(R) CAPITOLO 37: Il miglior attore

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C'è una sottile linea che divide lo sfarzoso dal pacchiano.

E gli abitanti della corte di Shail sembravano averla decisamente oltrepassata.

Più mi guardavo intorno, più mi trovavo a fare paragoni con l'ultimo ballo a cui avevo partecipato, ossia quello del giorno prima della partenza, quando ancora eravamo a Majesten, a casa. Era stata una serata particolare, ma di certo non potevo fare nessun commento negativo su come era stata organizzata la festa: era colorata ed elegante allo stesso tempo, sfarzosa sì, ma senza eccessi, curata in ogni minimo particolare.

Invece l'evento a cui stavo partecipando era tutto l'opposto: il tema principale era la stravaganza, ma non quella curiosa e appropriata, ma appunto, come ho detto prima, pacchiana. Era tutto troppo abbagliante, troppo chiassoso, troppo profumato... semplicemente tutto troppo.

Sembrava di essere finiti dentro un vortice turbolento, in cui era difficile mantenere il controllo su sé stessi. Ed era un peccato, perché avevo sempre pensato che tutti i grandi eventi mondani di Majesten fossero stati proprio organizzati prendendo ispirazione da quella che era la corte più famosa di Straix. E forse in effetti era davvero così.

Il mio mondo aveva un po' di tutti gli altri, poiché avevamo cercato di prendere il meglio da quelle che erano usanze, scoperte e particolarità degli altri mondi. Ma iniziavo a rendermi conto che non ci eravamo limitati a prenderli, ma che nel renderli nostri li avevamo migliorati. Tendevamo verso la perfezione e forse per certi versi questa nostra caratteristica ci rendeva effettivamente "più evoluti" degli altri. Ma no, eravamo anche noi ben lontani dalla perfezione e io ne ero l'esempio più palese.

Era difficile orientarsi in quel marasma di gente e, turbata, mi guardavo intorno cercando i volti dei miei compagni.

"State cercando qualcuno?" mi mormorò all'orecchio il mio accompagnatore. Fui scossa da un brivido.

"No," risposi rivolgendoli un falso sorriso. "Sono solo un po' destabilizzata: non sono abituata a un evento di tale portata."

Lui mi sorrise a sua volta, volendo mostrarsi comprensivo nei miei confronti. Eppure, non riuscivo più a vederlo nello stesso modo, perché più lo guardavo più mi convincevo che fosse una persona ben diversa da quella che voleva far apparire e la cosa mi spaventava. In parte ero arrabbiata anche con me stessa per essere stata così sciocca da non accorgermene. In fondo Chris mi aveva messo in guardia da tempo. Io, invece, ero riuscita a ragionare solo in base alla gelosia che provavo a causa sua, perdendo completamente la lucidità e il controllo sulla situazione. Ma quella sera sarei stata diversa: avevo un obiettivo e avrei fatto di tutto per raggiungerlo.

Nel frattempo, Titanne mi stava guidando, come sua dama, tra le sue varie conoscenze, presentandomi. Purtroppo, però, nessuno sembrava fornire notizie utili, poiché, mentre facevo la perfetta bambolina accompagnatrice, con la mente cercavo di carpire qualche informazione interessante dalle menti delle persone che incontravo. Ma era fatica sprecata.

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