Capitolo 6

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Siamo davanti la porta di casa mia e Malcolm è accanto a me.

"Bussa, tua madre è in casa. Sento il suo respiro. Vuoi che ti accompagni?" chiede premuroso ma io non posso fare a meno di girarmi verso di lui arrabbiata. Oltre al fatto che lui è la sorella mi seguono dappertutto, nel bosco mi ha risposto più di una volta in modo scontroso ed ha anche deciso di non raccontarmi nulla di questo branco.

"Non ho bisogno di un baby-sitter. Puoi lasciarmi in pace!" sbotto acida.

"Ma perché mi tratti così Mystral? Guarda che il nemico non sono io! Io ho il compito di aiutarti e poi sinceramente non ti capisco. Nel bosco sembrava andare tutto bene, insomma...non eri così acida!" ha iniziato ad alzare la voce, attirando l'attenzione di qualche passante, in più siamo senza scarpe, e sporchi di terra. Non immagino cosa stia pensando la gente che passa.

"Tieniti pure i tuoi segreti e lasciami stare!" grido spingendolo ed ecco che la porta dietro di me si apre.

"Ragazzi che succede?" chiede mia madre ma nessuno dei due sembra darle ascolto. Malcolm inizia a ringhiarmi contro. La mia spinta lo ha fatto solo allontanare ma non ha barcollato neanche per un secondo.

"Sei solo una bambina!" grida l'ultima volta prima di girarsi e correre verso il bosco mentre io rientro in casa e mi siedo sul tavolo della cucina.

"Mystral! Ma che ti è preso? Sembravate due bambini piccoli. Lui vuole solo aiutarti, non trattarlo in questo modo!" ha i pugni chiusi sui fianchi ma non è arrabbiata come si potrebbe pensare. E' solo...dispiaciuta. Forse per me, forse perché sono veramente una bambina piccola che non accetta l'aiuto altrui ma il punto è che per me è tutto nuovo e non so come comportarmi e tutte queste persone che mi dicono cosa fare mi mandano solamente in confusione.

Guardo l'orologio sul muro della cucina: è mezzogiorno. Non mi ero resa conto di quanto tempo avessi passato nel bosco.

"Cosa ci fai qui mamma? Non saresti dovuta tornare stasera?" decido di cambiare argomento.

"Infatti sto per tornare al negozio. Volevo solo vedere come stavi. Malia mi ha chiamato dalla scuola questa mattina e mi ha raccontato che hai perso il controllo così ho preferito aspettare il tuo ritorno."

"Grazie. E Phil? Stasera viene a cena? Vorrei scusarmi per quello che ho fatto." mia madre mi guarda e prende un grosso respiro. I suoi occhi sono velati da lacrime e alza la testa come per cercare di nasconderle. Cosa mi sono persa?

"Phil ha dimenticato quello che è successo. L'ho lasciato, non può far più parte della mia vita. Inoltre tu non sei stabile, devi imparare a controllarti e-"

Scendo dal tavolo ma subito dopo mi pento: le mie gambe sono così molli che potrei cadere da un momento all'altro. Sono stata la causa della loro rottura e non potrei stare peggio.

"Mamma mi dispiace che sia stata colpa mia ma non lasciarlo, ti prego. Sapere di essere la causa della tua infelicità mi distrugge. Ti prego..." inizio a piangere seguita da lei.

"Oh tesoro non-non è stata colpa tua. Non pensarlo neanche per un minuto. Mi sono...resa conto di non amarlo veramente, purtroppo l'ho capito tardi. Stiamo insieme da anni e non ho mai voluto sposarlo o almeno convivere con lui. E' stata colpa mia, non tua. Te lo posso assicurare."

"È come ha fatto a dimenticare ciò che è successo?" Domando.
"Poi te ne parlerò" risponde vaga.
"Ah certo, fa parte di uno dei tanti segreti che condividi con i tuoi adorati Malcolm e Malia, come ho fatto a non pensarci!"
Cerco di calmare il mio respiro spezzato dai singhiozzi. Ma perché sono così suscettibile in questi giorni? Sarà un effetto collaterale dell'essere lupi mannari?

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