Capitolo 52: And

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Corro veloce, mamma tiene il passo, ma io mi spingo ancora di più.
Sfreccio fra pareti bianche, di un bianco sporco, spento, ingrigito probabilmente per la sofferenza cui è stato obbligato ad assistere; sporadiche linee continue blu fanno capolino su questo manto per delineare un percorso preciso, terminante con una porta dello stesso colore.

Ho sempre detestato gli ospedali: i colori, l'odore, i volti afflitti dei parenti e quelli doloranti dei pazienti.
Non ci penso, adesso il mio obiettivo è quello di trovare il mio migliore amico e stargli vicino.

Eccolo lì: sala d'attesa, la quarta ormai.
Thomas ha la testa tra le mani e non alza lo sguardo nemmeno un attimo, mentre nonno Pete non fa che fissare il soffitto, ritrovandosi in una dimensione tutta sua, dove poter comunicare con Dio e chiedergli magari di lasciare che la sua Rose resti con lui ancora un po'.

Non ho mai creduto in un Dio buono o cattivo che premia o punisce i suoi piccoli; noi siamo fautori del nostro destino, dei nostri obiettivi raggiunti e di quelli falliti.
Ma in casi simili, probabilmente, un aiuto dall'alto non farebbe male.

"Oi cos'è successo?" chiedo agitato e affannato per la corsa.
"Nonna era in bagno, dev'essere inciampata ed è caduta rompendosi il naso e non riusciva ad alzarsi...ora è dentro, stanno facendo la visita.", mamma ci raggiunge, è stravolta ma riesce a tranquillizzare il nonno.

"Quindi può tornare a casa?" chiede Thomas quando il dottore ci spiega la situazione.
Nonna Rose viene verso di noi sulla sua nuova e fiammante sedia a rotelle, le sue ginocchia sbucciate non reggono più e c'è bisogno che resti lì seduta.

"Ti scarrozzo io, nonna!" sorride Thomas stringendola a sé.
Il nonno è molto più tranquillo, anche se sa perfettamente che non è poi tutto così semplice.

Torniamo a casa, mamma ha preparato la cena anche per loro e dopo aver mangiato tutti insieme a casa di Thomas, Carly si è addormentata sul divano e abbiamo preferito andare via.

-Giornata difficile: la nonna di Thomas è caduta e ora deve usare la sedia a rotelle... uff amore da quando sei via non ne va una giusta.

In fondo è vero...

Continuiamo a non trovarci, a non avere del tempo per noi, sembra impossibile addirittura comunicare, e nonostante l'amore e i sentimenti che entrambi proviamo, la nostra relazione ne sta risentendo.

~

Oggi non lavoro, ho bisogno di parlare con Hannah, la sua assenza mi logora dentro ogni giorno di più.
In realtà è il non riuscire a definire questo rapporto: siamo una coppia ma non parliamo che per un secondo al giorno da circa due mesi.

Rassetto la mia camera, Carly è con mamma al centro commerciale alla ricerca di chissà cosa, rigorosamente rosa.

"Hey!" Hannah ha appena risposto su Skype e finalmente riesco a vederla.
La guardo, ed è così diversa.

"Hai cambiato colore ai capelli..."
Ripenso a quel film che hanno trasmesso in TV qualche settimana fa, un uomo scopre il tradimento di sua moglie dopo aver notato piccoli cambiamenti nella sua quotidianità.

Una donna, quando è insoddisfatta e vuole cambiare vita, inizia sempre dai capelli.

È così Han? Non ti sto più bene...?

"Ti piacciono? L'ho fatto oggi! Nell'ultimo periodo non mi sentivo a mio agio con i capelli lunghi e scuri..."

"A me piacevano"

Il suo sguardo è diverso, sembra stanco.
"And come va lì? A scuola..."

"Tutto bene, anche nonna Rose sta meglio, stanno tutti bene. Tu piuttosto?"
Sembriamo due sconosciuti, non riusciamo a parlare, non come prima.

"E a lavoro? Continua a venire qualche ragazza solo per guardarti?" finalmente sembra essere ancora interessata a me.
"Ogni tanto... ci provano ancora, almeno non sembro essere diventato un cesso."

"Ma se sei un figo della Madonna! Comunque anche qui qualcuno mi ha chiesto di uscire, ovviamente ho detto di no, però sai non si sa mai. E poi c'è il figlio del collega di mio padre, cazzo And! Ero in bagno e lui è entrato di corsa e voleva baciarmi."

"Cosa? Che cazzo dici." ringhio.
Hannah sembra aver realizzato solo adesso quanto la cosa possa infastidirmi.

"And è tutto okay, gli ho fatto capire che non ci sarà mai nulla tra noi."

Chiudo gli occhi, mi bruciano le mani.
"Hanney" dice una voce maschile.
"Arrivo! And, ci sono gli amici di mio padre, devo andare..."

Vorrei riuscire ad arrabbiarmi, dare di matto, dirle che non mi sembra il caso di staccare questa chiamata dato che è solo la prima volta che riusciamo a sentirci da quando si è trasferita.

"Okay." Non dico altro.
Sono un perfetto imbecille.

"Ciao ciao!" stacca troppo presto, non riesco a risponderle e dirle ancora una volta che la amo...

-Ciao anche a te- le scrivo.

-Non ho avuto il coraggio di aspettare la tua risposta. Avresti detto che mi ami e non riesco a sentire la tua voce pronunciare quelle parole. Sono qui da qualche mese, in un primo momento non facevo che piangere a casa per te, avevo e ho troppo bisogno di te.
Ma non posso continuare così, resterò qui ancora per anni, forse tutta la vita. Per quanto credi che potremo continuare ancora? Ti amo troppo per chiederti di aspettarmi e di accontentarti di un messaggio al giorno. Non è la relazione che pensavo di avere con te. Non è la relazione che meriti.
Mi manchi da impazzire, ti amo, ma ho bisogno che tu sia libero di frequentare chiunque altra.
Morirò di gelosia, me ne farò una ragione.
Ma promettimi di farlo.-

Leggo il suo messaggio tutto d'un fiato, riprendo a leggerlo ancora una, due e tre volte.
Ho un nodo alla gola.

Mi stai lasciando?

-Io non ti prometto un cazzo. Voglio solo te.-

-Un giorno capirai. Scusami, ti amo.❤️-

Avrei voluto dirle tante cose, chiederle di restare, prendere il primo aereo e correre lì da lei; stringerla tra le mie braccia e respirare il suo profumo fino a sentirmi di nuovo pieno.
Pieno di lei.

E invece, dopo l'ultimo tentativo fallito miseramente, ho spento il cellulare, spento il computer e sono uscito.

-Thomas, se mamma dovesse chiederti di me dille che sto a cena da voi.- ho acceso il cellulare solo per scrivere questo messaggio, ma trovo una notifica di Han:
-Un giorno capirai. Ho bisogno di sapere che almeno tu sei felice.-

Vaffanculo Hannah.
Essere felice? Senza te è uno schifo.

Riprendo a camminare, correre.
Corro verso Hannah, corro lontano da me.
Corro per distrarmi, per scappare dai miei pensieri.
Corro perché così le lacrime scivolano via dal mio viso più velocemente.

Non potevi essere seria Han, non ci credo che mi lasceresti così.
Sappiamo entrambi cosa abbiamo costruito, quello che speravamo per il nostro futuro.

Ho un peso al cuore, un macigno di dieci tonnellate mi comprime gli organi e non mi permette di respirare.

"And cosa succede?"
"Louise, levati dalle palle. Non mi va di parlare."

Look both ways -REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora