37. ᴄᴏʀsᴀ ᴄᴏɴᴛʀᴏ ɪʟ ᴛᴇᴍᴘᴏ

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.

















Corsa contro il tempo

Sehun uscì dal campus verso le dieci di sera, trascinandosi dietro la sua valigia. Era abbastanza nervoso, salì su un taxi e si diresse verso casa. Sudava freddo, sperava con tutto il cuore che suo padre non fosse ancora tornato a casa, di solito il lavoro lo tratteneva quasi fino a mezzanotte, non poteva tornare prima proprio quel giorno. Il tragitto dalla scuola a casa fu più lungo di quanto ricordasse, il taxi sfrecciava per le vie illuminate di una Seoul al culmine della sua vivacità. Le strade erano caotiche, piene di gente, i marciapiedi scoppiavano ma a Sehun poco importava, osservava il tutto con aria assente, soffermandosi a volte sulle scintillanti vetrine dei negozi più grandi. Finalmente l'auto imboccò la via di casa sua e arrivò davanti al grande cancello automatico, pagò il taxi e tirò fuori le chiavi dalla tasca. Azionò il cancello che si spostò con una lentezza snervante fino ad aprirsi del tutto e Sehun entrò. Per prima cosa doveva correre in camera sua e prendere i soldi che aveva messo da parte. Trovò tutto come l'aveva lasciato, la camera era perfettamente in ordine a quell'ora la servitù si era già congedata, quindi era solo in quell'enorme casa.

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Iniziò a frugare nella sua cabina armadio, senza curarsi di lanciare tutti i vecchi vestiti per aria pur di trovare ciò che stesse cercando. Trovò un portafogli con dentro il denaro che cercava. Soddisfatto scese in salone prendendo la valigia lì dove l'aveva lasciata e si diresse in garage. Lì, vi erano ben 5 auto, tutte coperte da grandi teli di colori diversi e la sua era quella con il telo verde scuro. Lo tirò via con forza scoprendo una bellissima Toyota nera. Prese le chiavi dal cruscotto e caricò la valigia nel cofano. Nemmeno il tempo di aprire la saracinesca del garage e sentì un rumore improvviso.
-Cazzo!- Disse infilandosi in macchina cercando di farsi il più piccolo possibile. Troppo tardi. L'auto di suo padre aveva appena fatto il suo ingresso nel vialetto, e Sehun entrò in panico. Non sapeva che fare, come comportarsi. Non poteva certo mettere in moto e sfrecciare via, visto che suo padre aveva già parcheggiato davanti al garage per non farlo uscire e si stava dirigendo verso di lui con una faccia che non prometteva nulla di buono. L'aveva visto ed era più furioso che mai, spalancò la portiera della Toyota con forza tale da staccarla quasi, fissando il figlio con aria truce. Sehun capì di essere spacciato, si limitò a scendere da lì con dignità, tenendo gli occhi ancorati al suolo e le mani in tasca.
-Che avevi intenzione di fare?- Disse il signor Oh con voce tremante cercando di mantenere la calma, ma fu impossibile.
-Rispondi!- Urlò prendendolo dalla maglia e sbattendolo contro un pilastro. Sehun prese coraggio e alzò lo sguardo. La faccia di suo padre ardeva di rabbia, rossa come il fuoco, attendeva una risposta.
-Non è evidente?- Azzardò il biondo.
-Volevo andarmene, e vuoi sapere perché? Perché non ne posso più di te che continui a controllare la mia vita, voglio essere libero- Nessuna reazione.
-Libero di vivere come voglio, di amare chi voglio, cosa che tu non mi permetti di fare-
A quelle parole ricevette una sonora sberla in pieno viso. Sehun portò una mano nella zona colpita rimanendo impassibile.
-Dunque è per questo che volevi andartene di casa vero? Per quel ragazzo, Luhan. Ora è tutto molto più chiaro-
Lo prese da un braccio tirandolo con sé.
-Che stai facendo? Lasciami...- disse Sehun cercando di liberarsi dalla salda presa del padre, che non accennava a lasciarlo andare. Non rispose continuando a trascinare il figlio su per le scale fino in camera sua, dove lo spinse dentro scaraventandolo per terra.
Sehun lo guardò allibito dal basso verso l'alto. Vedendolo sfilare la chiave dalla serratura capì al volo ciò che volesse fare. Scattò in piedi più veloce che poteva, sperando di poterlo fermare in tempo, ma fu troppo tardi. Era già chiuso a chiave in camera sua senza vie d'uscita. Non aveva finestre, solo grandi vetrate e non aveva alcuna possibilità di uscire di lì se non passando per la porta.
Sentendosi in trappola Sehun cominciò a picchiare alla porta e a urlare al padre di farlo uscire con tutto il fiato che aveva in gola, cercando di sfondarla a spallate, col solo risultato di star quasi per rompersi una clavicola. Vedendo che non accennava a rispondere, toccò le tasche dei suoi jeans sentendole stranamente vuote.
-Cazzo il telefono!- Urlò passando entrambe le mani sui capelli tirandoli per autopunirsi su quanto fosse stato stupido a dimenticare il cellulare in macchina.
Respirava affannosamente, il cuore aveva raddoppiato la frequenza dei suoi battiti e l'ansia si stava impossessando di lui. Era successo tutto talmente in fretta che gli ci volle un po' per realizzare che era veramente nei guai; non sapeva quale sarebbe stata la prossima mossa di suo padre, di sicuro non ne sarebbe stato contento. Pensò immediatamente a Luhan. Guardò l'orologio nella parete della stanza e segnava le 23.30. Si sentì terribilmente impotente. Iniziò a cercare ovunque nella sua stanza qualcosa con cui poter buttare giù quella porta, ma non trovò nulla: il mobilio era moderno ed essenziale non c'era niente in grado di aiutarlo in quell'impresa, dovette arrendersi e aspettare che suo padre gli aprisse. Si accasciò a terra, appoggiando la schiena al bordo del letto cercando di non piangere.

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Era quasi mezzanotte e Luhan era più agitato che mai. Aveva lasciato a Sehun qualche messaggio, ovviamente non aspettandosi un'immediata risposta, pensò che poteva essere ancora a casa sua indaffarato a prendere chissà cosa. Era da solo in camera visto che Yifan era uscito con Hyuna, quei due ormai facevano coppia fissa e vederli in giro era sempre più raro. Uscivano quasi ogni sera, e Hyuna lo seguiva ai suoi allenamenti, autoproclamandosi la "sua personal cheerleader". Luhan iniziava ad essere davvero geloso. Quei pensieri lo distrassero per qualche istante, continuava a girarsi i pollici da ore e cominciò a spazientirsi. Quell'orologio non voleva saperne di muoversi più velocemente, anzi sembrava andasse addirittura all'indietro. Durante la settimana a quell'ora tutti al campus dormivano già da un po', e non appena scattò la fatidica mezzanotte, Luhan uscì furtivamente dalla sua stanza cercando di essere più silenzioso di un ninja, trascinandosi dietro quella pesante valigia e un borsone. Era fatta. Uscì dal dormitorio maschile e nessuno lo aveva sentito. Il cancello della scuola era uno in ferro battuto molto classico a tema con la struttura, non ebbe problemi ad aprirlo e a posizionarsi dietro la siepe, dunque si sedette sul marciapiede ad aspettare l'arrivo di Sehun.

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Yuki~❄️
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тι ѕ¢яινσ υиα ѕтσяια...   || ℋυиℋαи|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora