(R) CAPITOLO 24: Assassina

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Io e Aly ci stavamo muovendo tra la fitta e rigogliosa vegetazione della Foresta di Urudan, posta al centro di Nirban. Pensare che il resto di quel continente fosse devastato dalla guerra mi sembrava impossibile, osservando la natura incontaminata che mi circondava. Cullata dal dolce cinguettio degli uccelli e incuriosita dal fruscio di qualche strano animale, mi facevo strada, spostando con il pensiero i numerosi rami che ostacolavano il nostro passaggio. Nel frattempo, le cicale non interrompevano mai il loro concerto.

"Dannazione!" esclamai, inzaccherandomi il pantalone nero di fango, dopo aver sbattuto per sbaglio il piede in una pozza melmosa. "Amo la natura, ma sono pur sempre una ragazza di città," sbuffai, scuotendo la gamba per sgocciolarmi, ma in realtà peggiorando soltanto la situazione.

Alysha, poco più avanti di me, scoppiò a ridere. "Quanto ti lamenti, principessina. È solo fango, non ti fa nulla. Piuttosto, ringrazia il fato di non aver ancora visto qualche animale pericoloso: ce ne sono più di quanti puoi pensare da queste parti," mi ricordò, mettendomi in guardia.

In fondo era la prima volta che mi addentravo così tanto tra gli alberi, lasciando la piccola radura in cui ci eravamo accampati da ormai cinque giorni

Dopo che lo Shidashi ci aveva trasportati su Mondeor, seconda tappa del Viaggio, ci eravamo ritrovati in un ambiente selvaggio, circondati da immensi alberi e da un tetto di foglie dai colori intensi. Però, mentre i miei compagni si guardavano intorno con stupore e sospetto, io ero crollata: la stanchezza, ma soprattutto il troppo sangue perso, erano tornati a farsi sentire una volta spariti gli effetti benefici della mistica sfera di Candor

Ero rimasta priva di sensi per ben due giorni, durante i quali Oliver si era preso cura di me con le sue potenti cure magiche. Al mio risveglio, ancora intontita, mi erano stati propinati da Chris degli strani frutti di un poco invitante color verdognolo, ma che si erano dimostrati incredibilmente nutrienti, facendomi fare rapidamente il pieno di energie.

Mi ci era voluto un po', ma mi ero ripresa alla grande. Avevo scoperto che, mentre io ero fuori combattimento, gli altri si erano dati da fare per ispezionare la zona, perlustrando il territorio prossimo al nostro accampamento di fortuna. Purtroppo, però, pur avendo capito, grazie all'identificazione della flora locale, dove eravamo collocati nell'enorme pianeta di Mondeor, nessuno era ancora riuscito a individuare la direzione da seguire per uscire dalla foresta.

"Fidati, ultimamente il fato è proprio l'ultimo che vorrei ringraziare," mugugnai in risposta, pensando a quante noie mi stesse dando negli ultimi mesi.

Sbucammo in un ampio spiazzo erboso. Iniziai a esplorarlo, analizzandolo attentamente con lo sguardo. Sembrava sicuro: nessuna bestia in vista, niente tane sospette e il tetto di foglie, posto decine di metri più in alto, sembrava lasciare un'apertura abbastanza larga da cui si intravedeva il cielo terso.

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