48. ℓα ¢σиνєитισи

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ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.


















La convention

Dopo ore e ore di volo Luhan, aveva finalmente messo piede su suolo inglese.
Era davvero stanchissimo e assonnato, il fuso orario lo aveva letteralmente distrutto.
A Londra erano ancora le dieci del mattino ma a lui sembravano le due di notte. Subito si apprestò a chiamare un taxi: la lingua non era un ostacolo per lui, poiché aveva studiato molto e inoltre gli piaceva l'inglese.
Il suo albergo era a pochi chilometri dal luogo dove si sarebbe tenuta la convention ma abbastanza lontano dall'aeroporto, quindi il taxi ci mise un po' ad arrivare e nel frattempo Luhan si appisolò.
Appena arrivò in albergo si diresse nella sua stanza e si gettò sul letto a peso morto; sua madre gli aveva raccomandato di chiamare non appena fosse arrivato, ma Luhan era talmente stanco che si addormentò subito.

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-Uhm... che ore sono?- Disse Luhan quando si svegliò.
L'orologio segnava le otto di sera.
-Cazzo!- Imprecò rendendosi conto d'aver dormito troppo.
La convention era giusto il giorno dopo e doveva ancora preparare il suo discorso.
-Cazzo, Cazzo, Cazzo!!!- Cominciò a frugare tra le sue cose, cercando carta e penna, ma fu tutto inutile, dovette chiamare il servizio in camera per farsi portare un block notes e una penna nera.
Cominciò a pensare a cosa scrivere, doveva essere qualcosa di convincente e interessante, non poteva fare la figura del ragazzino alle prime armi davanti a persone così importanti. Prima però doveva assolutamente mangiare, a stomaco pieno si ragiona decisamente meglio, così scese al ristorante a cenare.

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Era il grande giorno. Alle 16:30 sarebbe iniziata la convention.
Luhan ci mise ore a prepararsi, indossava un completo grigio gessato, cravatta e scarpe nere, molto elegante. Non poteva di certo presentarsi in jeans. I capelli biondi erano buttati all'indietro e aveva deciso di non mettere eyeliner, poiché per un occasione del genere non era proprio il caso.
Arrivato al luogo della convention si sentì non poco a disagio: era un salone immenso, pullulante di gente, i posti delle prime file erano già stati tutti occupati.
La stanza aveva un soffitto altissimo, le pareti erano dipinte del colore del tramonto e delle poltroncine rosse ricoprivano tutta la sua area.
A dominare sul tutto c'era un palco con un tavolo in legno a destra, ove vi erano sedute delle persone che presiedevano l'assemblea e una base verticale in legno con un microfono al centro. Il cuore di Luhan cominciò a battere più forte, sia per l'emozione che per il nervosismo. Il pensiero di dover parlare di fronte a quel gran numero di persone lo faceva andare fuori di testa. Deglutì e cominciò a sudare freddo. Un uomo sulla sessantina basso, robusto e coi capelli bianchi si avvicinò a lui squadrandolo dalla testa ai piedi. I suoi occhi azzurri erano ridotti a due fessure e le mani le teneva dietro la schiena.
-Luhan! Che gioia averla qui!- Esordì alla fine stringendo la mano al giovane cerbiatto. Luhan capì finalmente di chi si trattasse.
-Lei è il Mr.Smith?-
-In carne ed ossa giovanotto. È un piacere vederla- Luhan non poteva crederci, si trovava davanti a Benjamin Smith in persona!
-Oh per me è un grande onore! Ho letto tutti i suoi libri- Benjamin sorrise.
-Allora, le piace Londra? Com'è andato il viaggio?-
-Beh soffro un po' il mal d'aria-
-Hahahaha è davvero spiritoso! Venga, vorrei presentarle alcuni amici-
Luhan fu molto felice di seguirlo, chissà quali grandi della letteratura contemporanea gli avrebbe presentato.
Intanto la sala continuava a riempirsi sempre di più, vide molti ragazzi della sua età e questo non fece altro che agitarlo ulteriormente. Avrebbe preferito di gran lunga parlare di fronte a mille vecchi decrepiti anziché dieci suoi coetanei. Purtroppo dovette accettare la realtà.
Era il momento. Mr.Smith era uno dei cinque che presiedevano la convention e in un certo senso Luhan si rassicurò.
Era calato il silenzio in sala e adesso tutti erano in ascolto.
Luhan infilò le mani in tasca e prese il block notes con il suo discorso. Lo ripassò mentalmente, aveva paura di perdere il filo o di cominciare a parlare di altro, non doveva commettere il minimo errore. Per fortuna lui non era il primo, scrittori molto più importanti avrebbero parlato prima di lui e così magari avrebbe preso spunto dai loro comportamenti e dal loro modo di approcciare con la gente. Gli era capitato solo una volta di parlare di fronte a tante persone, ma era successo anni prima alla festa del diploma, era tutt'altra cosa.
Ripensò alla faccia di sua madre quando era stato chiamato sul palco a ritirare quel tanto agognato pezzo di carta, aveva un fazzoletto in mano e non faceva altro che piangere di gioia. Quando stava scendendo le scale la toga gli si era aggrovigliata tra i piedi e per poco non rotolava giù. Sperava tanto di non fare figuracce, ma almeno stavolta non indossava nessuna toga, quindi almeno questo pericolo era scampato. Si, stava decisamente pensando troppo e a troppe cose che non fossero il suo discorso.
Passarono due ore e ancora Luhan era lì, sotto il palco ad aspettare il suo turno. Chissà, magari anche lui avrebbe ricevuto tutti quegli applausi come gli scrittori precedenti. Mentre pensava, sentì chiamare il suo nome. Quasi saltò in aria, il cuore gli era salito in gola.
Deglutì e si avviò verso il palco sorridendo mentre saliva le scale. Un applauso si levò per la sala, giusto per dare a Luhan un caloroso benvenuto all'inferno. Era piuttosto nervoso, posizionò il block notes davanti a lui e respirò profondamente per calmarsi. Tutti pendevano dalle sue labbra.

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Jongdae aspettava Sehun da ore, come al solito. Ci metteva sempre troppo tempo a sistemarsi, manco stesse andando ad una cena di gala.
-A quest'ora la convention sarà già iniziata! Vuoi darti una mossa?- Gli urlava Jongdae picchiando la porta del bagno.
-Ho quasi finito! C'è un ciuffo ribelle che non vuole saperne di stare al suo posto!-
-Stai scherzando vero?- Il più grande entrò nel bagno e trascinò Sehun per un braccio.
-Hyung non ho ancora finito!-
-Sei perfetto, non perdere altro tempo e cammina!- Sehun sbuffò seccato e fu costretto a seguire il suo hyung. Presero la sua auto e si avviarono.
Arrivarono davanti al palazzo dove si teneva la convention. Sehun non aveva alcuna voglia di entrare, camminava sempre più lentamente, quasi camminava all'indietro. Jongdae era qualche metro più avanti e gli urlava di sbrigarsi.
-Se non velocizzi il passo giuro che ti faccio arrivare in sala conferenze a calci-
-E va bene! Andiamo a questa cazzo di convention e speriamo che finisca il prima possibile! Questa è la prima e ultima volta che ti accompagno!-
I due ragazzi entrarono nell'edificio e cercarono la sala dell'assemblea. Il corridoio era immenso, quasi non si persero, e finalmente trovarono l'ala che cercavano. Le porte erano aperte ed entrarono senza problemi. Sehun era già scocciato di suo, inoltre i posti erano tutti occupati quindi dovettero stare in piedi.
-Sarai contento adesso? Per colpa tua siamo arrivati tardi, hanno già iniziato a parlare- disse Jongdae mettendo su il broncio.
-Per quel che mi può importare-
-E la tesi come hai intenzione di farla?-
-Hai mai sentito parlare di internet?- Sehun sorrise perfido.
-Sehun-ah... ma perché non lo dicevi prima!- Jongdae continuava a parlare e a lamentarsi, ma l'attenzione del più piccolo venne catturata da qualcos'altro.
Una voce rimbombava nell'altoparlante, aveva qualcosa di familiare. Era una voce dolce, un po' insicura, ma certamente convincente.
-Sehun, ma mi stai ascoltando?- Disse Jongdae ma Sehun non gli prestava ascolto. Alzò lo sguardo verso il palco e vide una figura indefinita, era troppo lontano per poter mettere ben a fuoco la sua immagine.
Era un ragazzo, questo lo aveva capito, molto giovane per trovarsi lì, su quel palco a parlare.
-Scusa un momento- disse Sehun allontanandosi dal suo amico dirigendosi verso il palco.
In quella sala si stava stretti, era troppo piena, Sehun faticava a farsi strada tra la folla. Più si avvicinava e più si rendeva conto che aveva già visto quel ragazzo da qualche parte. Ad un certo punto non riuscì più ad avanzare e si fermò a metà della sala.
"Forse ho bisogno degli occhiali" pensò non riuscendo ancora a vedere bene la faccia del ragazzo. Prese il suo Iphone e azionò la fotocamera. Puntò l'obbiettivo sul tizio e fece zoom. Osservò attentamente la sua faccia e realizzò.
-Luhan?!- Strabuzzò gli occhi rimanendo pietrificato in quella posizione.
"No, non può essere lui!". Il suo cuore perse un battito quando vide Luhan sorridere.
Sehun cercò disperatamente di avanzare, le persone erano addossate uno sull'altro come delle sardine in scatola. Il biondo non demorse, i suoi occhi si illuminarono di una strana luce, dopo anni di oscurità. Rivedere Luhan aveva sconvolto il suo essere, ogni molecola del suo corpo fremeva alla sua vista, il desiderio di riabbracciarlo si era impossessato di lui, non voleva altro. Luhan però continuava a parlare come se niente fosse, non si era accorto di niente, non poteva nemmeno lontanamente immaginare che lui e Sehun fossero nella stessa stanza.

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Yuki~❄️
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тι ѕ¢яινσ υиα ѕтσяια...   || ℋυиℋαи|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora