Capitolo 8

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Dopo esser letteralmente scappata da scuola questa mattina, sono corsa a casa per farmi una doccia. Guardandomi allo specchio mi sono quasi spaventata.

I miei lunghi capelli neri lucidi erano sporchi di terra così come il mio corpo ma sulla mia pelle non c'era solo terra, c'era anche sangue secco. Mio o di Malcolm non faceva differenza. Le ferite sono completamente guarite ma io resto ferita nel profondo.

Sinceramente non mi aspettavo di rimanere così delusa per un'azione fatta da Malcolm ma vedere i suoi artigli e il suo corpo sopra il mio per farmi del male è stato bruttissimo ed è stato peggio dover rispondere a quegli attacchi. Morale? Sono scoppiata in un pianto accompagnato da singhiozzi, mi reggevo al lavandino lasciando che le lacrime ripulissero il mio viso dalla terra.

Mi sono spogliata facendo una lavatrice e poi ho fatto la doccia sfregando bene i miei capelli e la mia pelle, il 'piatto doccia' era pieno di sangue e solo quando l'acqua l'ha completante spazzato via mi sono seduta lasciando che le lacrime continuassero a scendere e che i capelli mi coprissero la faccia.

Quando sono uscita però sono stata invasa da uno strano stato di apatia e sono giunta ad una conclusione: non devo starci male. Devo sfruttare questa occasione per rendermi conto che la mia vita molto probabilmente sarà sempre più spesso piena di questi eventi. Ed anche se una parte di me sa è ferita dal fatto che avevo fiducia in lui, Malcolm per me non è nessuno e lo conosco da poco tempo. Non ha avuto occasioni per farsi voler bene da me ne tantomeno ha fatto sì che diventasse importante. Lui e la sorella sono piombati nella mia vita al momento perfetto ed inizio anche a credere che non sia stata una coincidenza.

Uscita dal bagno e dopo aver asciugato i capelli, ho iniziato a studiare alcune delle materie per domani con i libri che ho perché oltre ad aver saltato tutte le lezioni ho anche lasciato a scuola lo zaino, il cellulare ed i vestiti ma sono tranquilla perché sono nell'armadietto.

Oddio...il telefono potrebbe essermi utile per comunicare con Lydia o con mia madre...sarà meglio che la chiami.

Prendo il telefono di casa e la chiamo al negozio.

"Boutique -La lune-, desidera?" la boutique di mia madre ha un nome francese. "La luna". Coincidenze?

"Ciao Patricia sono Mystral, mi passeresti mia madre?" chiedo gentilmente alla commessa.

"Mystral? Che succede?" Chiede preoccupata mia madre dopo qualche secondo di attesa.

"Perché dovrebbe essere successo qualcosa?" Domando.

"Non chiami mai al negozio, dimmi tutto."

"Mamma oggi ho saltato le lezioni dopo la prima ora, poi ti spiegherò perché, ed ho lasciato lì lo zaino e i vestiti. Lo zaino è nel mio armadietto, il numero 1619 e i vestiti sono nell'armadietto della palestra, stesso numero. Andresti a prendermeli per favore?"

La sento sospirare.

"Va bene Mystral. Chiudo il negozio e vado a scuola tua chiedendo la cortesia al custode. Comunque dobbiamo trovare una soluzione e cercare una macchina usata per te perché non possiamo stare con un solo veicolo. Non posso prendere l'autobus ogni santo giorno!" Si lamenta ed io mi affretto a dirle le combinazioni per poi ringraziarla e chiudere la chiamata.

Inizio a preparare la tavola quando il telefono di casa suona nuovamente.

"Pronto?"

"Ehi sono io. Hai saltato le lezioni" Subito riconosco la voce della mia migliore amica. La sua è un'affermazione.

"Si Lydia...è arrivato il ciclo e mi sono sporcata tutti i pantaloni quindi ho preferito tornare a casa. Ma adesso devo andare, ci vediamo domani. Un bacio."

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