Bussai alla porta dell'ufficio della signora O'Connor con il cuore che mi batteva all'impazzata nel petto. Gli avvertimenti di Christopher mi avevano messo inquietudine e mi chiesi se fosse davvero così pericolosa quella donna da aver spinto suo figlio a mettermi in guardia.
Una delle prime cose che mio padre mi aveva insegnato era stata quella di non fidarmi di Sally O'Connor. Me l'aveva sempre dipinta come una subdola manipolatrice, interessata solamente al potere. Una persona fredda e cinica. E io avevo sempre ascoltato le sue parole, tenendomi lontana il più possibile da lei. Neppure quando avevo conosciuto suo figlio avevo cambiato idea: se papà, che ci lavorava insieme tutti i giorni, me l'aveva descritta in quel modo, io mi fidavo. In fondo anche Chris a suo tempo non aveva mai avuto parole troppo belle per i suoi genitori.
"Signorina Forrest. Prego, entri," sentii rispondere dall'interno della stanza.
Aprii la porta e mi ritrovai nello studio della Reggente.
L'ufficio di mio padre era arredato con uno stile classico, semplice e ordinato, ma Sally O'Connor aveva optato per qualcosa di opposto. L'arredamento trasmetteva tutta l'arroganza della proprietaria, ingombro di opulenti ornamenti e dettagli che rasentavano l'eccentricità.
Sulle pareti tinte di un color rosso sangue erano appesi numerosissimi ritratti e fotografie che la raffiguravano. Nulla che riguardasse la sua famiglia. Solo lei. Più che un ufficio quello sembrava un santuario in suo onore."Reggente O'Connor," la salutai, inclinando il capo.
Lei era seduta rigidamente sulla sedia, con ancora indosso l'abito raffinato color prugna che portava anche a cena.
"Almeno ora si è presentata puntuale. Bene," mi rispose alzandosi. Senza dire altro si diresse verso l'immensa libreria, occupata più da oggetti di valore che da libri. La mia visuale era ridotta, ma capii che doveva aver spostato qualcosa dagli scaffali e dopo un paio di secondi sentii un rumore meccanico che mi fece balzare il cuore in gola.
Silenziosamente, nella parete opposta alla porta da cui ero entrata, si formò un varco di dimensioni tali da permettere un comodo passaggio. Ero sbalordita. Dove voleva portarmi quella Mahir pericolosa?
"Si tolga quell'espressione da sciocca e mi segua," mi ordinò sgarbata, imboccando subito dopo il tunnel il cui accesso era appena stato rivelato.
Mi riscossi e mi apprestai a seguirla, assai confusa dal suo comportamento.
Il corridoio in cui entrai era buio e l'unica fonte di luce proveniva da una sfera luminosa creata dalla Reggente. Purtroppo la donna non pareva intenzionata ad aspettarmi e quindi, per riuscire a vedere meglio, mi ritrovai costretta a evocare io stessa una fonte di luce.
Ho già accennato ai miei miglioramenti nel campo magico e a quanto fossero notevoli. Avevo ormai una discreta padronanza dei quattro elementi ed ero a buon punto anche con lo studio dei loro derivati. La telecinesi la padroneggiavo sempre meglio. Ero in grado di apportare le trasfigurazioni più elementari e stavo iniziando a imparare le basi degli incantesimi di guarigione.
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MAJESTEN- Il Viaggio
FantasyKate è troppo abituata a sopravvivere al giudizio delle persone, per vivere davvero. Percepisce da sempre la sua vita come una continua lotta per difendersi da tutti gli altri, ma in verità sa che il suo più grande nemico è sé stessa. Eppure, in un...