Capitolo 13: Lidia

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Qualcuno bussa alla porta della mia camera: prima picchiettando le nocche delle dita e poi quasi spingendo forte il palmo contro il legno.

Tara è in bagno, lavava i capelli fino a pochi minuti fa, quindi mi trascino giù dal letto e vado ad aprire pensando di trovarci li una delle ragazze del gruppo, ma una volta spalancata la porta, c'è una figura completamente diversa ad attendermi.

Ha il fiatone e lo sguardo preoccupato, si porta la mano al petto e l'altra è ferma sullo stipite della porta.
"Piccola ti prego lasciami parlare",  o almeno credo abbia detto qualcosa del genere: già trovo difficile parlare in inglese e instaurare un rapporto, se poi mi ci metti il sangue alla testa e il suo fiatone diventa una mission impossible.

"Mark, vattene. Cosa non ti è chiaro del mio 'Sparisci'?" chiedo cruda, digrignando i denti e cercando con tutta me stessa di non prenderlo a pugni su quel naso a patata, finendo per farci una purea.

"No, amore! Hai frainteso!" supplica fissandomi negli occhi, sembra davvero distrutto.

Ma, ora che ci penso, come mi hai chiamato? AMORE? Io ti ammazzo.

"Voglio che tu vada via, la professoressa potrebbe pensare che ti ho chiamato io e sinceramente non voglio proprio vederti." sparo decisa.

"Non vado da nessuna parte. Ho preso una camera qui, ti assillerò per tutta la notte se non mi dai modo di spiegare". Ha la testa dura, ma mai quanto me.

"Vai dalla tua amichetta Mark, io dopodomani a quest'ora sarò a casa e tu sarai solo un ricordo. Quindi va' a divertirti con lei, perché io di te non ne voglio sapere assolutamente nulla." dico chiudendomi la porta alle spalle.

Inspiro, conto fino a dieci... non basta... fino a venti.
Già va meglio, le lacrime sono tornate indietro, e mentre Tara mi abbraccia stringendomi a sé, sento Mark che fuori la porta spiega le sue motivazioni.

"Se guardi bene la foto io sono piegato sul suo collo, non stavo facendo nient'altro che dirle di coprirsi e andare via visto che era completamente ubriaca, è la cugina del mio vicino di casa, avrebbero dato la colpa a me se avesse fatto qualcosa di sbagliato." il suo tono è sincero, sembra dispiaciuto per come sono andate le cose.

"Lasciala in pace, vattene" è la voce di Luca, cosa cavolo sta facendo? Li sento discutere, Mark è infastidito ma Luca sembra un cane da guardia.

Non voglio che litighino, esco allo scoperto e metto fine alla loro discussione: ringrazio Luca augurandogli buona notte e concedo 10 minuti a Mark per parlare.
Andiamo in camera sua e a braccia conserte mi avvicino alla porta aspettando che lui parli.

"Come ti stavo dicendo, lei non è una mia amica, lei non è nessuno. E' venuta a trovare suo cugino e lui mi aveva proposto di portarla alla festa visto che abbiamo la stessa età, ma sa che io ho una cotta per te. Cavolo gli parlo di te da quando ci siamo visti la prima volta." Parla a raffica portandosi le mani alla fronte quasi come se volesse fermare i suoi pensieri.

"Ascolta, io adesso devo proprio andare a dormire, domani ho molto da fare e preparare anche la valigia ecc.. quindi vorrei davvero la chiudessimo qui, senza troppi casini. E' stato divertente, anche carino. Ma devo proprio andare." gli dico in risposta alla sua richiesta di restare a dormire insieme: avrebbe dormito a terra, per lui contava solo poter stare un po' di più con me, ma io non ho ancora deciso se voglio credergli o meno.

L'indomani lo vedo che si aggiunge al nostro gruppo per la colazione e ci scorta fino scuola.
La tensione tra lui e Luca è così forte da far sentire tutti a disagio.

-Mark non scherzavo ieri, devi andartene. - scrivo una volta preso posto sul pullman.

-Mi piaci davvero e ci sto male. Vorrei baciarti ancora. Ieri mi sono trattenuto dal farlo, ma sei così bella quando fai la gelosa! Vorrei tu non fossi arrabbiata, vorrei poterti stringere forte finchè sei qui. ❤ buona giornata principessa.-, leggo il suo messaggio e cerco di reprimere un colpo al cuore. Vorrei dirgli che mi piace, che sono gelosissima perché vorrei che lui fosse solo mio, ma poi penso a quella foto e mi da così fastidio che ho i nervi alle stelle.

-Con me non attacca, prova con la tua amichetta.- gli scrivo e scendo da pullman entrando dritta in classe senza voltarmi.

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora