Siamo decisamente fuori periodo, ma avevo voglia di scrivere sul Natale. Così, senza un motivo ben preciso.
Inoltre, volevo scusarmi per la mia assenza: domani aggiornerò anche le altre storie!Quel giorno, la pioggia stava devastando ogni cosa. La città, le case, gli animi della gente: stava distruggendo la speranza.
Le luci di fuori erano accese, del resto era Natale, tuttavia la nebbia non permetteva alla gente di godersele, anche, e soprattutto, quella volta. I raggi del sole erano stati, per tutto il giorno, offuscati dalle nuvole, ma adesso si era fatta notte, e i ritardatari, con l'ombrello, in fretta, si dirigevano verso casa, dopo aver acquistato i loro regali. Fino a qualche minuto fa, si potevano assaporare mille odori diversi. Quello dei dolci natalizi appena sfornati, quello della felicità dei bambini, ansiosi di ricevere i giocattoli tanto desiderati, quello della gioia di chi, in silenzio, attendeva il ritorno di qualcuno.
Eppure, la pioggia aveva impedito che tali piacevoli profumi potessero mescolarsi con l'aria, anche quel giorno. Infatti, tutti i negozi avevano, oramai, chiuso, e i bambini erano ritornati a casa, costretti dai loro genitori, per dare inizio alla cena di Natale. Anche Touka stava sistemando il suo locale, intenta a tornarsene a casa, mentre la pioggia e la nebbia rendevano difficile il ritorno delle persone care. Difatti, molti voli furono annullati, non senza provocare tristezza.
Seppure fosse Natale, infatti, anche Touka, c'è da dirlo, era poco felice: aveva aspettato tutto il giorno, ma ancora non si era fatto vivo, mentre lei voleva vederlo, anche quel giorno.
Forse, era impegnato a lavoro. Eppure, presto avrebbe terminato il suo turno, e, magari, sarebbe passato. Quindi, dopo aver pulito per bene, la giovane, stremata, si sedette. E continuò ad aspettare.
Erano anni che non si riposava, davanti ai vetri di una finestra, e che non ammirava il panorama, la città viva e calda, nonostante il freddo gelido di dicembre.
E Touka rimase ad aspettare per un bel po' il suo ritorno, quando si accorse che i vetri, dai quali stava osservano la gente di fuori, erano opachi, per l'umidità. Quell'immagine, però, anziché provocarle sconforto, fece sorridere la ragazza, e la convinse a ritornare bambina, per un attimo. Con le dita, infatti, la giovane sfiorò il vetro della finestra più volte, creando numerose forme diverse. Le piaceva farlo, sin da quando era piccola. E lo fece. Disegnò tutto ciò che le veniva in mente, ma poi, guardando l'orologio, si accorse che avrebbe fatto meglio a tornare a casa, data la tarda ora.
E, dunque, mentre il rumore delle gocce di pioggia, che continuavano a cadere, si faceva sentire, Touka prese il cappotto, l'ombrello, spense le luci del locale, e uscì.
Provando sulla propria pelle il freddo gelido, che fino a quel momento aveva soltanto ammirato, restando al caldo, la giovane fu percorsa da diversi brividi. Allora, la ragazza si sbrigò a trovare le chiavi nella borsa, per chiudere, e ritornare nel calore della sua abitazione, fino a che una voce non la fece sobbalzare un poco.
Una voce decisamente familiare la costrinse a voltarsi, e ad interrompere ciò che stava facendo.
E quando gli occhi di Touka incrociarono quelli di Haise Sasaki o, meglio, Ken Kaneki, la ragazza riuscì a fatica a trattenere la gioia, nel vedere il ragazzo.
"Salve! Come sta?"-fece l'investigatore sorridendo, dopo aver riconosciuto la giovane, mentre le gocce di pioggia cessarono, per un attimo, la loro danza.
"Io bene, e lei?"
"Bene. Stava tornando a casa?"
Touka soffocò una risata, e rivolse a Sasaki un sorriso.
"Certo, è pur sempre Natale!" -rispose, divertita, la ragazza.
Quelle parole provocarono la medesima reazione nel giovane, che, in quel momento, si era dimenticato della festa, ma che, anche lui, quella sera, avrebbe festeggiato con i suoi colleghi.
"Giusto. Allora, le auguro di trascorrere un felice Natale."-l'investigatore sorrise alla ragazza, ricambiando il gesto che lei prima gli aveva concesso, così dolcemente.
"Buon Natale!"-e la ragazza terminò la loro breve conversazione.
Il giovane, intanto, superò Touka, mentre lei terminò ciò che aveva iniziato a fare. Chiuse il locale, e si diresse verso casa.
Aveva, già da un po', smesso di piovere. Le nuvole avevano sgomberato il cielo blu, e le luci di Natale si erano fatte più luminose, la vista della città un po' più nitida, felice.
La ragazza ripensava a ciò che era successo: la pioggia non aveva impedito il ritorno del suo eroe. E Touka, ne era convinta, non lo avrebbe mai impedito. La pioggia, come nessun altra cosa.
Dunque, la giovane continuò a camminare per un altro po', non perdendo il sorriso che le illuminava il volto, fino a che quel gelo non si trasformò in qualcosa di più incantevole e, superando il posto in cui, qualche anno fa, vi era l'Anteiku, la ragazza poté ammirare dei meravigliosi fiocchi di neve natalizi.
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We all have a story {Tokyo Ghoul}
Fanfiction[Attenzione a possibili spoilers, se non hai letto anche il manga di Tokyo Ghoul:re] •Descrizione: Raccolta di pensieri e one-shots, ognuna dedicata ad un personaggio di Tokyo Ghoul e al suo modo di fare, pensare, vedere le cose, sbagliare e avere r...