Capitolo 27: Lidia

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Mark mi porta a casa, dopo il bacio della buonanotte vengo tartassata dalle urla e gli starnazzi delle mie amiche che ci hanno spiato dalla finestra.

Finalmente a letto non faccio che sfiorarmi le labbra ripensando a lui.
Ci siamo baciati tante volte prima di oggi, ma ora è diverso: ora siamo ragazzo e ragazza.

-Buonanotte piccola mia ❤️ grazie per la magnifica giornata, ti amo.-

Il messaggio della buonanotte.
Non ne ero abituata, è una sensazione bellissima: ci si sente così felici nel ricevere l'ultimo pensiero della giornata della persona a cui si tiene.

Sarei rimasta in città ancora poche ore e non avrei rinunciato ad un momento di noi.
- Buonanotte amore ❤️ grazie a te! Ti amo ❤️❤️❤️-

"Lidia, Lidia! Eddai Lidia svegliati. Il tuo ragazzo è qui fuori e ti vuole..." dice Fede svegliandomi con calma.

Ma non funziona.

"Fede spostati, ci penso io." mi si avvicina all'orecchio Mina lentamente e prende ad urlare all'impazzata:
"SVEGLIA DORMIGLIONA TI ASPETTA IL BELLOCCIO" sobbalzo, quasi rischiando un infarto.

"Ma sei impazzita?" chiedo in preda al panico mentre Mark si fa strada nella mia camera.
"Principesa? Buongiorno!" sorride porgendogli una rosa rossa.

Mina finge i conati di vomito mentre Fede la spinge fuori per lasciarci soli.

"Che bella bimba" sorride lasciandomi un bacio dolce sulla punta del naso.
"Ciao fidanzato" mormoro in una qualche lingua antica sconosciuta.

"Oggi cosa ti va di fare?" mi chiede accomodandosi sul mio letto.
"Mmmmmmh" mugugno portando la testa al suo petto e, quello che era un tempo Mr Statua- non statua mi abbraccia.

"Qualcuno qui vuole le coccole del buongiorno, vero dormigliona?" finge di farmi il solletico, le sue dita sfiorano la mia pelle in una leggera carezza.

Sorrido e annuisco facendo tesoro di tutti questi momenti di dolcezza.

"Mi piace poter correre da te al mattino appena sveglio e farti le coccole..." sussurra baciandomi la fronte.

"Quando pensi che riusciremo a vederci di nuovo?" chiedo con un filo di voce,
ho paura della sua risposta.

"Suppongo che per le vacanze di pasqua possiamo organizzarci..." dice riflettendo sul tempo da stare lontani: ben 3 mesi.

Abbasso lo sguardo, ho gli occhi pieni di lacrime.
Questo non è un addio come gli altri, stavolta è diverso, stavolta sono innamorata.

Mark viene a salutarci all'aeroporto scortato da Jake.
Mina riesce a capire il mio umore, lo prova sulla sua stessa pelle:
probabilmente Jake non è poi così male.

Si scambiano un bacio casto ma significativo e quando il nanetto le sussurra "sta attenta e fa la brava piccola" capisco che forse non è una semplice simpatia.

Federica è palesemente triste per noi, ma sono ore che sorride al cellulare.
Sicuramente parla con Luca, ormai non fa altro.

Poi ci siamo noi: Mark ed io, la frignona della situazione.

Respira profondo e porta via le lacrime,Lidia.

Non riesco a guardarlo negli occhi, fa troppo male.

Lui ha capito la situazione, ha capito quanto in realtà conti per me tutto questo.
Posa dolcemente la mano tra i miei capelli e mi tira a sé facendomi affondare il viso sul suo petto.

"Ho una cosa per te" sussurra passandomi una piccola busta.
"Cos'è?" chiedo con la voce che mi trema.

Lo guardo: il suo sguardo, il suo sorriso.
Oh Mark perché dobbiamo separarci!

"È una mia felpa, così quando avrai bisogno di un abbraccio potrai indossarla e mi sentirai lì con te." spiega dolcemente.

Non posso crederci.
Ho il ragazzo più tenero al mondo.

Durante le settimane a seguire ho fatto grande uso di quella felpa, tramite FaceTime riuscivamo a vederci e sentirci varie volte al giorno.
Una volta o due abbiamo anche guardato un film insieme: ovvero, abbiamo fatto partire lo stesso film in un preciso momento così da poter commentare le scene.

"Amore oggi ho un paio di commissioni da fare con mio padre, quindi credo che ci sentiremo in serata..." registro il messaggio audio su WhatsApp e poso il cellulare in tasca.

Dopo aver comprato del materiale per la scuola montiamo ancora una volta sullo scooter, di ritorno a casa.

Papà non ha mai fatto follie con l'auto o con la moto da quando sono nata io, un tempo era spericolato: si divertiva a correre su una sola ruota, ma mettendo su famiglia ha messo la testa a posto.

Mi stringo ai suoi fianchi, poggiandomi con il busto alla sua schiena proprio come facevo da piccola.

Un'auto molto grande sfreccia all'impazzata, immettendosi in strada a tutto gas e facendoci cadere all'istante.

Non riesco a vedere la macchina, non ne ho notato neanche il colore.

Chiudo gli occhi e sento il fuoco divamparmi dentro.

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora