Capitolo 55: Lidia

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"Siamo lieti di annunciarle che abbiamo preso in considerazione la sua richiesta di iscrizione e saremo onorati di averla qui con noi, per il prossimo anno."
Avevo totalizzato uno tra i punteggi più elevati in classifica, questo comportava una sorta di lasciapassare per l'università di Lingue e Letterature di Londra.

Non faccio che pensarci, mi riscopro a fissare il vuoto di continuo, immaginando il volto rotondetto del presidente della commissione, sorridente ed entusiasta durante il nostro colloquio.

Quando ho dato la notizia a Mark, tra le lacrime, mi ha sollevata dal pavimento e abbiamo festeggiato in un abbraccio lunghissimo, seguito da una cascata di baci.
Sembrava così fiero di me per essere riuscita in una cosa enorme.

Anche Tara è stata ammessa da subito, mentre Mina ha dovuto attendere che qualcuno si tirasse indietro, perché prima riserva. Siamo state così fortunate che stento ancora a crederci: mi trasferirò a Londra subito dopo gli esami di maturità e alcune tra le mie migliori amiche saranno lì con me.
Federica non ne sembra poi così felice, ma ha preso una decisione e deve essere pronta a portarla avanti.

L'intero quinto anno sembra interminabile, ogni giorno la stessa alienante storia: sveglia presto, corse per arrivare a scuola in orario, dove ogni giorno interrogazioni e compiti in classe ci rendono la mattinata invivibile; di corsa a casa per studiare, organizzare lo studio, cercare un appartamento a Londra e studiare ancora.
Ormai ho limitato le uscite al minimo, dicendomi di star tranquilla perché a breve tutto questo passerà e potrò riprendere la mia vita nelle mie mani.

Fisso gli appunti colorati sulla scrivania, mille fogli, mille post-it, colori e penne, mi guardo intorno: non c'è che il vuoto, eppure mi sta divorando.
Ho una morsa al petto, respiro a fatica, quasi come se qualcuno mi avesse colpita con una spranga.

Ho un senso di nausea che mi impedisce di aprir bocca, per la paura di rimettere il pranzo.
Sudo freddo, il vuoto mi gira tutto intorno, ballando con i tanti appunti e post-it.

"Amore? Hey piccola, mi senti?" la voce di Mark, dispersa nel buio.

No, non di nuovo.

Passano pochi secondi prima che riesca ad aprire gli occhi, per scoprirlo qui, appollaiato accanto a me, che mi tiene la mano e mi coccola.
"Sei svenuta... è stato bruttissimo. Ero appena tornato e ho assistito a tutta la scena. Dovresti posare tutto e riposare, anzi sai cosa facciamo? Visto che a breve finiscono le interrogazioni e hai gli esami, facciamo un piccolo viaggio qui nei paraggi anche con gli altri, hai bisogno di distrarti amore".

Non posso dargli torto, sono molto stanca, stressata e non vedo i miei amici fuori l'orario scolastico da troppo.
Mark sembra non voler sentire ragioni, né tantomeno il mio parere, dev'essersi spaventato nel vedermi cadere come una pera cotta.

"Organizziamo tutto stasera, l'ho già detto agli altri così domani mattina se nessuno ha interrogazioni andiamo via e torniamo tra due,tre giorni al massimo" conclude, raccattando il materiale dalla scrivania e mettendolo da parte.
Mi guardo intorno: regna il silenzio, tutto in ordine. Il letto è li che mi fissa, quasi a chiamarmi e tentarmi come le sirene con Ulisse.
"Perché non ti stendi un po'?" compare Mark alle mie spalle.

"Non voglio stare da sola, vieni con me?" rispondo ammiccando un sorriso, tirandolo a me dopo aver afferrato la sua maglia bianca Adidas. Entrambi sorridiamo, abbiamo voglia e bisogno l'una dell'altro.

Le pareti rosa della camera mi mettono in imbarazzo, come se fossi ancora la bambina che tanto amava Hello Kitty, le bambole e i pupazzi; ma non è più così: tra un mese compirò 18 anni, sarò maggiorenne e a breve andrò a vivere all'estero; anche se, probabilmente porterò alcuni dei miei pupazzi con me.

"Non provare a sedurmi, sei stata male poco fa e non voglio che ti senta ancora debole!" dice il grande orso puntandomi il dito contro con fare autoritario.
Metto il broncio, ma so che ha ragione e ci accontentiamo di un film accucciolati sul divano, mentre aspettiamo che arrivino gli altri.

~

Carlos e Danny sono venuti a trovare i loro amici, e soprattutto a cercare di capire che fine avesse fatto Matthew, ormai trasferitosi qui. Abbiamo deciso di partire tutti insieme e dopo poche ore abbiamo raggiunto la nostra meta: una casa al mare sulla costa.

C'è una vista spettacolare, sembra essere usciti dall'Italia ed invece siamo proprio qui: casette bianche, porte in legno blu e rosse, balconi colmi di vasi fioriti che si affacciano sul mare così azzurro e limpido da richiamare il cielo.
Resto in silenzio ad ammirare questo quadro naturale e penso che sia tutto magnifico, quando Matthew mi si avvicina e iniziamo a confrontarci sul serio, per la prima volta.

"Sai, io non lo so se troverò mai qualcuno come te e Mark, insomma... vi amate da impazzire, lo si vede anche dal modo in cui restate in silenzio a volte sforzandovi di non raccontare cose dell'altro. Da quando ci sei tu nella sua vita, in quest'ultimo anno e mezzo più o meno, lui è felice e non ti ho mai ringraziato abbastanza per questo. Credo tu sappia cosa ha passato da piccolo e quanta sofferenza ha provato, non è facile crescere in quel modo, eppure... lui è diventato questo ragazzone perfetto e ha trovato te... Sei la sua forza." sorride fissando il panorama, senza distogliere lo sguardo neanche per un attimo.

"È una bellissima persona e voi siete stati fantastici perché quando vi ha conosciuti non avete pensato di abbandonarlo come tutti gli altri, anzi, siete diventati la sua famiglia." sorrido teneramente, quando Matt mi abbraccia da dietro.

"Mi aiuti a trovare la ragazza giusta,Lì? Non ce la faccio più a scopare con tutte senza conoscere il loro nome" mi sussurra imbarazzato.
Negli ultimi tempi siamo diventati molto amici: da quando anche Luca si è fidanzato gli unici momenti liberi che aveva li dedicava a Federica, quindi non abbiamo avuto modo di supportarci a vicenda, mentre Matt era proprio lì.

"Certo, domani ti presento Tara, la mia ex compagna di stanza... viene anche lei a Londra sai?" sorrido entusiasta.

Con uno scatto Mark mi allontana da Matthew, quasi ringhiandogli contro.
"Non avvicinarti mai più alla mia ragazza" scandisce bene le parole prima di spintonarlo.
"Hey amico non mi piace questo gioco, Lidia è solo una mia amica... per me siamo fratelli, io no lo farei mai" dice il ricciolo, ricevendo in cambio un gancio destro sul viso.

Mark guarda le nocche della sua mano, sporche del sangue di Matt, mentre io impaurita mi fiondo fuori casa.
Non avevo mai visto questo lato di Mark, non mi piace.
Aveva gli occhi fuori dalle orbite, la vena del collo che quasi pulsava all'esterno, denti stretti e sete di violenza.
Questo non è il Mark che io ho conosciuto e che amo, questo è un mostro.

Scappo via, corro, senza guardarmi alle spalle.
Le lacrime affollano i miei occhi e scivolano veloci sul viso.
Mark mi ha strattonata via con tutta la sua forza per avventarsi su uno dei suoi migliori amici.

Salgo sulla prima navetta alla fermata del pullman e mi allontano da questo incubo, senza pensarci.

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora