Cosa sta accadendo? -Oh Mio Dio!- Faccio cenno ai ragazzi di spostarsi e mi inginocchio al suo fianco. -È un collasso, Rebekah!- Esclamo, mentre lei fa cenno agli altri di stare indietro. -Cosa cazzo ti sei fumato, Arthur?- Gli sbottono la camicia, in modo da farlo respirare meglio, e la gente inizia a fischiare. Quanti coglioni ci sono nel mondo? Rebekah gli prende le gambe e le alza, cercando di far rifluire il sangue al cervello. Inizio a tirargli piccoli schiaffi sulle guance, provando a farlo riprendere. Lo scuoto, ma senza risultati. Chissà cosa ha buttato giù! Tra canne e alcol sarà venuto fuori un mix esplosivo. -Sarà il caso di chiamate l'ambulanza?- Propongo, ma, mentre lei sta tirando fuori il proprio telefono, sento una mano stringere la mia. -Non ho bisogno dell'ambulanza, se ho te al mio fianco-
-Ti rendi conto che sei svenuto?- Sbottono il polsino della sua camicia e cerco di capire la frequenza del suo battito. -Il tuo cuore sta esplodendo...- Sussurro ironica, mentre gli accarezzo la fronte.
-Fede, chiamo l'ambulanza?- Scuoto la testa, cercando di osservare meglio il volto del ragazzo steso a terra. -Prendi un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente e un panno umido. Lo porto nella sala del personale.-
-Fede, è meglio chiamare l'ambulanza... Sei troppo coinvolta.- Sussurra, mentre cerco di farlo alzare in piedi. -Non possiamo rimanere qui in mezzo alla pista! Aiutami a portarlo di là!- Riusciamo a farci spazio tra la gente e ad arrivare nello spogliatoio. La mia collega si allontana, senza staccare lo sguardo da noi. -Non andartene- Arthur prende la mia mano e la stringe, mentre io cerco di farlo stendere di nuovo sul pavimento, solo in una stanza un po' più tranquilla. -Non me ne vado. E' il mio lavoro.-
-Non è vero. Non saresti qui con me, a tamponarmi la testa con un asciugamano se tu non ci tenessi almeno un po'!- Prova ad alzarsi a sedere, ma io appoggio una mano sul suo petto, facendolo stendere di nuovo. -Non ti ho mai detto che non ci tengo! Sto solo cercando di spiegarti che sto con un'altra persona.- La nostra conversazione viene interrotta da Rebekah che sta camminando verso di noi. -Stanno arrivando!- La porta dello spogliatoio si apre all'improvviso, mostrano la figura di mia cugina. -Chiara?- Lei mi fulmina con lo sguardo e si inginocchia accanto ad Arthur. -Cosa è successo? Mi hanno avvisata solo adesso.- Gli accarezza il volto ed io mi alzo in piedi. -Potete andare! Ci sono io con lui!- Esclama, rivolgendosi a noi due. -Abbiamo chiamato l'ambulanza. Era troppo rischioso non farlo, dato che non sappiamo il motivo per il quale sia svenuto...- Afferma la mia collega, per poi incrociare il mio sguardo. Io scrollo le spalle, osservando mia cugina fare la gatta morta. Adesso posso affermare con certezza che ha una cotta per lui. Deve sempre cercare di rubare le mie conquiste? Ma cosa dico? Numero 1: Arthur non è una mia conquista. Non è niente. Numero 2: ho sempre fatto il contrario. È normale che lei si stia vendicando.
-Avete chiamato voi il 118?- Entra un infermiere vestito di arancione e grigio fosforescente, seguito da altre due volontarie. -Il ragazzo è svenuto, probabilmente a causa dell'alcol- Spiega Rebekah, invitandomi a non intromettermi.
-Quanto ha bevuto?- Scrolliamo le spalle, non sapendo dare una quantità neanche indicativa. -È sicuramente in stato di ebrezza... Adesso facciamo gli esami necessari, prima di capire se portarlo oppure no al pronto soccorso. Ha fatto uso di sostanze stupefacenti nelle ultime due ore?- Abbasso lo sguardo, essendomi aspettata una domanda del genere. -Non so che dirle... Possiamo andare?-
-Ho solo bisogno di sapere chi ha chiamato il 118.- Chiede una delle sue volontarie che sta riempiendo una scheda. -Io- Dice la ragazza accanto a me, per poi aspettare che io dica qualcosa. -Si è sentito male in mezzo alla pista. Lo abbiamo spostato appena si è sentito un po' meglio, in attesa del vostro arrivo. Non so se avete presente la pista di una discoteca alle una di notte. Non credevamo che fosse opportuno lasciarlo lì.- La ragazza annuisce, per poi ringraziarci. -Potete andare, con lui rimango io- Ripete di nuovo mia cugina ed io alzo gli occhi al cielo. -Tranquilla, noi abbiamo anche già perso troppo tempo.- Sorridiamo agli infermieri e usciamo dalla stanza, tornando a fare il nostro lavoro. Sono ancora un po' scombussolata, ma dopo qualche minuto riesco a riprendere il via. Ogni tanto incrocio lo sguardo di Rebekah e le sorrido. Abbiamo legato abbastanza in questo ultimo periodo. Sicuramente quello che è successo stasera ci legherà per un bel po'.
Sono passati ormai circa 15 minuti da quando siamo uscite da quella stanza, ma sono sempre tutti lì dentro. Sto preparando due Manhattan, quando vedo le tute fosforescenti dei volontari passare tra la gente. Cerco di concentrarmi e vedo Arthur appoggiato all'infermiere e a Chiara. Lo stanno sicuramente portando in ospedale... Non è un problema mio, giusto? -Fede...- Sento Rebekah avvicinarsi e appoggiare una mano sulla mia spalla. -Vai a casa. Timbra il cartellino e vai. Qui ce la facciamo da sole...-
-La serata non è ancora finita. Non posso andar via così!- Scuoto la testa e continuo a passo una mano sulla mia fronte leggermente umida, coperta da qualche gocciolina di sudore. -L'unica persona che aveva richiesto la tua presenza stasera era lui. Sarebbe dovuto essere il tuo giorno libero, se lui non avesse fatto pressione su Joe! Si è anche offerto di pagarti la serata.-
-Cosa?!-
-Joe non voleva che tu venissi, così lui si è offerto di pagarti lo stipendio. Non avrei neanche dovuto dirti queste cose, lo sai vero?-
-Io devo andare!- Devo andare a riprenderlo.
-Non fare cazzate, Fede!- Mi blocca il polso e rivedo in lei il viso del mio ragazzo. Sto buttando tutto quello che ho costruito per uno che ha appena avuto un collasso a causa di tutto quello che si è bevuto e fumato! Come posso star facendo tutto questo?! Mi ritrovo a piangere con la schiena appoggiata al retro del bancone, seduta in terra, con Rebekah in piedi accanto a me, che tra un Martini e l'altro mi passa un'oliva. Sono troppo impulsiva, ossessiva. Il problema è che lo sono solo se si tratta di lui.
Nota Autrice
Avevo promesso che avrei aggiornato oggi, ma ho avuto qualche problemino logistico😅 Spero almeno che il capitolo sia stato all'altezza delle aspettative. Nei prossimi due capitoli ci sarà una svolta decisiva. Chissà di cosa si tratterà? 😆 Domani ricontrollerò eventuali errori🤓
Baci, Ally😘
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Broken Strings || Rederica #Wattys2017
FanficLei: Federica Carta, ragazza che ha appena perso genitori e sorella in un incidente stradale. Lui: Riccardo Marcuzzo, o meglio Riki, cantante appena uscito da un talent. Sta riscuotendo un grandissimo successo in tutta Italia e tutte lo amano... Qua...