7 You are different than the other girls

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7 You are different than the other girls

Andai in quel bar, ma non vidi Matteo. Probabilmente la mia teoria era azzeccata: si era sentito male. Certo che mi avrebbe anche potuto avvertire! Mi voltai per uscire, ma davanti alla porta c’era proprio lui.

- hei bellissima! -

- c-ciao. -

- scusami se ho fatto tardi, ma stavo parlando con degli amici. -

- n-non ti preoccupare, non fa niente. - mi sorrise.

- allora, dove vuoi andare? -

- non lo so, decidi tu. -

-mmm... scelta difficile… che ne pensi di andare prima di tutto a mangiare della pizza dato che sto morendo di fame, e dopo decidiamo dove andare? -

- va bene. -

Matteo uscì dal bar e io lo seguii.

Ci avviammo verso un motorino. Io avevo sempre avuto paura dei motorini, ma ormai poco mi importava. Già il fatto che stavo uscendo con qualcuno dopo mesi era un passo avanti. Perché non avrei dovuto prendere il motorino?

Lui era già salito e mi stava facendo cenno di mettermi dietro.

- ce l’hai il casco? - chiesi titubante.

- si, sta là dietro. - mi indicò quella specie di porta pacchi. Lo aprii e vidi che ce ne era uno solo.

- ma è uno. -

- lo so. Forza mettitelo, io guido sempre senza. -

- okay. - lo infilai e partimmo.

Fortunatamente non guidava troppo veloce.

Ci fu solo un problema: il mio busto. Avevo il petto attaccato alla schiena di Matteo e ogni volta che frenava sentivo una fitta enorme allo stomaco. Non avevo nemmeno preso la medicina…

Per fortuna il viaggio fu breve.

- bene, siamo arrivati. Questa, secondo me, è la migliore pizzeria della città. -

Entrammo e un cameriere ci mostrò un posto dove sederci.

Una volta seduta decisi che forse era meglio se prendevo la medicina. Ma non volevo farlo davanti a lui.

- scusami un attimo. - presi la borsa e mi diressi al bagno.

Diciamo che era sporco quanto quello dove avevo incontrato per la prima volta Giulia. La fortuna volle che però non ci fosse nessuno. Presi in pace la medicina e ritornai al tavolo.

- tutto bene? - mi chiese come… preoccupato? Forse. Annuii.

- senti, come mai… - stavo per finire la frase ma mi squillò il telefono. - scusami. - dissi imbarazzata.

- tranquilla, rispondi pure. -

Guardai chi mi stava chiamando. E chi poteva essere se non mia madre?

- pronto? -

- tesoro! Dove sei!? Ti sto chiamando a casa, ma non risponde nessuno! -

- è vero, non ti ho detto niente! Un mio amico questa mattina mi ha chiesto se mi andava di uscire ed ora sto con lui. - vidi con la coda dell’occhio che Matteo stava sorridendo.

- davvero?! Sono così felice! -

- si mamma, ma non urlare! - mi stava stordendo un orecchio.

- scusami, ma è da così tanto tempo che non uscivi con qualcuno. -

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora