigliona per natura, non sopportavo più di soffrire fin troppo spesso di insonnia, che fosse per causa di incubi o di strani presentimenti.

Così alla fine presi la decisione peggiore possibile: mi infilai il mantello per ripararmi dall'aria fredda e uscii fuori dalla tenda.

L'accampamento era avvolto nel silenzio, interrotto solamente dall'ululato del vento che soffiava forte e attorcigliava i miei lunghi capelli. L'aria fresca di montagna era pregna di quello che ormai avevo capito essere l'odore di quei luoghi: un misto di fumo, sangue, ferro e sudore. Terribile, ma a cui ormai mi ero abituata.

A quell'ora il campo aveva un aspetto inquietante e ombre scure si allungavano a terra, come se fossero spettri. Rabbrividii. La luna era ridotta a un sottilissimo spicchio quella notte e rischiarava a malapena la strada davanti a me, ma non osai usare la magia, per paura di essere vista da qualcuno.

Quell'accampamento era il più importante di tutto l'esercito Garennita e per questo era anche di dimensioni enormi. Ai miei occhi appariva davvero sterminato e, dopo tre giorni, non ero ancora riuscita a orientarmici. Avrei rischiato seriamente di perdermi nel girovagare così senza meta, ma accettavo il pericolo, pur di evitare di passare la notte a rigirarmi nel letto.

Dovevano essere passati già un quindici minuti buoni quando intravidi una figura davanti a me, non troppo lontana. Per un secondo pensai che sarebbe stato meglio tornare indietro, volevo evitare di trovarmi in una situazione spiacevole, ma prima che potessi arretrare anche solo di un passo la figura incappucciata si fermò e lentamente si volse nella mia direzione.

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