28 Let me be your Romeo
Dopo una settimana venni dimessa dall'ospedale. Finalmente sarei potuta tornare a scuola, sarei potuta stare con Giulia, Francesca e Simone, ma soprattutto con Federico. La mattina mi venne a prendere a casa.
- ti avevo detto che mi avrebbe portato mia madre! - esclamai, quando lo vidi sul marciapiede dal mio balcone.
- lo so, ma volevo accompagnarti io, mia Giulietta. - sorrisi.
- e così io sarei la tua Giulietta? -
- certo. E per favore, lasciami essere il tuo Romeo. -
- basta che non moriamo in quel modo. -
- tranquilla, non succederà. -
- allora ci posso stare, mio Romeo. Dai, vieni su. -
- vuoi che mi arrampico? - chiese ridendo.
- se ti va! Non so però quanto ti convenga. - costatai, unendomi alla sua risata. Stavo per andare ad aprirgli, ma iniziò veramente ad arrampicarsi alla grata. Quando mi raggiunse lo guardai scioccata. - tu sei tutto matto! -
- l'amore rende matti. - disse, per poi baciarmi. Misi le braccia intorno al suo collo, mentre continuavamo a baciarci. Lui posò le sue mani sulla mia vita, stando attento a non premere troppo forte.
Molte delle ferite che avevo si erano riaperte, facevano molto male. Ma non ci potevo fare niente, avevo solo raddoppiato la quantità di medicina da prendere.
- andiamo? - chiesi quando ci allontanammo. Annuì, afferrando il mio zaino. Mi sorrise, poi prese la mia mano e scendemmo giù.
- mamma io vado! - avvertii mia madre.
- da sola? - chiese affacciandosi dalla cucina. Poi vide Federico. - Federico? Quando sei entrato? Non ho sentito la porta aprirsi. - io e Federico ci guardammo, per poi scoppiare a ridere.
- lascia stare mamma, è meglio. -
- mmm... vabbè, state attenti. - le diedi un bacio sulla guancia e uscimmo di casa.
- chissà cosa avrà pensato tua madre... - mormorò Federico una volta in strada.
- ma che ti importa! - esclamai ridendo insieme a lui.
Arrivammo a scuola velocemente. Tutti i compagni di classe mi vennero in contro, chiedendomi come stavo. Tutti tranne Sara, ovviamente.
- tranquilli, sto bene. - li rassicurai.
- ma veramente sei stata in coma? - 'no, per finta, mi piace prendere in giro le persone! Ma che razza di domande fate?!' Scossi mentalmente la testa per scacciare quel pensiero e annuii.
- mi dispiace. - 'ma cosa me ne faccio di un mi dispiace? Non è che così fate qualcosa!'
- tranquilla, non è mica colpa tua. - fortunatamente suonò la campanella, così io e Federico ci sedemmo al nostro posto, sempre tenendoci per mano. Non volevo più lasciarlo, volevo stare più tempo possibile con lui. Entrò il professore di storia, e subito mi tornò in mente il primo giorno di scuola, quando mi aveva dato quella pacca leggera che mi aveva fatto accasciare a terra. Quante cose erano successe…
Non riuscivo a stare seduta, mi faceva malissimo la schiena. Così rimasi in piedi anche quando tutti gli altri si erano seduti. Federico mi tirò leggermente la mano. Mi girai verso di lui.
- tutto okay? - chiese preoccupato. Annuii.
- Camilla! Ben tornata. Come stai? - chiese il professore. Gli sorrisi.
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Aspettando la felicità
RomanceCamilla e Federico. Due ragazzi che si conoscono al liceo. Lui la aiuterà a superare il dolore. Lui la amerà veramente. Lui le farà capire che è fantastica. E lei? Lei lo farà rinascere con il suo sorriso. NdA: Se volete farmi sapere cosa ne pensate...