20- Attenzione, discussioni in corso

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-Domani partiamo?- Chiedo stupita. Credo di avere due palle da golf al posto degli occhi, ma questo mi sembra il minimo. -E dove dovremmo andare, scusa?- Mi avvicino a lui, che estrae dalla tasca posteriore dei jeans una busta.

-Andiamo in crociera!- Risponde, porgendomi tutti i fogli. -Solo noi due?- Leggo velocemente tutte le informazioni e l'itinerario. Lui annuisce ed io lascio cadere tutto in terra. Le lacrime minacciano di scendere ed io mi mordo il labbro inferiore.

-Cosa succede?- Sussurra, provando ad accarezzarmi il volto. Io mi scanso, confondendolo ancora di più.
-Pensavo che ti avrebbe fatto piacere... Sono due mesi che ci conosciamo e credevo che ci meritassimo un piccolo viaggio- Spiega, giocando con le dita, per poi spostare l'attenzione sui suoi braccialetti.

-Non è quello...- Torno in cucina e mi siedo su uno sgabello. -E allora cosa c'è?- Chiede un'altra volta, sedendosi accanto a me. C'è che questa è una ferita ancora aperta...

-Come faccio con il lavoro?- Lo vedo irrigidirsi e appoggiare i gomiti sul tavolo, nascondendo la testa tra le mani. Sono sempre stata brava ad inventare scuse, anche se questa non lo e del tutto.

-Fede, non voglio che continui a lavorare in quel posto!- Annuisco lentamente, mordendomi l'interno della guancia. -E cosa suggeriresti come soluzione?- Tamburello le dita della mano destra sul tavolo, aspettando una sua risposta, che però non arriva per diverso tempo.

-Torna all'Università!- Si alza in piedi e tira fuori il portafogli. -Di quanto hai bisogno? Te li do io!- Vado verso la porta e la apro. -Fede, cosa cazzo fai?!-

-Io non faccio niente, sei tu che te ne vai- Gli faccio cenno di uscire, ma lui rimane immobile. -Mi spieghi cosa ti prende?- Abbasso lo sguardo e deglutisco.
-Qualche mese fa ti avrei ringraziato e avrei accettatola tua proposta, ma adesso non lo farò. Non voglio fare la parte della mantenuta, nonostante tornare a studiare sia uno dei più più grandi desideri- Mi appoggio allo stupite della porta, per poi passarmi una mano sul volto, finendo per aggiustarmi i capelli.

-Posso sapere quali sono gli altri?- È immobile davanti a me e non vuole decidersi ad uscire.

-Ne ho altri due, anzi forse tre- Sposto la mano sulla maniglia di ottone, cercando il modo di non diventare rossa come un pomodoro.

-Puoi dirmene uno?- Si schiarisce la voce e, aiutandosi con due dita, gira il mio volto verso di lui.

-Vuoi sentire quello che ti riguarda?- Annuisce, provando a prendermi la mano. -Vorrei che tu andassi via, ma allo stesso tempo vorrei che non lo facessi. Dicono tutti che chi ti ama davvero, non se ne va neanche se glielo urli contro- Ma cosa sto dicendo?

-E infatti io farò come mi hai detto. Ti dirò di più... Chiuderò questa porta- Sbatte la porta e si avvicina a me. -E ti bacerò, facendoti dimenticare tutto. Perché la verità è che non permetterò a niente e nessuno di allontanarmi da te- Prende il mio volto tra le mani e mi bacia come mai aveva fatto.

-Credo di essermi innamorato di te, Paper-

-Lo credo anche io, Riko-

-Se mi chiami così, mi fai ripensare a quella sera...- Alza gli occhi al cielo e sorride. -Non verrò a letto con te. O meglio, non adesso- Gli bacio la guancia e vado in camera. -Devo uscire- Grido, socchiudendo la porta della mia stanza.

-Posso accompagnarti?- Mi viene dietro e osserva stupito l'abito che ho messo sul letto. -Dove vai vestita così?- Osserva attentamente il vestito che ho lasciato sul letto e lo prende addirittura tra le mani, in modo da scrutarne meglio ogni singolo particolare. Come se non avesse mai visto un vestito corto... Magari ne ha visti anche di peggio!

-Riccardo, devo andare a lavorare, esattamente come ti ho detto cinque minuti fa- Glielo strappo di mano e mi sposto verso la parete, dove è presente lo specchio.

-Mi vuoi fare impazzire! Me la stai facendo sudare!- Si aggiusta il ciuffo e socchiude gli occhi, cercando di evitare di uccidere qualcuno; o meglio, cercando di non uccidere me, dato che sono l'unica persona presente qui. -Certo, perché io non ti merito, giusto?- Tolgo il vestito dalla gruccia e apro la cerniera. -Perché dici queste cose?- Mi prende la mano, bloccando il mio movimento.

-Di solito eri te il regista che decideva cosa fare! Eri quello che aveva il controllo della situazione, ma adesso è diverso- Mi volto verso di lui, facendo incontrare i nostri occhi. Questa volta, però, il contatto visivo è diverso: i suoi occhi sono diventati più scuri, scuri di rabbia. Ha capito che la mia unica intenzione al momento è quella di fargli perdere la pazienza, e di conseguenza lui sta cercando con tutto se stesso di non darmi questa soddisfazione.

-Io penso solo che noi due siamo fatti per stare insieme-

-Certo, perché oggi ci baciamo, domani usciamo insieme e dopodomani tanti saluti! Questo è il solito cortometraggio diretto da te. Peccato che io non sia quella giusta per questo genere di cose!-

-Cosa stai dicendo? Perché ti prendi in giro da sola?- Mi abbraccia da dietro, cingendomi la vita con le mani. -Torna a fare la tua vita e fregatene di me- Cerco di allontanarlo, per potermi cambiare, ma lui non ha intenzione di staccarsi. -Sarebbe troppo facile gettare la spugna e andare a cercare una che lascerei dopo un giorno! Proprio per questo io non lo farò. E sai perché? Perché in questo momento non vorrei essere in nessun altro posto- Riesco finalmente ad allontanarmi da lui e mi tolgo i jeans e la maglietta, rimanendo in intimo. Sento i suoi occhi scrutarmi, ma non sento nessun sentimento di vergogna o roba del genere. -Non posso neanche dirti di non spogliarmi con gli occhi, dato che praticamente sono già spogliata-

-Tranquilla, mi basta quello che vedo- Ammicca, facendomi l'occhiolino. Alzo gli occhi al cielo e mi volto di nuovo verso l'armadio.

-Posso dirti di smettere di guardarmi, allora!- Prendo slip e reggiseno di pizzo nero, quelli della divisa, da un cassetto e mi volto verso di lui.

-Potresti gentilmente girarti?- È leggermente incantato, ma poi riesco a farlo reagire. Si volta ed io mi cambio la biancheria intima il più veloce possibile. -Hai troppi specchi, Paper- Oh cavolo.

-Sei uno stronzo- Indosso il vestito e le scarpe, per poi provare a chiudere la lampo. -Posso avere l'onore di aiutarti?- Annuisco, alzando i capelli per rendergli il tutto più semplice. Inizia ad alzare la cerniera, ma ad un certo punto si ferma e comincia a giocare con il gancetto del mio reggiseno. -Cosa stai facendo?- Cerco di guardare ciò che sta accadendo, ma poi ricordo che la mia testa non riesce a fare una rotazione di 180 gradi all'indietro.

-Sto provando ad immaginare come sarebbe- Mi lascia un bacio sul collo e finisce di chiudere la lampo. -Forse un giorno potrai andare oltre l'immaginazione- Gli tiro un pugnetto sul torace e vado in soggiorno a prendere la borsa.

-Posso darti un passaggio? Sono oltre le 20... Non è sicuro che tu esca da sola e soprattutto conciata in questo modo- Sento i suoi passi avvicinarsi e poi fermarsi all'improvviso. Le sue mani si appoggiano sotto il mio seno, all'altezza della vita, mentre le sue labbra si fanno spazio tra i miei capelli, cercando la strada più veloce per arrivare al mio collo.

-1) sono uscita così per diverse settimane ormai; 2) cosa ne sarebbe della nostra relazione segreta? La gente scoprirebbe tutto.- Accarezzo le sue mani, liberandomi, poco dopo, dalla su presa. Apro la porta, gli mando un bacio volante ed esco.

-Chiudi la porta quando te ne vai, grazie!- Scendo le scale e lo lascio lì da solo. Lui dice di essere cambiato per me, ma credo che anche lui mi abbia fatta cambiare. E non poco.

Nota Autrice
Eccomi qua!!! Come vi è sembrato il capitolo? Riuscirà Riki a convincere Federica a partire con lui?
Vi rendete conto che siamo in 92esima posizione, con quasi 10mila letture!? Non cosa dirvi, se non GRAZIE! Preparatevi per un colpo di scena enorme...
Allyxx😘

Broken Strings || Rederica #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora