13 Do you ever wonder if the stars shine out for you?

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13 Do you ever wonder if the stars shine out for you?

Casa mia sembrava non arrivare mai. Eravamo veramente molto lenti dato che Federico era ridotto male. Era un miracolo se camminava ancora. Mi sentivo terribilmente in colpa, se solo avessi ascoltato il suo consiglio... Mi stavo maledicendo da sola.

- smettila di incolparti. - mi fermai di colpo e Federico fece lo stesso. Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi azzurri.

- mh? - chiesi fingendo di non capire.

- non devi sentirti in colpa per quello che è avvenuto, prima o poi sarebbe comunque successo. - appena ebbe detto quelle parole si morse il labbro.

- cosa intendi? -

- niente, niente! Volevo... Volevo dire che ormai è successo! - disse velocemente. Troppo velocemente.

- e ti aspetti che io ti creda? - dissi alzando il sopracciglio.

- si, come io ho creduto che te sei caduta da cavallo. - alzai le mani, in segno di resa.

- okay, ti credo. - scoppiò a ridere e io lo seguii. Era una risata sincera, stranamente. Era da tanto che non ridevo così.

- finalmente siamo arrivati. - sospirai una volta davanti casa. - entriamo, prima che mi cadi qui! -

Appena entrata mia madre mi assalì.

- tesoro! Cosa ci fai qui? Perché sei già tornata? È successo qualcosa? Oh, ciao Federico. Cosa ti è successo? -

- salve signora. Non si preoccupi non è niente. -

- come non si preoccupi! Sei ridotto malissimo! Cosa posso fare...? -  la interruppi. Mi stava innervosendo parecchio.

- mamma, calmati, non è successo niente. Ora prendo un po' di ghiaccio e finisce qui. -

- sua figlia a ragione, non si preoccupi. Mi scusi solo per il disturbo. -

- tranquillo, non disturbi. - rispose mia madre sorridente. Alzai gli occhi al cielo e feci segno a Federico di seguirmi in cucina. Si poggiò al lavello, mentre io aprivo il freezer, dal quale tirai fuori un pacco di surgelati. Glielo mostrai.

- ti va bene? -

- no, preferisco la carne! Oh, andiamo Camilla, non farti questi problemi, un surgelato vale l'altro! - annuii. Poi mi avvicinai a lui e glielo posai sulla guancia. Mi incantai nei suoi occhi, che fissavano i miei. Non riuscivo ad allontanarmi, o a pensare qualcosa di sensato da poter fare per non sembrare completamente un'idiota. Mi sorrise, staccandosi dal lavello. Il cuore batteva all'impazzata, il respiro era leggermente accelerato. Perché avevo una voglia enorme di avvicinarmi a lui?

- ...mi chiedo dove l'abbia messo... - la voce di mia madre mi riscosse, facendomi lasciare in mano a Federico il pacco di surgelati. Mi allontanai da lui, appoggiandomi al tavolo davanti il lavello abbassando lo sguardo imbarazzata.

- ...oh, ragazzi, avete visto il mio cellulare? Non lo trovo! - esclamò mia madre, quando entrò in cucina. La guardai.

- hai provato a vedere nella borsa di lavoro? - domandai.

- è vero, l'ho messo là dopo la riunione di questa mattina! Cosa farei se non ci fossi tu? - le sorrisi. Lei si allontanò velocemente come era arrivata per andare in camera sua. Rimanemmo per un po' in un imbarazzante silenzio.

- c-come va la guancia?  chiesi dopo poco.

- bah, meglio di prima sicuramente. - gli sorrisi.

- andiamo sopra? -

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora