14 You are beautiful

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14 You are beautiful

La domenica passò in fretta, troppo in fretta. Era già lunedì e bisognava andare a scuola.

- vorrei tanto sapere chi ha inventato la scuola per poterlo uccidere. - borbottai in macchina.

- credo che sia già morto. - rispose tranquillamente mia madre.

- non importa. Vado a tirarlo fuori dalla tomba, lo faccio rinascere in qualche modo e lo uccido di nuovo. -

- dai, non esageriamo! -

- non sto esagerando. Se non ci fosse stata la scuola sarebbe stato meglio. Non ci sarebbero state differenze di intelligenza tra la gente. Ora c'è chi capisce di più e che di meno. Se non ci fosse stata la scuola saremmo tutti allo stesso livello. La scuola è una forma di razzismo nei confronti dei meno intelligenti. - mia madre si rifiutò di replicare ad un’affermazione del genere.

Arrivammo davanti scuola in poco tempo.

Una volta entrata velocizzai il passo e andai quasi correndo in classe. Dopo quello che era successo il giorno prima, l'ultima cosa che volevo era incontrare Matteo.

Fortunatamente non lo vidi. Arrivata in classe, c'era già Federico seduto al nostro banco.

Ma mi dava le spalle.

- Fede! - si girò. Mi sciolsi immediatamente appena mi sorrise. 'Cosa mi stai facendo?'

- ciao Cami. - si alzò e venne verso di me un po' timoroso. - posso? - chiese titubante. Annuii. Si avvicinò ancora di più e mi abbracciò. Era una sensazione fantastica. Le sue grandi braccia mi stringevano al suo petto. Non sentivo dolore, solo felicità. Perché stavo con lui. Sentivo il suo cuore battere. Chiusi gli occhi, sentendo il suo profumo. Acqua di colonia, costatai. Era un semplice abbraccio, ma ne avevo veramente bisogno. Non so per quanto tempo rimanemmo così, forse qualche minuto. Sta di fatto che non mi volevo staccare più. Quando sciogliemmo l'abbraccio lo guardai negli occhi. Sorridevamo tutti e due, come degli ebeti. Probabilmente gli altri ci stavano prendendo per degli idioti, ma che importava? Niente.

- ti voglio bene, Cami. - sussurrò continuando a sorridere.

- anche io. -

- una nuova coppia! - esclamò qualcuno. Diventai immediatamente rossa. Guardai chi aveva parlato. Basso, molto magro, capelli e occhi scuri. 'sono sicura che è Luca.'

- senti Damiano - 'la mia bravura con i nomi non la confini!' - la devi smettere, va bene? - disse Federico abbastanza arrabbiato.

- che c'è, ti vergogni? Andiamo, come fai a vergognarti della tua ragazza? - mi aveva preso per la sua ragazza? Oh, andiamo! Io e Federico? Nah. Eppure mi sentivo felice di essere stata definita così...

FEDERICO

- ti ho detto di smetterla! - gli ringhiai contro. Sarei stato felice di essere il suo ragazzo, su questo non c'erano dubbi, ma mi dava veramente fastidio perché ci stava solo prendendo in giro.

- certo che potevi scegliertela migliore, è così brutta e antipatica! - continuò, come se non avesse sentito ciò che gli avevo detto. 'Cosa?!' Vidi Camilla dietro di me sobbalzare. Mi girai e notai che aveva chiuso gli occhi. 'No, non davanti a lui.' la presi per mano cercando di ignorare l'istinto che mi diceva di tirare un pugno in pieno viso a Damiano e la portai fuori dalla classe. Continuammo a camminare fino a quando non raggiungemmo la classe dove c'erano i tavoli da ping-pong. Lì non ci andava mai nessuno prima della prima campanella, era il luogo dove mi rifugiavo quando volevo stare solo. La presi delicatamente in braccio per non farle male e la feci sedere sulla cattedra. Iniziò a piangere silenziosamente.

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora