29. Itsuki Marude

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Immaginate quelle che seguono come parole di una lettera, indirizzata a Kureo Mado, e scritta dal suo vecchio compagno di un tempo, Marude Itsuki: nell'immedesimarmi in un tale personaggio, apparentemente freddo e distaccato, ma pur sempre una persona, mi sono quasi commossa.

Ho sempre voluto essere il migliore, e, ogni qualvolta credevo che i miei compagni necessitassero di un aiuto, mi sono comportato da leader, costringendoli ad obbedire ai miei soli ordini.
Tu, invece, non avevi bisogno di urlare, per riuscire: anche standotene in silenzio, eri in grado di guidarci tutti verso la vittoria.
E mentre io mi arrabbiavo, tu eri sempre sereno e tranquillo, pronto a lanciare uno dei tuoi sguardi, e ordini silenziosi.
A te, infatti, piaceva fare quello che ti era stato affidato; io non saprei dire cosa desiderassi dalla vita, e dal mio lavoro.

Tu eri diverso, quasi speciale. Io ero solito gridare ai miei compagni la mia superiorità; ogni qualvolta ci riuscivo, o ne avevo la possibilità, mi mettevo in mostra, per paura che non mi capitasse più di avere ragione.
Tu, invece, non avevi bisogno di comandare, per ottenere il rispetto della tua squadra; essa, infatti, non aveva occhi che per le tue capacità. Quelle doti che non finivano mai di finire.

E io mi allenavo, mi impegnavo sempre al massimo; mi preparavo a risolvere ogni situazione.
Per te, invece, era molto più facile capire cosa stesse succedendo. E mentre io avevo bisogno di ragionare e usare la testa, tu, col tuo cuore forte, avevi già sistemato ogni cosa.

E tu avevi un vero obbiettivo. Eri anche in grado di amare, e di lottare per gli altri.
Io, invece, non sono mai riuscito a colmare il grande vuoto e l'incompletezza che mi hanno, da sempre, riguardato; non ho mai compreso quale fosse davvero il mio compito, e quella cosa che, portata a termine, mi facesse sentire realizzato.

Ma tu, tu no. Tu non eri vuoto: eri solo; ma eri il più forte. Nessuno aveva il coraggio di ammetterlo, ed io stesso ho sempre deriso la tua unicità. Ma soltanto perché avrei voluto vincere, come vincevi tu, e somigliarti un po' di più.

E di certo tu, ora, sei morto, ma hai vissuto da eroe; eri un eroe solitario e strano, ma questo l'avevamo deciso noi invidiosi.
Invece, io sono ancora vivo. Ma, forse, un po' più morto di quanto non lo sia tu.

E, adesso, Kureo Mado, mi manchi. Mi manchi perché, senza di te, non riesco più a vincere: prima, invece, mi prendevo il merito delle tue conquiste.
Oggi, dunque, sono solo. E sempre un po' più solo di te: se avessi ammesso di ammirarti, sarei riuscito a vincere, come eri in grado di fare solo tu? Forse, insieme a te, sarei stato un po' più forte anch'io.

Come vorrei, adesso, una tua risposta a tutti i dubbi che avvolgono la mia vita; una di quelle che regalavi con così tanta facilità, e che, data la sua ambiguità, per capirla, ci si metteva una vita.

Insomma, vorrei proprio una risposta da un amico; dall'eroe, che tu eri per me.
~Marude Itsuki.

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