3 A strange meeting
‘No, questa mattina proprio non ce la faccio ad alzarmi.’
La scuola era iniziata da soli tre giorni e già ero stanchissima. Non sapevo per quanto avrei resistito a svegliarmi presto.
Svogliatamente scesi in cucina. Lì, stranamente non c’era nessuno. ‘di solito mamma sta già qui a preparare la colazione.’ Lasciai perdere e, non essendoci mia madre, potei evitare di fare colazione.
Andai in camera mia e iniziai a decidere cosa mettermi. Optai per una maglia a maniche lunghe blu larga e un paio di jeans.
Una volta uscita dal bagno tornai in cucina per salutare mia madre, ma non c’era.
Iniziai a preoccuparmi.
Se si fosse sentita male nel sonno?
Se fosse stata rapita insieme a mio padre quella notte mentre io dormivo incurante di tutto? Okay, ero veramente catastrofica(?)!
Involontariamente il mio sguardo cadde sull’orologio.
Quando vidi l’orario mi maledissi da sola in venti lingue diverse: erano le tre e un quarto! ‘ci credo che per casa non c’è nessuno, chi è sveglio alle tre di notte?! Solo io! E ora che faccio? Mi sono anche preparata!’
Alla fine mi riallungai sul letto con indosso i vestiti, nella speranza di riuscire ad addormentarmi.
****
Mi risvegliai solo quando sentii la voce di mia madre chiamarmi dalla cucina.
Mi alzai lentamente e iniziai a preparare lo zaino per scuola.
- tesoro alzati! È tardi! -
- sono già in piedi!! - urlai per farmi sentire al piano di sotto, mentre prendevo il libro di geometria dallo scaffale sopra la mia scrivania.
- tesoro!! Alzati immediatamente! -
- SONO GIA’ SVEGLIA!!! - mi guardai allo specchio.
I vestiti non erano molto sgualciti, avrei potuto benissimo tenerli.
- non alzare così tanto la voce!! - sbuffai. Non era mica colpa mia se lei non mi sentiva. - scendi a fare colazione! -
- arrivo! - scesi i gradini due a due e arrivai in cucina. Quando mia madre sentì i miei passi si girò verso la porta.
- tesoro, sei già pronta? - annuii. - forza, fai colazione. - indicò il tavolo. Sopra c’erano biscotti, cornetti, marmellata, della spremuta d’arancia e una caraffa di latte.
- ma per caso viene un esercito a fare colazione? - mi guardò storto. - okay, okay, la smetto. - mi sedetti a tavola e presi un bicchiere di spremuta d’arancia con un biscotto.
- signorina, dove credi di andare? - disse mia madre, quando notò che mi stavo alzando.
- in camera mia. - scosse la testa.
- uno: devi prendere la pillola. - ‘è vero, me ne scordo sempre!’ - due: devi mangiare qualcosa in più. Cosa te ne fai di un biscotto? -
- ho preso anche la spremuta! -
- allora cambia tutto! - disse ironica. - devi mangiare, lo vuoi capire si o no? - sbuffai, ma presi comunque un cornetto.
- così va bene? - dissi mentre addentavo il croissant. Annuì.
Una volta finito, presi la medicina e andai di corsa in camera mia.
Dato che erano le sette e venti, mi sarei potuta riposare per ancora una mezz’oretta.
![](https://img.wattpad.com/cover/6390384-288-k798495.jpg)
STAI LEGGENDO
Aspettando la felicità
RomanceCamilla e Federico. Due ragazzi che si conoscono al liceo. Lui la aiuterà a superare il dolore. Lui la amerà veramente. Lui le farà capire che è fantastica. E lei? Lei lo farà rinascere con il suo sorriso. NdA: Se volete farmi sapere cosa ne pensate...