21-Imbranato

1.4K 95 13
                                    

Sto spostando una cassa di bottiglie, in modo da averle a portata di mano quando la quantità di clienti aumenterà. Sento una persona sedersi su uno sgabello, cosa che sarebbe impossibile tra qualche ora, quando la musica sarà talmente alta da farmi scoppiare il cervello. Alzo lentamente lo sguardo e riconosco i lineamenti del dj. -Arthur?- Mi alzo in piedi e mi guardo intorno confusa. -Non sapevo che saresti stato te il dj della serata- Continuo, appoggiando le mani sul bancone di acciaio.

-E io sinceramente pensavo che non ti avrei più trovata qui- Afferma, giocherellando con i braccialetti di corda, che ha al polso. -Per quale motivo? Credevi che mi avrebbero licenziata?- Inizio a ridere, ma la sua risposta mi fa gelare il sangue nelle vene. -No, affatto. Semplicemente perché meriti di meglio. Sei sprecata per stare dietro a questo bancone-

-Ti ringrazio. Molte persone me lo hanno detto, ma non sono riuscita a trovare di meglio- Scrollo le spalle e tolgo i bicchieri dalla lavapiatti. -Guarda che sono serio... Non lo sto facendo per rimorchiare, o almeno non solo- Una tazzina mi cade di mano e sbatte sul bancone di metallo. Per fortuna non si è rotta!

-Senti, Arthur... Io sono già impegnata- Spiego, sperando che non mi chiede con chi, dato che ho una "relazione segreta" con un cantante. -E chi sarebbe il fortunato?- Ecco appunto. Ma come una grazia divina, uno dei tecnici del suono si avvicina a noi, chiamando Arthur. -Non finisce qui, ragazza del treno- Alzo gli occhi al cielo e mi concentro su un cliente che si sta avvicinando.

-Cosa volevi da Arthur?- Chiedo al tecnico, vedendo il dj andare su tutte le furie. Sta parlando con il direttore, che pare gli abbia appena dato un'importante comunicazione. -Mirko voleva avvisarlo che c'è stato un cambio di programma. Pare che un personaggio importante abbia richiesto di cantare qualcosa... Non so dirti altro- Mi volto e torno al bancone. Arthur si è messo alla console e non mi ha neanche guardata. Meglio così del resto!

La serata si è animata moltissimo ed essendo venerdì sera credo ci sia il triplo di confusione rispetto al solito. Preparo un vassoio pieno di Mojito, aggiungendo alla fine una fogliolina di menta in ogni bicchiere. Faccio cenno ad una mia collega di portarlo al tavolo, in modo da potermi concentrare sulla preparazione di un altro ordine. Diciamo che le ore centrali, quindi la fascia oraria che va da mezzanotte alle 3:00, sono molto frenetiche. Non c'è neanche il tempo per respirare: si passa da ricaricare il contenitore del ghiaccio al tagliare la frutta per i cocktail. -Fede, mi prepari due vodka alla pesca e due shottini di vodka liscia?- Mi chiede Matteo, lasciando sul bancone il fogliolino dell'ordine. Come avrete sicuramente capito, durante il weekend c'è anche il servizio al tavolo, e questa è una delle cose che incasinano di più lo svolgimento del lavoro. Prendo il bigliettino e preparo i quattro bicchieri sul vassoio. Riempio i più piccoli con il liquido trasparente, simile all'acqua solo per colore. Mentre sto preparando gli altri due, sento la musica spegnersi di botto.

Alzo lo sguardo verso la pista, provando a capire cosa stia accadendo. -Stasera c'è stato un cambio di programma...- Spiega Arthur, avvicinando le labbra al microfono, per poi sistemarsi le cuffie. Scrollo le spalle, senza però riuscire a spostare lo sguardo dalla sua postazione. Mi rendo conto di avere la bottiglia in mano, così concludo l'ordine in qualche secondo, aspettando di capire quale sia il "cambio di programma". La pista è diventata buia e una melodia lenta risuona nel locale. Ma questa è Imbranato di Tiziano Ferro... Non è il genere di musica che viene suonata di solito.

-Scusa sai se provo a insistere
Divento insopportabile
Ma ti amo, ti amo, ti amo- Alzo lo sguardo e cerco di capire come sia possibile che io stia sentendo la voce di Riccardo. Okay che ormai lo sento ovunque, ma adesso la cosa diventa un po' sospetta.

-Ci risiamo vabbè, è antico, ma un ti amo- Si ferma per qualche secondo ed io mi rendo conto di averlo a pochi metri di distanza.

-E scusa se ti amo e se ci conosciamo
Da due mesi o poco più- Sono due mesi che ci conosciamo...

-E scusa se non parlo piano
Ma se non urlo muoio
Non so se sai che ti amo- Scende dal palchetto e una luce lo segue nel suo percorso. Ad un certo punto sento tutti gli sguardi puntati su di me, ma soprattutto il suo.

-E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo,
Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto- Mi prende la mano e mi fa l'occhiolino.

-E sono qui che parlo emozionato,
E sono un imbranato- Un coro di applausi si alza nella stanza ed io sono sicuramente paonazza. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non scoppiare in un pianto di gioia. -Io andrei a baciarlo!- Mi grida Rebekah, facendomi cenno di andare da lui. Da quando è diventata buona? Le sorrido e seguo il suo consiglio. Cammino verso la fine del bancone, per poi avvicinarmi a lui con lo sguardo basso. Arrivo davanti a lui e noto che i suoi occhi sono lucidi.

-Hanno occhi solo per te- Sussurra, spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio. -Credo che stiano guardando te- Affermo imbarazzata, stringendo la sua mano, rimasta ferma sulla mia guancia destra. -Allora sono io ad avere occhi solo per te- Sorrido, abbassando lo sguardo ancora una volta. -Stai tremando- Continua e io torno a fissare quei suoi occhi stupendi.

-Sei tu a farmi questo effetto-

-Quindi i tuoi occhi luccicano per lo stesso motivo?- Si avvicina a me ed io non ho nessuna intenzione di allontanarmi. -E anche i tuoi luccicano per lo stesso motivo?- Ribatto, per poi spostare le mie braccia dietro il suo collo e baciarlo.

-Posso portarti via con me?- Chiede una volta concluso il bacio. -Sinceramente credo di non aver finito il turno- Ammetto, leggermente in difficoltà.

-Questo è tuo- Mi porge un foglio ed io cerco di capire di cosa si tratti, nonostante la luce praticamente inesistente renda il tutto molto complesso. -Mi hai iscritta al terzo anno di università?- Non so se ridere o piangere... Io direi entrambi.

-So che non vuoi! So che non vuoi sentirti un peso, ma posso assicurarti che sarebbe l'ultima definizione che potrei dare di te in questo momento! Mi stai cambiando la vita, Federica, e io esigo che tu mi permetta di fare lo stesso con la tua! Quindi adesso te prendi questi fogli- Mi porge il mazzetto di carta, per poi continuare. -E quando torniamo dalla nostra vacanza, perché tu verrai in vacanza con me, andrai all'università! Non ti obbligherò a lasciare il lavoro, anche se questo è ciò che sto sperando con tutto me stesso. Ti lascio la libera scelta. Per stasera, però, vieni via con me- Mi prende per mano, per poi fare un cenno al mio capo, che ricambia. Era già tutto organizzato... Non ho la forza di guardare il volto di Arthur, ma sento comunque il peso del suo sguardo su di me. Risolverò questo problema quando tornerò qui.

-Grazie- Mi fermo e lui fa lo stesso. -Ti amo, Federica- Ribatte, prendendo le mie mani tra le sue. -Credo di amarti anche io, Riccardo-

Nota Autrice
Siamo a 10mila letture!!!! Io non ho più parole per descrivere il mio stato d'animo al momento! Tornando al capitolo, spero che vi sia piaciuto e aspetto di sentire un vostro parere sulla sorpresa di Riki!!
Allyxx

Broken Strings || Rederica #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora