15 Hold on, pain end.

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15 Hold on, pain end.

Iniziammo a camminare velocemente verso le scale che portavano ad un piano superiore.

- si può sapere cosa è successo? E poi dove stiamo andando? - chiesi preoccupata.

- Giulia vuole buttarsi dalla terrazza della scuola! - sbarrai gli occhi.

- COSA?! -

- hai capito bene! Ora dobbiamo sbrigarci. -

- ma perché devo venire io? -

- mi hanno detto che sei la sua unica amica. - era vero. Mi tornarono in mente le parole della puffa della sua classe “lei è un’asociale, non ha amici.”

Accelerammo il passo e in poco tempo ci ritrovammo sulla terrazza. Lì c’era Giulia, seduta sul bordo.

- Giulia? - si voltò. Aveva gli occhi rossi e gonfi, il volto rigato dalle lagrime.

- che ci fai qui? - mormorò.

- sono venuta per aiutarti. -

- non ho bisogno di nessuno. - disse, girandosi.

Mi avvicinai a lei, facendo cenno alla bidella di lasciarci sole.

- mi spieghi, se vuoi, che è successo? - chiesi con calma.

- è tutto sbagliato! - esclamò. - cosa ci sto a fare qui se non ho né mia madre, né mia sorella?! NIENTE! E poi sono solo un fallimento, non servo a niente! Se me ne vado non mancherò a nessuno. -

- non è vero… -

- si che è vero! - sbraitò.

- Giulia, guardami. - le sussurrai. Piano piano si voltò e mi fissò. Nei suoi occhi meravigliosi, in quel momento c’era solo tristezza. - non sei affatto un fallimento, okay? Sei una ragazza fantastica, non dubitare di te stessa. Devi andare avanti, anche se è dura, anche se fa molto male. -

- ma non ce la faccio… -

- devi solo tenere duro, il dolore finisce. Te lo dico per esperienza personale. - abbozzò un sorriso. - e poi non pensi a tuo padre? Non credi che anche lui abbia sofferto molto? Pensi gli farebbe piacere perdere anche te, l’unica cosa che gli è rimasta? - scosse la testa, per poi ricominciare a piangere.

- sono stata solo un’egoista… -

- e smettila! Tu potresti essere tutto, tranne egoista! - abbassò lo sguardo. - e fammelo un sorriso. - mi guardò di nuovo e mi sorrise.

- grazie. - sussurrò.

- niente. - l’abbracciai

NARRATORE ESTERNO

Sulla terrazza della scuola c’erano due ragazze.

Due ragazze apparentemente diverse, ma in realtà molto simili.

Due ragazze che avevano sofferto molto, troppo per la loro età.

Due ragazze unite da questo dolore.

Due ragazze che, con tutti i loro problemi, volevano aiutare l’altra a tutti i costi.

Due ragazze che si volevano un bene dell’anima, anche se si conoscevano da poco.

Queste due ragazze, prima sole al mondo, si erano trovate, per non lasciarsi mai più.

CAMILLA

- ti voglio bene. - mi disse.

- anche io. -

Rimanemmo per un po’ sulla terrazza in silenzio.

- mi sono tagliata di nuovo. - ammise poco dopo. Le feci cenno di tirare su la manica. Lei obbedì, mostrandomi tagli molto profondi e freschi. - non volevo farlo, ma poi la tristezza ha preso il sopravvento e… -

Aspettando la felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora