25 You have changed my life
Disperato.
Ero disperato.
Come potevo andare avanti se lei non era con me?
Non ci riuscivo, avevo bisogno di lei.
Mi sentivo solo.
Se non ce l’avesse fatta?
Sarei riuscito ad andare avanti senza il suo sorriso, senza il suo profumo, senza la sua voce, senza la sua bellezza?
Senza lei?
Erano già tre giorni che era in coma e non dava alcun segno di risveglio.
I medici continuavano a ripetere a me e ai suoi genitori che si sarebbe ripresa. Ma quanto potevamo fidarci?
Quel giorno andai a scuola più svogliato del solito. Senza di lei non avevo più voglia di andarci, era inutile se non potevo vederla. Speravo solo che le lezioni passassero in fretta, così sarei potuto andare all’ospedale a trovarla. Appena entrai in classe, venni assalito da Francesca e Simone.
- hei! Ma Camilla sta ancora male? - chiese Francesca. Non sapevano niente, gli avevo detto che aveva un po’ di febbre. Forse però sarebbe stato giusto dirgli la verità, dopotutto anche loro erano suoi amici. Così, scossi la testa.
- n-non ha mai avuto la febbre. - ammisi. Spalancarono la bocca. - lei…è finita all’ospedale. - mormorai abbassando la testa.
- c-cosa? Ho capito male, spero! - disse Simone.
- no. È finita veramente all’ospedale. Stavamo uscendo insieme per andare al bar, ma è stata investita da un’automobile. - mentii. Di certo non potevo dire loro la verità.
- oh. E perché non ce lo hai detto prima?! Saremmo andati a trovarla! Avrà pensato che non le vogliamo bene. - esclamò Francesca. Presi un respiro profondo.
- lei...lei è in coma. -
Chiusi gli occhi, tentando di non piangere, e mi sedetti al mio posto.
Francesca e Simone rimasero immobili dove li avevo lasciati. Aprivano e chiudevano la bocca, senza riuscire a proferire parola. Mi presi la testa tra le mani, e iniziai a pensare alla lezione che sarebbe iniziata da lì a breve. Dovevo distrarmi.
Poco dopo mi sentii toccare su una spalla. Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi verdi di Giulia. Mi sorrise, stancamente.
- come stai? - scossi la testa.
- non ce la faccio. - mormorai. Lei, ovviamente, sapeva, sapeva tutto.
- vedrai che si sveglierà, devi solo... - la interruppi.
- lo so, devo sperare! Ma mi spieghi come faccio?! Non ci riesco! Riesco solo ad incolparmi. Perché è tutta colpa mia! - non mi resi conto nemmeno di aver alzato la voce.
- non è colpa tua, e lo sai. -
Fortunatamente in quel momento suonò la campanella. Non sarei riuscito a parlare ancora con Giulia.
- ripensa a quello che ti ho detto. Credi che Camilla ti incolperebbe mai di quello che è successo? - e dicendo queste parole uscì dall’aula, per tornare nella sua.
- no. Non mi incolperebbe mai. - mormorai.
****
Appena suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni, mi catapultai fuori dalla classe. Mi diressi più velocemente verso la fermata dell’autobus che mi avrebbe portato all’ospedale. Non sarei tornato a casa nemmeno per pranzo, avrei mangiato, forse, qualcosa lì, al distributore. Avevo tutti i libri delle materie che avrei dovuto studiare per il giorno dopo, avrei fatto i compiti nella sua stanza.
Arrivato all’ospedale l’infermiera mi riconobbe. Ormai passavo tutto il giorno lì. Mi sorrise, e annuì, prevendo la mia richiesta di poter vedere Camilla.
Entrai nella sua stanza. Lei era lì, allungata su un letto con gli occhi chiusi. Era legata tramite dei fili ad una macchina che la teneva in vita. Mi avvicinai a lei e mi sedetti sul letto. Le presi la mano.
- hei. Sono già passati tre giorni dall’incidente, ma a me sembra una vita. Però come vedi, o meglio, come senti, sono qui. Non voglio tornare a casa. Voglio rimanere qui con te, perché ci siamo finalmente trovati e non voglio perderti. In questo momento sei più vicina alla morte che alla vita. Ma io rimarrò qui perché voglio solo te. Se necessario potrei anche sacrificare la mia inutile vita per salvarti. Perché se non ci sei tu la mia vita non ha senso. Rinuncerei a tutto pur di riaverti vicino a me. Il solo pensiero di poterti perdere mi fa stare male. Penso che se la gente mi vedesse ora non capirebbe come mi sento. Nessuno lo capirebbe. Nemmeno io. So solo che se ti dovessi perdere, preferirei morire a dover passare una vita intera senza te. Sono disperato. E se non dovessi farcela? Se le ferite non guarissero? Io non vivo senza di te, lo sai. Quindi, per favore, non lasciarmi. Non voglio soffrire. Solo pensare che l'uomo che ti ha fatto tutto questo è ancora in circolazione mi fa ribollire il sangue nelle vene. Mi sento terribilmente in colpa. Ti avevo promesso più volte che non ti avrei fatto soffrire di nuovo, e ora? Ora ti trovi sul letto di un ospedale, lottando tra la vita e la morte. Vorrei tanto trovare quell'uomo, se tale si può definire, e ucciderlo con le mie stesse mani. Perché ci sta privando entrambi della vita. Mi sta privando di te, che con un sorriso illumini le mie giornate, che con la tua insicurezza mi fai innamorare ogni giorno di più, che con il tuo profumo mi mandi in tilt. Mi dispiace non essere riuscito a evitarti tutto questo. Non sono nemmeno riuscito a vedere chi fosse quell'uomo, anche se una mezza idea già ce l'avrei... Se solo ti fossi venuto a prendere a casa, tutto questo non sarebbe successo e tu ora non ti troveresti in una camera d'ospedale. È tutta colpa mia. E non riesco più a combattere le lacrime che vogliono uscire prepotenti dai miei occhi, ormai spenti. Vogliono uscire a tutti i costi, e non ho la forza per impedirglielo. Per la prima volta mi ritrovo a piangere in pubblico. Ma non mi importa. Il dolore è troppo forte per evitare le lacrime. I tuoi genitori sono qui. Piangono ogni volta che ti vedono. E quando gli dico che mi sento in colpa mi ripetono che non centro niente. Ma non è vero. È tutta colpa mia! E mi dispiace. Quando ti sveglierai, perché ti sveglierai, ti devi svegliare, ti autorizzerò a picchiarmi. Sai, ora che non ci sei più te ad alleviare le mie giornate ascolto ancora di più i Simple Plan. Mi ricordano così tanto te... Un'altra canzone che ascolto è Iris, dei The Goo Goo Dolls. In questo momento mi rappresenta meglio di qualsiasi cosa. Quando ti sveglierai te la farò sentire, è meravigliosa, come te. A volte penso e spero che sia tutto quanto un sogno. O meglio, un incubo. Ma non è così. Sarebbe fantastico potersi svegliare in questo momento accanto a te, ma non può succedere, è impossibile. Sai cosa hanno detto i medici? Che è possibile che quando ti sveglierai non ricorderai più nulla del tuo passato. E sai questo cosa comporta? Che non ti ricorderai nemmeno di me, della nostra amicizia, di tutto quello che abbiamo fatto insieme, ma soprattutto del nostro amore appena nato. Solo pensare che quando ti sveglierai forse non mi vorrai più, mi fa provare un dolore qui, nel petto, leggermente spostato verso sinistra. Forse così non dovrai più sopportare il peso del tuo passato. Forse, però, vedere le ferite che hai sul tuo corpo per me perfetto ti farà ricordare tutto. E forse soffrirai ancora di più. Ma io non posso permetterlo. Ti giuro sulla mia stessa vita che ti eviterò qualsiasi altro dolore, sofferenza, frustrazione. Te lo devo, perché hai cambiato la mia vita. L’hai resa migliore. E non ti ringrazierò mai abbastanza. Perché tu ci sei sempre stata, fin da subito. Lo so cosa pensi, perché me lo ripeti sempre, mi dici in continuazione che sono io ad aver aiutato te e che non ti devo ringraziare. E allora, chi devo ringraziare se da quando sei arrivata tu tutto ha un senso? Chi devo ringraziare se da quando sei arrivata tu sono sempre felice? Chi se non te? - solo in quel momento mi resi conto delle mie lacrime. ‘devo andarmene, non ce la faccio a rimanere ancora qui.’ - mi manchi così tanto, ti prego, svegliati presto. - le diedi un bacio a fior di labbra. C’era ancora il suo sapore, reso salato delle mie lacrime. Uscii velocemente da quella stanza e me ne andai fuori, per prendere una boccata d’aria. In quel momento ne avevo veramente bisogno.
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Aspettando la felicità
Storie d'amoreCamilla e Federico. Due ragazzi che si conoscono al liceo. Lui la aiuterà a superare il dolore. Lui la amerà veramente. Lui le farà capire che è fantastica. E lei? Lei lo farà rinascere con il suo sorriso. NdA: Se volete farmi sapere cosa ne pensate...