CAPITOLO 7

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Mi siedo sul letto e guardo l'orologio: sono le 3 del pomeriggio. 

Decido di chiamare Alice su Skype, perché mi manca davvero tanto. Risponde dopo qualche secondo e sullo schermo del mio computer appare il suo viso, sembra felice.

<<Ciao Canadese! Allora? Com'è andato il viaggio? E la scuola, com'è? Hai già incontrato qualcuno? Ragazzi carini? E il cibo? Il cibo è buono, vero? Perché se non è buono devi ass...>>

<<ALICE!>> la interrompo. <<Ti prego, respira. Il viaggio è andato bene, la scuola è assolutamente fantastica; ho già incontrato la mia compagna di stanza che presto ti farò conoscere; ragazzi carini per il momento nessuno (a meno che tu non sia attratta dai sessantenni, perché il custode è molto simpatico); per quanto riguarda il cibo, non è ho ancora idea, ho mangiato solamente una brioche al cioccolato e, anche se non può nemmeno essere paragonata a quelle dei miei genitori, era buona.>> le rispondo.

<<Oh, grande! Hai già decorato la tua stanza? Hai appeso delle nostre foto? Perché per quanto possa essere simpatica la tua compagna di stanza, deve essere ben chiaro che la tua migliore amica sono io, Alice Rose Murelli, e nessun altro.>> mentre parla inquadro la mia stanza e poi vado vicino alle nostre foto.

<<Okay, mi piace! Quindi hai detto nessun ragazzo carino? DEVI rimediare! Esci da quel buco e incontra gente!! Dio, se fossi li...>> inizia, ma io la fermo.

<<Ma non ci sei...>> dico, triste.

<<Lo so, ma grazie a Dio esiste Skype, no? Puoi chiamarmi quando vuoi, anche in piena notte, per te ci sono sempre.>> dice, ottimista.

<<Grazie, Cice.>> dico, sorridente.

<<Ora vai e fai strage di cuori, per me!>> scoppia a ridere. Sa benissimo che non farò strage di cuori: già è tanto che un ragazzo sembra essersi interessato a me, in Italia. 

<<D'accordo, scema! Ti voglio bene, scrivimi più tardi! Ciao!>> e metto giù. 

Alice è la mia migliore amica da...Beh, da sempre. Siamo sempre state inseparabili, e so che lo saremo per sempre. So che riusciremo ad abbattere anche il problema della distanza, perché siamo noi, noi contro il mondo. Mi è stata vicino in ogni momento: quando ci bullizzavano, i primi cuori spezzati, le scuole elementari e medie...Ci siamo dovute separare alle superiori perché io volevo studiare lingue, mentre lei ha voluto frequentare il liceo artistico. 

Siamo molto diverse, tuttavia. Lei è alta e magra, ha i capelli castani ramati e gli occhi neri, ma dice di essere un po' goffa: non ha torto, ma è una caratteristica che sicuramente ci accomuna. Io invece sono più bassa, non sono magra come lei, ma mi piace pensare di avere delle belle forme. I capelli li ho castani anche io, ma sono più scuri dei suoi; gli occhi invece sono castani molto chiari, e quando il sole li colpisce sono quasi gialli. Tutti mi dicono che ho un bellissimo sorriso, uno di quelli che contagiano gli altri. Io non mi vedo così bella, ma penso sia normale. Negli ultimi anni ho iniziato ad accettarmi per ciò che sono, non per ciò che vorrei essere, e devo dire che non sta andando malissimo.

Decido di farmi una doccia veloce e poi fare un tour dell'accademia.

Dopo la doccia mi vesto e mi asciugo velocemente i capelli; indosso un paio di jeans a vita alta che mi segnano la vita stretta, una maglietta bianca e la mia felpa preferita, e poi esco.

Fuori dalla mia stanza c'è una specie di buca delle lettere e dentro ci trovo una mappa e un biglietto su cui c'è scritto "Qualsiasi cosa le serva, io sono al piano terra in cucina a preparare la cena. Martin Freud."  La mia bocca si incurva in un sorriso, ma decido di non disturbare Martin e di fare un giro da sola.

Salgo al quarto piano dove dovrebbe esserci una biblioteca, il posto adatto a me. Sto guardando la mappa e sbatto contro qualcosa. <<Ahia!>> sento una voce femminile. Oh, non qualcosa, qualcuno. Alzo gli occhi e mi trovo una ragazzina più piccola di me, deve avere più o meno 14 anni. <<Oh mio Dio, mi dispiace! Stavo guardando la mappa e non ti ho vista!>> dico, quasi vomitando le parole dall'imbarazzo.

<<Ehi, non ti preoccupare! Tu devi essere la ragazza nuova>> dice, con un sorriso.

<<E' cosi evidente?>> chiedo, rossa in volto. 

<<Oh...Solo un pochino. Io sono Aaliyah, Aaliyah Mendes.>> e mi guarda, come se stesse aspettando un qualche tipo di reazione esagerata. 

<<Ciao! Io sono Federica Rossi. Scusami per prima, stavo cercando la biblioteca...Sai dirmi dov'è?>> chiedo il più gentilmente possibile. Lei appare ancora più sorpresa e sembra voglia chiedermi qualcosa, ma poi cambia idea e mi dice che la biblioteca si trova al fondo del corridoio. Mormoro un "grazie", le auguro buona giornata e mi avvio verso la biblioteca. 

E' stato un po' strano come primo incontro in accademia, ma Aaliyah mi sembra molto simpatica.

Dimmi che non finirà// Shawn Mendes IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora