29 It was all just a fairytale

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29 It was all just a fairytale

Passarono i mesi. Era aprile e dopo solo due mesi sarebbe finita la scuola. Mi sembrava fossero passati solo pochi minuti da quando il preside si era messo a cercare la mia cartella per vedere in che classe stavo. Tutti i ricordi erano ancora impressi nitidamente nella mia mente.

Giulia e Fabio stavano insieme, finalmente. Se lo meritavano entrambi. Simone forse si sarebbe finalmente dichiarato a Francesca, della quale era innamorato da anni.

E io? Io amavo ogni giorno di più Federico. Era tutta la mia vita, non riuscivo più a stare senza di lui. Da sola mi sentivo persa, impaurita, vulnerabile. Ma lui arrivava sempre e mi aiutava, mi proteggeva. Non lo avrei mai ringraziato abbastanza.

Avevo ricominciato, grazie a Federico, a prendere l’autobus.

Le ferite non erano più così profonde, erano tornate come ai primi giorni di scuola. Così potei ricominciare a prendere la vecchia dose di medicine. Sarebbe andata sempre meglio, lo sapevo. Anche perché pensavo che peggio di come ero messa non poteva andare.

Ma mi sbagliavo…

****

Vuota.

Ecco come mi sentivo.

Vuota.

Senza niente dentro.

Senza la forza di andare avanti.

Senza sorriso.

Senza Federico.

Era finita.

Non mi amava più, e aveva preferito un'altra a me.

Ormai avevo finito anche le lacrime.

Speravo fosse soltanto un malinteso.

Ma puntualmente quella scena riaffiorava nella mia mente, non dandomi tregua.

Flashback

Volevo fare una sospesa a Federico. Quel giorno mi aveva detto che non ci saremmo potuti vedere perché aveva da fare. Decisi di andare a trovarlo, per tenergli compagnia, e di portargli un dolce. Arrivai davanti casa sua, ma non entrai. Ciò che vidi la fuori mi bastò.

C'era Federico, seduto sui gradini di casa sua. In braccio a lui a cavalcioni c'era una ragazza, intenta ad accarezzargli il viso. Aguzzai la vista, per capire chi fosse quella ragazza. Era Sara. Si avvicinò ancora di più a Federico, fino a baciarlo.

Gli occhi iniziarono a bruciare. La busta con il dolce mi cadde, facendo molto rumore. Federico si voltò e mi vide. Scansò Sara e si alzò in piedi. Io mi girai e iniziai a correre. Volevo andarmene a casa, sperare che ciò che avevo appena visto fosse tutto uno stupido sogno.

- Camilla, aspetta! - gridò Federico alle mie spalle. Mi fermai, non sapevo neanche perché. Mi girai verso di lui.

- cosa dovrei aspettare?! Che finisci i tuoi "impegni"?! Ho di meglio da fare! -

- ti prego, non è come sembra! -

- a no?! Quindi non è vero che c'era Sara seduta in braccio a te intenta a baciarti! Mi sono immaginata tutto, giusto?! -

- no, ma io non volevo baciarla! -

- a me non sembrava! E io che pensavo avessi davvero da fare. Mi ero detta: ora lo vado a trovare, così non sta solo, e gli preparo anche un dolce. Credo che la compagnia non ti manca! - le mie guance iniziarono a bagnarsi.

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora