27 I got drunk, but now everything is fine

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27 I got drunk, but now everything is fine

Due settimane dopo…

Mi svegliai con un fortissimo mal di testa. Non riuscivo ad alzarmi, per fortuna era domenica.

Ma cosa era successo la sera prima? Non mi ricordavo proprio niente. Sbadigliai, come un ippopotamo, portando le braccia in alto. Toccai per sbaglio qualcosa che stava sulla mia bacheca, facendolo cadere sul mio viso. Un dolore…!

Lo presi e mi resi conto che era il mio cellulare. C’era una nota, scritta da qualcuno.

Hai proprio esagerato ieri sera!!!

In cosa avevo esagerato? Non mi ricordavo nulla. Stavo per inviare un messaggio a Giacomo per chiedergli spiegazioni, quando notai un oggetto vicino al mio letto. E tutto si fece chiaro nella mia testa dolorante…

Flashback

Erano le sette di sera, ma già ero a casa mia. Ero andata a trovare Camilla, sarei voluto rimanere un po' di più, ma mio fratello me lo proibì.

- non puoi stare tutto il giorno all'ospedale! Sta sera esci con Simone, e non ammetto repliche! -

Di malavoglia, mi preparai, anche se avrei preferito rimanere con Camilla. Non curai molto i dettagli, misi un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche, anche se ormai era iniziato dicembre. Prima di conoscere Camilla mi vestivo sempre impeccabile, pur di fare colpo. Ma ora, cosa mi importava? Avevo lei, le altre non mi servivano a nulla.

Andammo in un locale, dove prima passavamo quasi tutte le sere. Appena entrati, un odore di alcol invase le mie narici. Ormai non ero più abituato, mi veniva quasi da rimettere, per quanto era forte quella puzza.

- non è stata una buona idea venire qui. - costatai.

- oh, ma piantala! Andiamo al bancone a prendere qualcosa da bere, va! - mi trascinò in quella direzione, mentre notavo, con mio grande fastidio, che molte ragazze mi stavano fissando con interesse. Avrei tanto voluto avere un cartello con scritto: sono impegnato, e la amo. Ma sfortunatamente non ce lo avevo.

Arrivati al bancone, Simone ordinò due alcolici. Poi, quando il barista glieli porse, me ne diede uno. Lo guardai riluttante.

- forza! Bevi tutto, ti farà bene. -

Lo guardai mandare giù quell'alcolico tranquillamente, come fosse un bicchiere d'acqua. Guardai il mio bicchierino. Alla fine, cosa mi costava? Lo mandai giù tutto d'un fiato, ignorando il bruciore lungo tutta la gola. L'alcol entrò subito in circolo, e avevo già bisogno di altro.

- chiedigliene un altro. - urlai per sovrastare la musica. Simone mi sorrise.

- questo è il Federico che conosco! - ordinò un altro alcolico, e poi un altro, e poi un altro ancora. Stavo esagerando, ma almeno non pensavo più a...? A cosa dovevo pensare?

Non mi ricordavo più niente. A malapena sapevo il mio nome.

Mi si avvicinarono un paio di ragazze, ma non ero attratto come al solito, volevo solo che se ne andassero.

Poi in lontananza vidi una ragazza in mezzo alla pista da ballo. Aveva i capelli biondi, lunghi fino alla vita. Mi dava le spalle, ma quando si girò la riconobbi: era Camilla.

- Simone, guarda, c'è Camilla! - esclamai. Simone guardò nella direzione che stavo indicando, poi scosse la testa.

- amico, non è Camilla, lei è in coma. - in quel momento tutto ciò che avevo dimenticato grazie all'alcol tornò nella mia mente.

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora