Capitolo 27

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Un formicolio alla mano sinistra mi porta a muoverla leggermente. I miei occhi si aprono molto lentamente, allungo le gambe e le braccia e giro la testa in modo da vedere dove mi trovo.
Le pareti color pesca mi fanno capire che sono ancora da mio padre, nella mia stanza.
Allungo il braccio sinistro toccando la metà del letto fredda, vuota e sgualcita.
Mi metto a sedere pressando una mano sulla testa che sembra esplodermi.
Noto il mio telefono sul comodino e lo accendo, constatando che sono quasi le nove di sera.

Ho un blackout allucinante. Ricordo solamente che Travis mi è saltato addosso e poi? Cosa mi è successo? E perché mi sento così debole?

Il piano come è andato? Lydia è salva?

Accanto al telefono vedo un bicchiere d'acqua con un'aspirina. Solo una persona può averla portata.

La porta della stanza si apre e mentre mi giro lentamente entra Malcolm con un piatto in mano, chiude la porta con un piede, si gira e resta con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta.

"Mystral!" Si precipita da me posando il piatto sulla scrivania.

Ricordo ancora le sue parole e per questo motivo è l'ultima persona che voglio vedere, però è l'unica che in questo momento è al mio fianco. Scherzo del destino?

"Ciao..." provo a parlare ma mi rendo conto di avere la voce roca e la gola secca. Mi allungo verso l'acqua e prendo l'aspirina.

"Come ti senti?" Mi chiede sedendosi al mio fianco.
Mi allontano di poco.
Non ho dimenticato.

"Stordita. Cosa è successo?" Rispondo.

"Travis ti ha perforato un polmone così ti abbiamo fatto delle trasfusioni sotto anestesia sperando che poi il polmone si risanasse da solo. Non sapevamo se avresti retto tutta quell'anestesia. Una dose veniva smaltita in fretta. Ne abbiamo fatte due e mezza".

Spiega con sguardo triste. Troppo triste. Quindi adesso sto bene? E perché non mi hanno operata e si sono limitati a delle trasfusioni?

"Ti aiuto a scendere, ti stiamo aspettando tutti".

Cosa intende per 'tutti'? Con il cuore a mille mi alzo lentamente e mi appoggio al comodino. Le gambe sembrano essere fatte di gelatina, non reggono bene il peso del corpo.

Penso al peggio. E se non dovessi riacquistare le forze?

"Non fare l'orgogliosa anche adesso e lasciati aiutare" afferma Malcolm e non posso dargli torto. Annuisco come per dargli il permesso e passa un braccio attorno alla mia vita per aiutarmi.

Ci avviamo verso le scale a passo lento e pesante, mi tiene forte e so che non cadrò.

Scese le scale sento delle voci farsi sempre più forti, entriamo in cucina dove ci sono i membri del branco più mia madre e Lydia.

Improvvisamente un ricordo riaffiora: lei sa tutto. Mi stacco dalla presa di Mal e mi precipito da lei, seduta a tavola con gli altri, le mie gambe però cedono e cado in avanti aggrappandomi alla sedia di mia madre per pura fortuna.

"Amore mio!" Grida. Malcolm mi rimette in piedi e in pochi secondi sono tutti attorno a me. Leggo sulla faccia di tutti una grossa preoccupazione mista alla felicità. Per quanto sono stata addormentata?

Mia mamma mi stringe in un forte abbraccio, sorreggendomi. La sento piangere sulla mia spalla e non posso fare a meno di lasciarmi scappare anche io qualche lacrima.

"Sto bene, mamma" la rassicuro anche se non lo credo davvero. Mi sento molto debole, quasi morta.

"Ma cosa ci fai qui?" Le chiedo.

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