CAPITOLO 40

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<<Allora... Starai bene qui da sola?>> mi chiede Hannah nel suo cappottino firmato e con tre valigie rosa in mano.

Sta tornando a casa per le vacanze di Natale, mentre io resterò qui al campus e chiamerò i miei su FaceTime, credo.

<<Sai che puoi venire con me, vero?>>

<<Me l'hai già chiesto cinquanta volte, Hannah. Starò bene, qui. Farò un giro per Toronto, leggerò libri a Casa Loma, ballerò con la musica al massimo...>> dico.

<<D'accordo, d'accordo. Beh, ora vado. Ci vediamo tra dieci giorni, ti porto fuori a festeggiare il tuo primo Capodanno in Canada!>>

Mi abbraccia strettissima e poi sale sulla sua macchina, partendo a tutta velocità verso la sua famiglia.

Rientro in Accademia e vedo una cinquantina di ragazzi intenti a portare fuori valigie su valigie, sacchi di biancheria sporca, e montagne di regali di Natale per i loro famigliari.

Ai miei ho spedito un pacco due giorni fa, dovrebbe arrivare qualche giorno prima di Natale, che è tra cinque giorni esatti. Ci ho messo dentro moltissimi souvenir e regalini stupidi, ma anche regali più seri e grandi.

A mamma ho comprato un set di piatti con lo skyline Toronto disegnato al centro; a papà due libri incentrati sull'arte canadese; a mio fratello dieci magliette di Forever21 (lui adora lo store online e, dato che erano in offerta, mi sono sbizzarrita un po'); a mia nonna due tovaglie con il disegno di Casa Loma e della CN Tower e agli animali domestici tantissimi giochini stupidi.

Ho mandato un pacco a parte ad Alice, contenente una maglietta dei Fall Out Boy da indossare al concerto e tanti souvenir della città.

 

Sono piuttosto fiera dei miei regali natalizi quest'anno.

 

Sono le quattro del pomeriggio, e mi sto preparando per uscire a prendere il pullman.

Indosso un maglione a trecce bianco e un po' corto, con dei jeans stretti a vita alta e le calze pesanti sotto, perché fa F R E D D O. Si gela, letteralmente. E' ASSURDO.

Prendo il mio cappotto superpesante ed esco dall'Accademia, completamente vuota, a parte le guardie davanti alla porta, che mi rivolgono un sorriso cordiale.

Sul bus non c'è quasi nessuno, ma la città è strapiena di gente che fa gli ultimi acquisti natalizi in tutta fretta.

La città è completamente illuminata da luci stratosferiche, alberi di Natale sono posizionati in ogni piazza, in ogni negozio, ovunque.

Il Natale mi rende la persona più felice di questo mondo, per me il 31 ottobre è Halloween, viva i fantasmi e le streghe yeee, e il 1 novembre sono già lì che addobbo la mia camera. Che dire, sono fatta così. E' il periodo dell'anno più bello, per me.

Entro in una piccola libreria che mi ha indicato Matt, il ragazzo di Hannah.

A proposito, ho scoperto che anche a lui piacciono i libri! E io che dubitavo anche che sapesse leggere.

La libreria è bellissima. E' così piccola e confortevole che non posso fare a meno di farle tantissime foto con la mia Reflex. Me l'hanno regalata i miei prima di partire, però non avevo la più pallida idea di come regolare alcune cose, quindi prima che Hannah la portasse a configurare senza chiedermelo, non sapevo nemmeno come si accendesse.

Ci sono semplici lucine a intermittenza posizionate su ogni scaffale, e i libri sono organizzati in ordine di colore, creando un bellissimo arcobaleno libroso.

Voglio passare il resto della mia vita qui dentro, perfavore.

Compro diversi libri spendendo soltanto 15 dollari, grazie ai saldi natalizi. Saluto cordialmente la vecchia signora che lavora lì dentro, e mi dirigo verso Casa Loma.

Ci arrivo davanti e resto a bocca aperta come la prima volta, forse di più. Casa Loma illuminata dalle luci di Natale è qualcosa di magico, di surreale.

La ragazza all'entrata non mi fa nemmeno pagare il biglietto. "E' Natale!" dice.

Mi avvio all'interno del castello e cerco un posto in cui leggere; mi metto sul davanzale di una finestra gigantesca e tiro fuori uno dei libri che ho comprato oggi.

Perdo la cognizione del tempo e quando guardo l'orologio sono già le sette, quindi mi avvio verso la stazione dei bus.

Prendo la via principale anche se è più lunga, solamente perché è più illuminata e una delle mie più grandi paure è camminare nelle strade al buio.

Sto camminando da qualche minuto quando mi sento chiamare da dietro.

<<Ma guarda un po' chi si vede, la mia italiana preferita!>> Vedo Isaac avvicinarsi a me e camminare al mio fianco.

<<Isaac, ciao.>> dico tranquilla

<<Allooora, che ci fa una ragazza pura come te per le buie strade di Toronto di notte?>> mi chiede.

<<Sono le sette e mezza, non è notte.>> dico io, un po' irritata.

<<Beh, torni in Accademia?>>

<<Si, sto andando a prendere il pullman. Se non ti disp...>> inizio.

<<Pullman? Non sai che i bus non passano dopo le sette?>> chiede sogghignando.

<<Come? Ma...>>

<<Ti porto a casa io, dai. La mia macchina è qua vicino.>> e mi prende per mano praticamente trascinandomi nel parcheggio.

Si ferma davanti a una Porsche Carrera, e io scoppio a ridere.

<<La mia macchina ti fa ridere?>> mi chiede

<<Oh, no. E' solo che me l'aspettavo, tutto qui. Sei ricco e si vede.>>

Stupida boccaccia.

<<Beh, si. Non mi lamento.>> dice sorridendo.

Che carino, non si lamenta della sua Porsche.

Aspetta che ti metto sotto con la Panda di mia nonna.

Mi apre la portiera fingendo di essere un tipo galante, ma in realtà non voleva che toccassi la carrozzeria.

Sale anche lui, accende la macchina e si mette la cintura. Parte lo stereo con una canzone di Skrillex e lui comincia a guidare verso l'accademia.

<<Allora, pensi di raccontarmi un po' di te?>>

<<No.>> dico, secca.

L'ultima volta che ho raccontato di me a un ragazzo sono finita a parlare di come il mio criceto sia morto cadendo nel secchio per lavare il pavimento. Meglio chiudere il becco.

<<Oh, beh, d'accordo. Allora parlo io...>> e inizia a raccontarmi di come i suoi genitori siano due architetti e di quanto sia grande la sua casa e di quante ragazze gli muoiano dietro e bla bla bla. Voglio vomitare.

Grazie a Dio arriviamo in Accademia proprio mentre inizia a raccontarmi del fatto dello spogliatoio. Mi fiondo in camera dicendo che devo chiamare mia nonna e lo lascio in macchina.

Dimmi che non finirà// Shawn Mendes IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora