30. Immagina {Seidou Takizawa}

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Questa one-shot è nata esattamente cinque minuti fa, ma non ho resistito e ho voluto pubblicarla subito: spero di aver scritto cose sensate, e che la febbre non mi abbia giocato un brutto scherzo.

{Le parole che seguono sono indirizzate, in modo particolare, alla mia cara casketta }

Immagina un immenso spazio vuoto, estendersi dinanzi i tuoi occhi; un immenso spazio vuoto, in cui poter giocare, liberamente, tutto il giorno, senza che nessuno ti urli di smettere: tu puoi correre e lanciarti a terra quante volte vuoi, e c'è solo un piccolo particolare. Se corri, infatti, è necessario che tu arrivi primo di tutti, e se decidi di gettarti a terra, allora decidi di ammettere quanto tu sia debole; decidi di arrenderti, e niente potrà mai cancellare la tua scelta, perché non riuscirai a tornare indietro, a rialzarti e a stare in piedi, di nuovo. Anzi, i tuoi compagni saranno, oramai, troppo lontani per te, e tu non potrai più raggiungerli.
Ma tu non devi preoccuparti: riesci benissimo in tutto ciò che è importante, e te la cavi benone; vieni ammirato da ogni persona che ti sta vicino.

Immagina un immenso spazio vuoto, estendersi dinanzi i tuoi occhi, in cui poter giocare, liberamente, tutti i giorni, e in cui poter mostrare ai propri compagni chi sei veramente; un immenso spazio vuoto, dove, ascoltando gli altri, sei in grado, se ne hai voglia, di enumerare tutti i pregi e i difetti di chi ti sta accanto.
Adesso, immagina una persona che difetti non ha; una giovane bella, sicura di sé, piena di talento, e, di certo, più bella, e sicura, e forte, di quanto non lo sia tu. Pensa a come corre più velocemente di quanto non lo faccia tu, e pensa a come non riesci a raggiungerla, come facevi con gli altri, che smettono di applaudire a te, ma ammirano le gesta di quella che tu non hai considerato altro che una rivale: non sei più al centro di tutto, hai perso già una battaglia. Ma tu non vuoi perderne ancora, vero? Tu sei stanco di questa guerra, vorresti amare quella ragazza: ma sei davvero in grado di vedere come questa ti strappa la vittoria?
Perché devi pensare anche che questa giovane tutti vogliono stringerla tra le loro braccia, e tenere soltanto per sé; immagina di volerla avere anche tu, e pensa di non essere abbastanza per lei, quindi immagina di decidere di starle lontano, e di impegnarti a diventare più forte.

Immagina un immenso spazio vuoto, estendersi dinanzi i tuoi occhi, in cui poter giocare, liberamente, tutti i giorni; in cui poter mostrare ai propri compagni chi sei veramente, e dove hai la possibilità di ascoltare chi ti è accanto. Pensa ad un immenso spazio vuoto, dove hai bisogno di vincere, ogni tanto, per rimanervi; e tu, credimi, vuoi poter correre e assaporare ancora il profumo del luogo che ti circonda.
Adesso, immagina qualcuno che ti impedisce di vincere, e immaginati debole e inerme, dinanzi alla sconfitta; senza la forza di provarci ancora.
Allora, immaginati a terra stremato, e immagina una fanciulla perfetta che ti tende una mano che tu rifiuti, senza pensarci due volte. Pensa a te stesso, e a come diventi, ogni giorno, più crudele, con chi ti vince; ma vorrebbe vincere assieme a te, che, invece, non accetti mai un aiuto da nessuno.

Immagina un immenso spazio vuoto, estendersi dinanzi i tuoi occhi, in cui poter giocare, liberamente, tutti i giorni; in cui poter mostrare ai propri compagni chi sei veramente, e dove hai la possibilità di ascoltare chi ti è accanto, se continui a vincere, per rimanervi. Pensa ad un immenso spazio vuoto, dove regna l'armonia, grazie a delle gentili regole e leggi, che si assicurano che tutto vada bene, e che la pace trionfi sul male.
Adesso, immagina te stesso disobbedire a chi è più saggio, e violare tutte le norme che ti circondano, per barare e vincere.
Immagina un immenso spazio vuoto, dove dovrebbe venire promosso il rispetto per gli altri, e in cui, invece, tu sei deciso a comportarti di testa tua, e a fare del male.

Immagina tutto ciò, la vita, e immagina l'onestà, l'altruismo e i valori che, un tempo, erano i pilastri del tuo essere; pensa che, invece, oggi pratichi la malvagità e sei sommerso dall'invidia.

Pensa a come eri gentile con tutti: ti piaceva, infatti, aiutare chi era in difficoltà; e pensa, invece, a come sei diventato avaro di vittorie, e a come nessuno ha il coraggio ti chiederti più aiuto.
Pensa a come, tu stesso, non riesci più a chiedere aiuto, quando ne hai bisogno.

Pensa alla fila di bambini che correvano, e di cui tu eri, spavaldamente, a capo, ogni volta; pensa a come, adesso, non riesci più nemmeno a camminare: infatti, ti limiti a strisciare, bisognoso di una mano, che non ammetterai mai di necessitare, e che mai nessuno ti vorrà porgere.

Pensa a com'eri felice, insieme ai tuoi amici, e guarda come ora lei è felice al posto tuo.
Pensa a cosa ti ha rubato quella ragazza, o a quello che tu ti sei lasciato sottrarre, e pensa ad un modo per riprenderti ciò che era tuo; pensa a come desideri la sua distruzione.
Poi, pensa a come desideravi essere amato, e come ti sarebbe piaciuto amare: adesso, tuttavia, non sei più in grado né di predicare né di chiedere che ti venga dato amore.

Immaginati solo; nessuno che ti ama, e nessuno che ti vuole.
Immagina quella giovane, che sfoggia tutto ciò che ti ha rubato, e immagina di vederla morta, e che tutto ritorni com'era, prima del suo rovinoso arrivo: ti piacerebbe ritornare ai tempi in cui vincevi sempre, vero?

Ma, adesso, pensa a quanto odio hai seminato e a quante volte hai provocato dolore a quella ragazza innocente, che mai avrebbe voluto sottrarti qualcosa: lei, infatti, desiderava solo avvicinarsi, e sentirsi meno sola; lei desiderava soltanto la tua approvazione, e per questo faceva del suo meglio. Quella giovane necessitava il tuo appoggio, e voleva che tu la guardassi con occhi diversi, e forse un po' più dolci, di quelli che le rivolgevi sempre. Insomma, lei voleva essere tua; tua e di nessun altro: a lei non importava niente, infatti, delle altre braccia che la stringevano; lei desiderava le tue, e quelle con cui tu non sei mai stato in grado di avvolgerla, perché volevi che morisse.

Immagina, allora, di essere riuscito ad ucciderla, e immagina di poter ascoltare le sue ultime parole, i suoi desideri e i suoi sogni: immagina di vederla piangere, e immagina di sentirle sussurrare il tuo nome, sorridendo. Il tuo nome e tu, l'unico suo vero desiderio; l'unica cosa che mai era stata in grado di ottenere.
Immagina che ti chieda scusa: ma scusa di cosa? Cosa ti ha fatto di così tanto brutto questa ragazza, per dover chiederti scusa in un modo così dannatamente straziante?

Immagina, dunque, tutto ciò: ti sei pentito di averla uccisa, vero? Vorresti tornare indietro, dico bene? Vorresti amarla, e proteggerla, giusto?
Tuttavia, questo è molto strano: in fondo, l'hai uccisa tu; tu hai messo fine a tutto ciò che ora desideri e a quello che ti sei reso conto di avere sempre desiderato, nel profondo.

Pertanto, immagina, amico mio; continua ad immaginare: perché puoi fare soltanto ciò, ora che sei solo come un cane, e lei ha smesso di viverti accanto. Lei che, anche se non avevi il coraggio di ammetterlo, era l'unico motivo che ti spingeva ad andare avanti.

Immagina tutto ciò, e pensa a quanto sono stato crudele.
Pensa a come prima avessi paura della morte, e guardami adesso: ti sembro davvero qualcuno che vuole restare ancora in vita, o continuare a giocare ad essere il migliore?

E immagina un immenso spazio vuoto; un po' meno vuoto di quanto lo sono io.
~Seidou Takizawa

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