35. Uruka Minami

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E con queste parole, voglio soltanto urlare quanto sia fiera di studiare, e di mettere l'impegno e la correttezza al primo posto; di preferire alla spensieratezza di un momento, la consapevolezza del mio futuro.
Anche per chi non può fare lo stesso.

Cammino per le strade della città controvoglia, in cerca dell'unico cibo che è in grado di saziare la mia fame. Ma il silenzio della notte è spesso spezzato dalle urla di una madre che rimprovera il figlio, dinanzi allo schermo della televisione, di studiare di più. La donna si sgola, ma il viso del ragazzo è ancora illuminato dalla stessa luce artificiale.
E dopo aver osservato come nulla cambia in quella casa, abbandono la finestra alla quale mi ero avvicinata: tra un po' ci saranno gli esami; quel ragazzo non dovrebbe studiare davvero?
Minami, dimentica ciò a cui hai assistito.

Proseguo nella mia passeggiata, ma ad un tratto uno strano odore cattura la mia attenzione. Tiro su col naso, fino a quando la mia vista non diventa sempre più offuscata e del fumo grigio mi impedisce di vedere chiaramente la giovane coppia di innamorati appoggiati con la schiena al muro imbrattato
di un fabbricato che si scambia baci veloci. Tra le dita di entrambe le loro mani, è nascosta una sigaretta. Starnutisco, e decido di andar via da quel vico buio: a quella età, non dovrebbero già essere nel proprio letto a dormire quei due?
Minami, scordati di averli visti.

Arrivata alla fine di una strada, attendo che il semaforo diventi rosso per attraversare.
Passano soltanto pochi minuti e davanti ad una nuova luce che sostituisce quella verde di prima, le macchine sono costrette a fermarsi.
Mi muovo lentamente sulle strisce pedonali, dopo aver lanciato un'effimera occhiata sia a destra che alla mia sinistra.
Trasalisco, quando il mio cammino viene interrotto bruscamente dal passare di una moto che corre a tutta velocità. Neanche i clacson delle auto riescono a fermarla, o a farle capire che sta sbagliando.
E quando sul suo sedile riesco a scorgere un ragazzo molto giovane, non posso fare a meno che preoccuparmi: io corro in quel modo, soltanto se sono costretta dalla fame e dalla preda sfuggente. Ma quello è un umano. Per quale motivo corre un rischio simile?
Minami, dimenticati di quello di cui sei stata testimone.

Alla fine, riesco ad attraversare la strada incolume. Giunta dall'altra parte, la prima cosa che intravedo è un locale gremito di gente.
Tra tutte quelle persone, riconosco due ragazzine impugnare un bicchiere tra le mani e ridere abbondantemente. Indossano abiti attillati e alquanto provocanti. Così come per quanto riguarda il trucco che decora i loro visi.
Sembrano così piccole, eppure non lo sono. O, almeno, non lì dentro.
Il mio naso fiuta dell'alcool. E penso che sia meglio andare via, non appena vedo avvicinarsi, a quelle due bambine, diversi uomini decisamente più grandi di loro: perché hanno lasciato a casa i loro giochi, per imbattersi in un divertimento che sanno di non necessitare?
Minami, dimenticati anche di ciò.

Continuo nella missione di ogni settimana, mi imbatto in ciò che speravo e uccido la persona qualunque che ha intralciato per puro caso la mia camminata. Faccio a brandelli il suo corpo ormai privo di vita con l'aiuto del mio kagune, ma mi spavento, quando sento la sirena della polizia e quella dell'ambulanza farsi sempre più vicine. Tiro un sospiro di sollievo nel capire che non sono qui per me, ma il mio appetito viene ugualmente infranto come una promessa, quando vedo persone correre tutte nella stessa direzione, e ammucchiarsi in un punto; accerchiare qualcuno che io non riesco ancora a inquadrare.
Disattivata la kagune, sono spinta dalla curiosità ad imboccare la strada in cui si odono tutte quelle grida.
Ma una moto in terra e del sangue sull'asfalto è tutto ciò che riesco a scorgere: chissà, invece, dove sarà andato a finire a causa dell'impatto con l'auto distrutta, e di cui i pezzi sono sparsi ovunque, il ragazzo che prima aveva tagliato la mia strada.
No, Minami: tu proprio non puoi dimenticare.

La vita è sacra.
E se non si è costretti, non la si deve fare a brandelli in questo modo.
~Uruka Minami

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