38. ℓα ¢αℓмα ρяιмα ∂єℓℓα тємρєѕтα

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.

















La calma prima della tempesta

Luhan era seduto sul marciapiede da meno di mezz'ora e già aveva fatto fuori cinque sigarette. La noia e l'attesa lo stavano facendo impazzire e di Sehun ancora neanche l'ombra. Aveva detto che sarebbe passato a prenderlo a mezzanotte ma il suo ritardo preoccupò il giovane cerbiatto. Se non fosse arrivato entro un'ora doveva rientrare al campus, ma Luhan era disposto ad aspettarlo anche tutta la notte, a costo di rimanere in quella posizione per ore, col sedere che era diventato più piatto di una tavola da surf.
Passavano i minuti, le ore, ancora nulla. Erano le 02:30 e Luhan aveva creato davanti a lui un monte fatto di cicche di sigaretta. Aveva lasciato una dozzina di messaggi e chiamate al suo ragazzo e adesso cominciava sul serio a temere il peggio. Era più che certo che fosse stato scoperto così si rassegnò e tornò in camera sua amareggiato.
"Me lo sentivo, me lo sentivo! Stupido biondo tinto io sapevo in partenza che era una pessima idea!" pensava mentre indossava il pigiama per mettersi a letto. Nonostante sapesse bene che Sehun si trovava a casa sua, Luhan non era affatto tranquillo: chissà quale sorta di dolorosa punizione gli avrebbe inflitto suo padre, magari gli avrebbe dimezzato la paghetta, o forse lo avrebbe chiuso in uno sgabuzzino facendogli dimenticare la luce del sole, o magari lo avrebbe costretto a prendere i voti. Davvero non ce lo vedeva Sehun a fare il prete. Scacciò via quei pensieri e si impose di addormentarsi.

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Era notte fonda ma Sehun non aveva proprio voglia di dormire, non dopo quello che era successo. Era da solo, in quella stanza vuota a cercare di rendersi conto che non c'era via di fuga. L'unica possibilità che aveva di fuggire era rompere la vetrata lanciandoci contro qualcosa e saltare dal secondo piano ma era scientificamente impossibile uscirne senza rimanere paralitico. Senza neanche rendersene conto, si addormentò sul pavimento.

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La valigia di Sehun era ancora in macchina ed il signor Oh scese nuovamente in garage a prenderla, anche se suo figlio era in procinto di scappare e voleva punirlo, non poteva certo negargli i suoi vestiti. Qualcosa attirò la sua attenzione. Chiuse il cofano e si avvicinò al sedile anteriore dell'auto e vide il telefono di Sehun illuminarsi e cominciare a vibrare ininterrottamente. Lo prese e lo sbloccò con facilità. Trovò tantissimi messaggi e chiamate perse, tutti da parte di Luhan.

Sehun io sono qui fuori ad aspettarti, non metterci troppo.

È passata mezz'ora, dove sei finito?

Sehun? Vuoi rispondermi, almeno so che stai bene!

Ok adesso mi preoccupo davvero. Si può sapere che cazzo stai facendo?

Ti prego, dimmi che tuo padre non ti ha scoperto.

Come immaginavo, sapevo che era una gran cazzata! Se sei ancora vivo fammelo sapere.

Ora si che sono incazzato. Io torno in camera mia. Buona notte.

Lesse quei messaggi rimanendo impassibile. Infilò il cellulare in tasca, prese la valigia e salì in salone.
Il mattino seguente Sehun si svegliò non appena il chiarore dell'alba inondò la sua stanza. Era dolorante in tutto il corpo, si alzò trascinandosi fino al letto dove si buttò a peso morto. Si riaddormentò quasi subito, lasciando che una lacrima gli attraversasse il viso fino a bagnare il cuscino pensando a Luhan.

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Qualche ora più tardi qualcuno irruppe nella stanza di Sehun, che si svegliò per la seconda volta. Un odorino di cornetto al cioccolato invase la camera accompagnato da quello del cappuccino. Il biondo aprì gli occhi e vide sua madre entrare per poi chiudere la porta dietro di sé con in mano un vassoio contenente la sua colazione.
-Buongiorno Hunnie- disse sfoggiando un triste sorriso. Sehun si mise a sedere e lasciò che la donna posizionasse il vassoio sul comodino e si sedesse accanto a lui. Si fissarono per qualche istante silenziosamente.
-Dormito bene?- Continuò lei.
-Ho l'aria di uno che ha dormito bene?- Disse Sehun marcando al meglio la frase pronunciata con un'espressione di disappunto.
-Tuo padre mi ha detto cos'è successo ieri sera. Mi dispiace-
-E di cosa?-
-Ti tutto. Non ero lì a difenderti, sono stata una pessima madre. Perdonami-
Minyoung strinse il figlio in un caldo abbraccio, a cui Sehun non rispose. In quel momento voleva solo che le braccia a stringerlo fossero quelle di Luhan e non quelle di una donna che adesso vedeva come un'estranea. La donna si ritrasse abbassando lo sguardo, non volendo incontrare quello arrabbiato e deluso di Sehun.
-Mangia altrimenti raffredda tutto. Fai una doccia, datti una sistemata e prepara le tue ultime cose, io e tuo padre ti aspettiamo di sotto-
Il ragazzo aggrottò la fronte e si alzò afferrando la tazza di cappuccino bevendone un sorso.
-Preparare cosa?- Disse non capendo ciò che volesse dire la madre.
-Come, tuo padre non ti ha detto niente? Il nostro volo è alle sette di stasera, verrai con me a Londra-
La tazza scivolò dalle mani di Sehun, frantumandosi in mille pezzi, sporcando tutto il pavimento. Rimase immobile come una statua di marmo metabolizzando le parole che gli erano state dette.
-Attento! Guarda che disastro, meglio chiamare la domestica prima che si rovini tutta la moquette. Ti aspettiamo in salone caro, va a vestirti-
Sehun afferrò sua madre per un braccio, osservandola con disprezzo e i denti stretti per evitare che dalla sua bocca potesse uscire qualcosa di volgare. Minyoung sembrava tranquilla e rilassata, come se avesse detto la cosa più ovvia e normale del mondo, ma Sehun non era dello stesso avviso.
-Io non... scordatelo. Io non verrò con te- disse con voce tremante, trattenendo le lacrime. Sua madre sorrise quasi comprendendo i sentimenti del figlio, che allentò la presa.
-Posso capire come tu ti senta, ma finalmente potremo stare insieme, recuperare il tempo perso, potrò stare con il mio bambino- gli accarezzò il viso ma Sehun si scrollò di dosso quella mano, il cui delicato tocco faceva più male di mille schiaffi.
-Non sono più il tuo bambino da tempo, ora sono cresciuto e posso prendere da solo le mie decisioni-
-Ma questa non è stata una mia decisione, ma di tuo padre. È solo lui che ha la potestà su di te da quando me ne sono andata, e sarà lui a decidere per te finché sarai minorenne. Io non posso farci nulla, Sehun io voglio che tu sia felice-
-Beh così non mi rendi felice!- Urlò il biondo perdendo la calma, cadendo sul letto con la testa tra le mani.
-Mi dispiace Hunnie. Raggiungici appena hai finito- detto questo Minyoung uscì dalla camera del figlio.
Adesso si che Sehun aveva un valido motivo per piangere, urlare, sfogarsi, ma non lo fece. Nemmeno una lacrima uscì dai suoi occhi pieni di rabbia e frustrazione. Fece come gli era stato detto e andò a farsi una doccia, lasciando che il getto d'acqua calda lavasse via tutti i suoi problemi.

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Minyoung scese e vide l'ex marito armeggiare col cellulare di Sehun.
-Non riesco a credere che tu non gli abbia detto niente, che pensavi di fare, bendarlo e metterlo in un aereo a sua insaputa?- Disse lei.
-Il piano non era esattamente quello, ma ci sei andata vicino. Adesso sarà ancora più difficile convincerlo a partire- rispose il signor Oh.
-Non serve convincerlo, ormai credo che si sia rassegnato. Posso sapere che stai facendo?-
-Niente di importante. Adesso è meglio che contatti quella scuola di Londra, devo confermare l'iscrizione di Sehun-

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Quel mattino Luhan non aveva proprio la forza né la voglia di alzarsi da quel morbido e caldo letto. Purtroppo una nuova e inutile giornata di scuola stava per iniziare e non poté far altro che farsene una ragione.
Raggiunse la sua classe in compagnia di Baekhyun e Chanyeol che continuavano a litigare da quando li aveva incontrati. Baekhyun sosteneva che Chanyeol avesse dei padiglioni auricolari molto sviluppati, capaci di captare qualsiasi suono. La discussione era degenerata quando iniziò a chiamarlo "Dumbo" e Chanyeol si difese chiamando il suo ragazzo "testa di pomodoro" e avevano cominciato ad insultarsi inventando nomi sempre più insensati e ridicoli.
Luhan tendeva ad ignorarli e giunti in classe notò che il banco di Sehun era vuoto. Era assente. Che fosse ancora a casa sua? Molto probabile.
Le ore di lezione passavano e alle 10 in punto il cellulare vibrò nella tasca di Luhan. Fregandosene altamente di poter essere scoperto, lo prese sperando che fosse un messaggio di Sehun, e infatti lo era. Un senso si felicità e sollievo alleggerì Luhan di un peso che si portava dietro dalla sera prima. Appena lesse il messaggio però il suo sorriso svanì.

Non cercarmi più. Addio.

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Yuki~❄️
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тι ѕ¢яινσ υиα ѕтσяια...   || ℋυиℋαи|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora