Capitolo 5: Lidia

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La notte passa, stavolta troppo in fretta e con gli occhi gonfi e due occhiaie livide mi trascino giù a far colazione, stavolta in pigiama, e senza nemmeno lavare la faccia.
Non è da me, probabilmente non so più cosa sia da me, magari Luca saprà dirmelo.
Spalmo la confettura sul pane mentre la signora in nero ci avverte che nel pomeriggio, subito dopo scuola, avremo ore libere per prepararci per l'ultima serata bowling organizzata dalla scuola.

Compiuti tutti i doveri, un po' a malincuore torniamo a casa e mentre le mie compagne sono prese da trucco e parrucco, io guardo la tv in silenzio.

Sono ormai tutte pronte e bellissime e si rifiutano in modo unanime di lasciare che io esca in versione acqua e sapone.
In pochi secondi la mia camera si trasforma in un vero centro estetico: Marta mi arriccia i capelli,Tara sceglie i vestiti aiutata da Paola, e Rebecca mi impasticcia il viso con ombretti, rossetto e mascara.

Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco: una femminuccia.

Luca sembra sempre più infastidito da me, non fa che evitarmi o guardarmi in malo modo, ma questa è la mia serata e non lascerò che qualcuno me la rovini.

I ragazzi della scuola sono già tutti al bowling e al nostro arrivo spuntano veloci dei sorrisi sui loro volti, soprattutto quello di Tyler che ci prova da giorni con Marta.

"Hey Italia! Che trasformazione!" mi dice una voce da dietro, quella voce.
Italia.
Solo lui mi chiama così.
Mi giro di botto ed eccolo qui di fronte a me: naso a patata, labbra carnose, occhioni marroni... Oddio, Mr Statua- non Statua è qui! E sembra addirittura più carino!
Vorrei saltargli con le braccia al collo, ma mi limito a sorridergli.
Mi fissa negli occhi senza staccare lo sguardo nemmeno per un secondo.

"Sei bellissima!" ringrazio arrossendo e abbasso lo sguardo.
"Scusa, non volevo disturbarti, ho capito di non piacerti, ma volevo vederti ancora una volta." confessa ma non lo seguo.
"E' un modo per farmi dire che mi piaci? Sei sparito tu" ribatto ferma.

Parla di un messaggio che mi ha inviato un paio di giorni fa a cui non ho mai risposto. Prendo il cellulare dalla borsetta che Tara mi ha prestato e gli dimostro che sta palesemente mentendo, ma anche lui apre la conversazione dal suo cellulare ed effettivamente risulta suo l'ultimo messaggio, dove mi chiedeva un appuntamento. Sorrido guardandolo negli occhi.

"Non ne sapevo nulla, avrei accettato. Gli ultimi giorni sono stati un po' particolari, volevo sentirti ma pensavo di non piacerti" mi giustifico, ma prendendomi le mani e stringendole tra le sue mi dice:
"Tu mi piaci, e... vorrei davvero sapere il tuo nome", scoppio a ridere, arrossendo come sempre.
"Troppo semplice, vediamo: se vinci te lo dico, se invece perdi ... ti chiederò di fare qualcosa di imbarazzante,ma ci devo pensare bene" rido divertita per la sua sorpresa stampata in viso.
Ci sfidiamo ad air hockey da tavolo e sono determinata a vincere.
Lui sembra non aver fatto altro che giocare a questo in tutta la sua vita e non a caso mi straccia.

"Lidia, mi chiamo Lidia", mi sfiora il dorso della mano con il suo pollice e facendo il baciamano da abile gentleman, si presenta:
"Nome bellissimo, degno di te. Io sono Mark".

Ci allontaniamo dal gruppo, sedendoci in disparte e parlando faccia a faccia dividendo una porzione di patatine.
"Come facevi a sapere che mi avresti trovata qui?" chiedo giocando con una patatina immersa nella maionese.
"Mi avevi detto delle serate al bowling e ho contattato vari posti che hanno un legame con delle scuole qui e...ed eccoci" ride un po' imbarazzato.
Mi fa sorridere, ha un modo di fare molto carino ed educato e non sembra niente male. Riesco a percepire quando qualcosa che dice lo imbarazza perché gli vanno letteralmente a fuoco le orecchie.

"Sai, sei davvero bellissima. Forse anche più bella senza tutto quel trucco" dice fissandomi negli occhi e stavolta sono io ad arrossire.
"Chiediamo alla professoressa se puoi uscire con me domani sera, magari andiamo allo stesso posto a cena e prendiamo un tavolo in disparte", sembra non voler mollare e questa cosa un po' mi agita, ma è così carino e il suo faccino da bravo ragazzo mi spinge ad accettare.

"Ora devo proprio andare, rischio di perdere il pullman."
Si alza e senza togliermi gli occhi di dosso mi chiede:
"Mi scriverai?".
Sorrido, gli chiedo di scrivermi quando è a casa.
"Ho un'idea!" sbotta all'improvviso, "ci scattiamo una foto ogni volta che ci vediamo, che ne dici?" rido e le sue orecchie riprendono colore.
Prova a convincermi e ci mettiamo in posa,scattando la nostra seconda foto; la prima da non sconosciuti.

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora