16- Le parigine sulle gambe

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Indosso le calze a rete nere che fanno parte della divisa, per poi mettermi anche le scarpe con il tacco del medesimo colore. La cosa non mi fa proprio impazzire, ma non credo di avere grandi alternative. Daniele mi ha fatto spedire tutte le mie cose, esattamente come mi aveva promesso, e grazie anche all'aiuto di Andreas mi sto ambientando molto bene. Lui è partito da qualche giorno per una specie di tour di spettacoli e Riccardo da quel giorno al parco non si è più fatto sentire. Da quello che ricordo anche lui sarà fuori città per un bel pò a causa di quei famosi Instore dove ci siamo conosciuti. Mi dovrebbe dispiacere? Io di questa cosa riesco a vedere soltanto l'aspetto positivo, ovvero che non lo avrò più tra i piedi. Mi avvio a piedi verso la discoteca e cerco di eliminare tutti questi pensieri dalla mia testa. Aggiusto il vestito e cerco di tirarlo un pò verso il basso, almeno per arrivare al locale senza fare figure strane. Come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione? Io che avevo la media più alta della facoltà, io che avevo già la strada spianata nel settore informatica grazie a mio padre, io che ho iniziato a frequentare le discoteche solo qualche anno fa... La vita è così.

Entro dalla porta sul retro, quella riservata al personale, e prima di andare al mio posto, respiro profondamente. Mancano ancora un pò di tempo prima che arrivi la maggior parte delle persone, ma il locale è già abbastanza animato. -Ehi, hai sentito chi dovrebbe venire stasera?- Due mie colleghe stanno parlando ed io cerco di origliare mentre preparo un Mohito. -Ehi, te sei nuova! Non ti affideranno mai un cliente così importante- Mi sfottono a tal punto che non ho neanche voglia di controbattere. Appoggio sul bancone il bicchiere e il ragazzo mi lascia i soldi. Sorrido e mi concentro sugli altri ordini.

Improvvisamente sento una sensazione strana. Mi guardo intorno e cerco di capire cosa stia accadendo. Le mie colleghe sono super agitate e non ne capisco il motivo. -Sta arrivando un personaggio famoso! Ma cosa ne vuoi sapere tu?! Tanto non hai speranze...- Torno ad occuparmi del ragazzino che mi ha ordinato un paio di shottini di vodka e provo a nascondere quella sensazione strana che mi sta invadendo il corpo. Mi metto il ginocchio per riporre i soldi dentro ad una scatola sotto il bancone, ma sento lo sguardo di qualcuno sulle mie gambe e la mia schiena scoperta. Mi alzo velocemente e nonostante il buio riesco a riconoscere quegli occhi blu. -Potrei avere una vodka tonic?- Annuisco velocemente, cercando di non perdermi in quei pozzi blu oceano. Inizio a preparare ciò che mi ha richiesto, pregando fra me e me che non mi abbia riconosciuta e soprattutto che non mi riconosca.

-Vuole te- Esclama Rebekah, una delle mie colleghe più stronze, che sembra essere appena uscita da un'operazione di chirurgia estetica. -Chi?-

-Riccardo- Sposto lo sguardo verso il ragazzo dagli occhi azzurri e sorrido mentalmente, cercando di far trasparire soltanto il mio stato di confusione. La ragazza se ne va, dopo esser stata richiamata dal capo, il quale poi mi fa cenno di tornare dal cliente.

-Che dici, cameriera... Secondo te se dico alla ragazza che amo che la amo cosa succede?- Mi chiede, facendo scorrere i suoi occhi su tutto il mio corpo.

-Si chiama Giulia?-

-Comincio a dubitare seriamente che tu sia intelligente... Anche se sono contento perchè noto che sei informata sul mio conto-

-Questa è la tua vodka tonic- Appoggio il bicchiere davanti a lui e ripulisco il bancone.

-Ti stanno bene le parigine sulle gambe, anche se credo che staresti meglio senza- Ma guarda questo... Adesso lo schiaffeggio qui davanti a tutti. Credo che non ne sarei più capace.

-Hai bevuto?- Gli chiedo, sorridendo beffarda.

-Ho bevuto abbastanza per dirti che se potessi ti porterei a casa con me e ti farei trascorrere la notte più bella della tua vita-

-Sai che potresti farlo.. L'unica cosa che dovresti fare sarebbe andare da quell'uomo laggiù- Indico il responsabile del rapporto con i clienti, che sta parlando con uno sconosciuto. -E chiedergli di farmi andar via prima-

-Tu credi che io non ne sarei capace?- Sospira e allontana il bicchiere. -La verità è che è successo qualcosa di strano quando sono entrato qui dentro. Sono entrato qui con l'obiettivo di trovare qualcuna da portarmi a letto, ma poi ho sentito una sensazione strana. Qualcosa che non mi permetteva di fare cazzate. Mi sono guardato intorno ed ho visto te. Credevi che non ti avrei riconosciuta? Hai ragione: è buio. Ma la verità è che non mi sono serviti gli occhi per vederti. Ho visto il modo in cui sorridevi ai clienti, nonostante loro ti spogliassero con gli occhi, cosa che ammetto di aver fatto anche io. Ho visto quell'ombretto intorno ai tuoi occhi e nella mia mente sono riaffiorati i ricordi di quella notte, quando ebbi la fortuna di poterti veder dormire sul mio divano, al mio fianco-

-Non puoi fingere di essere qualcuno che non sei, Riccardo- Esclamo, mettendo in ordine alcune bottiglie di vodka. -Perchè non lo capisci?- Chiede, alzandosi dal panchetto di scatto.

-Cosa?- Ribatto, fissandolo negli occhi. -Che sono innamorato di te- Non faccio in tempo a pensare a quello che mi ha detto perchè sento dei passi avvicinarsi. -Federica, stasera puoi staccare prima- Grida il mio "capo", dopo aver ricevuto una cifra che non ho avuto cuore di guardare da Riccardo. Quindi è come se lui mi avesse "pagata"? Se solo avessi un'alternativa, non rimetterei più piedi qui dentro...

Mi prende per mano e mi porta verso l'uscita della discoteca. Passiamo in mezzo a corpi sudaticci ed io non posso far altro che provare disgusto per me stessa e per il luogo in cui lavoro. Fuori dalla porta ci sono tantissimi fotografi e soprattutto tantissime ragazze, che aspettano di fare una foto con lui.

-Vieni con me- Ci dirigiamo verso l'uscita secondaria, la quale dovrebbe essere libera. Ed infatti è così. -Riccardo..- Provo a parlare, ma lui mi copre la bocca e mi prende in braccio. -Fai silenzio, ti prego- Appoggio la testa sul suo petto e mi lascio cullare dal suo passo spedito. Dopo poco tempo arriviamo nell'atrio del palazzo e posso finalmente guardarlo in faccia per bene. Non si decide a mettermi in terra e non lo fa fin quando non arriviamo davanti al suo appartamento.

-Non potevo permettere che tu scappassi- Spiega, aprendo la porta di casa e facendomi entrare dentro. Chiude la porta alle sue spalle e mi cinge la vita con le mani. -Sei ubriaco?-

-Ti posso assicurare che non ho bevuto niente- Ma non aveva detto che aveva bevuto? Credo che non riuscirò mai a comprenderlo a pieno. Riesce sempre a rigirare le cose a suo favore.

-Riccardo, perchè mi hai detto tutte quelle cose?- Gli chiedo, allontanandomi un pò da lui.

-Me la stai facendo sudare- Si aggiusta il ciuffo, tirandosi leggermente le punte dei capelli, per poi guardarsi un pò intorno.

Nota Autrice
Ehii!! Cosa ne pensate? Capitolo piuttosto impegnativo... Riccardo finalmente si è deciso a dichiararsi! Ha fatto bene, secondo voi? Commentate! Inoltre volevo ringraziarvi per le 5k di letture!!! Obiettivo:6k😘

Allyxx

Broken Strings || Rederica #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora