Capitolo 2: And (✅)

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La sento urlare, di nuovo.

Urla di una donna spaventata, in collera.
Salto giù dal letto e seguo questo suono proveniente dal bagno.

Lei piange e chiede pietà, la sua voce è stanca e il respiro è affannato.
<<Sta' zitta, puttana>> ordina una voce familiare, un po' troppo roca per riconoscerla.

Raggiungo il bagno, li guardo: lui su di lei, con le mani che le stringono in gola impedendole fino all'ultimo gemito, e lei con gli occhi strabuzzanti fuori dalle orbite e le mutandine strappate, lontane circa mezzo metro, abbandonate sul pavimento.

Fisso quella donna: distrutta, spaventata, vuota o forse rassegnata e mio padre che cerca di strozzarla mentre si spinge tra le sue gambe.

Sento il fuoco divampare dentro di me, stringo i pugni e mi lancio su questa bestia che chiamo papà.

Fa resistenza ma io picchio, picchio forte, picchio a raffica.

Lo odio.

Devo fermarmi perché potrei fargli del male, ma se smettessi adesso lui ferirebbe mamma.

Lo prometto a me stesso, anzi, lo prometto a te mamma: quest'uomo non ti toccherà mai più.

Lei mi supplica di fermarmi ma io sento i miei pugni affondare nella sua pancia, sulla sua faccia, vorrei rompergli le ossa, e piangendo lacrime di rabbia, che bruciano scendendo sul viso, guardo mio padre dritto in faccia tra lividi e sangue e gli urlo di andare via.

<<Andy, amore sei sveglio?>>.
Apro gli occhi e la guardo: una donna sulla quarantina, bionda, bellissima, con i suoi occhi color caramello che mi sorride accarezzandomi il viso.

Scruto ogni minimo dettaglio del suo volto: i lividi sono spariti quasi del tutto.

<<Hai ancora fatto quel brutto incubo, non è così?>>

Vorrei fingere, ma sarebbe inutile: lei sa sempre tutto.

<<Sta tranquillo è tutto finito tesoro mio. Tu sei il mio supereroe! Mi hai salvato la vita e tuo pa...nessuno ci farà più del male.>>

La guardo e non riesco a non pensare a quanto io la ami.

Socchiudo gli occhi e per un attimo la rivedo, immobile, mentre piange sotto le grinfie di quel mostro, ma l'ha già capito e mi bacia la fronte scacciando tutti i cattivi pensieri.

<<Mamma mi pettini i capelli?>>, irrompe Carly, mia sorella minore, portando la mamma con sé.

Ed ora giù dal letto, mi trascino davanti all'armadio alla ricerca dell'uniforme, ma scorgo un'ombra allo specchio.

Guardo dritto al ragazzo riflesso, non assomiglia a mio padre: lui ha i capelli neri, una barba folta e lunga e una cicatrice sul labbro superiore; mentre il ragazzo che sto fissando è così diverso: ha i capelli castani e occhi nocciola... lo sguardo perso.

Mi fa tenerezza e rabbia.

Noto l'ora e, in ritardo come al solito, scappo a scuola.

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora