11- Una proposta indecente... O forse due?

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-Ehi, fermi tutti! Di cosa state parlando?- Chiedo un pò incerta, mentre i due si scambiano occhiate un pò strane. -Stiamo parlando dell'incarico da barista che si è liberato qualche giorno fa- Risponde quello pelato, giocando con una cartellina che ha in mano.
-Più che liberato, quella tipa ci ha lasciati nei casini!- Ribatte il secondo.

-Io ho fatto la barista, ma non so se questo possa aiutare. Non ho mai lavorato in una discoteca- Scrollo le spalle, aspettando una loro risposta.

-Va benissimo così. Potresti già iniziare stasera? Per il compenso ne parliamo dopo...- Annuisco e li seguo dentro l'edificio. -Io sono Joe e lui è Mirko. Tu come ti chiami, dolcezza?- Io mi guardo un pò intorno, prima di rispondere, e la voglia di scappare sta diventando sempre più grande; però poi mi ricordo di quanto avrei bisogno di questo lavoro, qualunque esso sia. -Federica, Federica Carta- Dico, seppur poco convinta.

-Che dici?- I due si guardano fra di sé per poi spostare di nuovo lo sguardo su di me. -Acqua e sapone, carina e timida...- Afferma Mirko, facendomi quasi una radiografia. -Io...-Provo a dire qualcosa, ma Joe mi interrompe. -Secondo me va bene... Senti, un periodo di prova-

-Scusate, ma in cosa consisterebbe questo lavoro?- Chiedo, mentre vedo Mirko allontanarsi e sparire dietro ad una porta. -Te dovrai semplicemente fare la barista, il resto verrà da sè- Non faccio a tempo ad annuire, che anche Joe sparisce. Cosa intendeva con "il resto verrà da sè"? E' meglio non sapere... Respiro profondamente, prima di vederli sbucare insieme da dietro quella porta nera con una gruccia in mano.
-Questa è la tua divisa- Mi porge un abito che non ho il cuore di guardare per bene. -Qui ci sono le scarpe, le calze e tutto il resto. Spero che il numero vada bene- Prendo anche la busta e deglutisco. -Senti per il compenso ne parliamo a fine settimana, dopo che hai fatto qualche giorno di prova, okay?- Annuisco nuovamente, sempre più confusa. -A che ora devo venire stasera?-

-Direi verso le 22:30. Che dici, Joe?- L'altro grida un sì dall'altra parte della sala, per poi alzare un pollice in aria. -Okay. Allora a stasera-

-A stasera, dolcezza- Quanto odio questi nomignoli... -Ah, e Federica!?- Mi volto di nuovo verso di lui, provando ad immaginare cosa mi possa voler dire.
-Truccati un pochino di più... Il mascara esiste per essere passato sulle ciglia, ricordatelo-

-Certo, certo- Rispondo, prima di percorrere a passo svelto il corridoio. Niente contratti seri. Niente norme di sicurezza. Dove sono finita? L'unica cosa a cui devo pensare è che almeno ce l'ho. Esco fuori e respiro profondamente l'aria milanese. Certo che non avrei mai creduto di trovare lavoro così presto! Adesso devo soltanto trovare il modo di andarmene da quella casa. Inoltre dovrei giustificarmi del fatto che passerò ogni singola serata fuori. Giustificarmi? Ma cosa sto dicendo? Non è mica mio padre... In pochissimo tempo mi trovo di nuovo davanti alla porta dell'appartamento di Riccardo. Busso e mi apre il suo amico.

-Sei tornata- Sorride e sento una voce arrivare dal soggiorno.

-E' chiaro. Altrimenti dove avrebbe dormito? Per quello che mi risulta, non ha altre alternative al momento- Sbuffa lo stronzo. -E' qui che ti sbagli!- Mi rivolgo a Riccardo, per poi prendere la mia valigia, ancora nella stessa posizione di ieri sera.

-Io me ne vado! E adesso posso anche dirti che sei uno stronzo! E che credi di essere arrivato, ma in realtà non sei nessuno!- Apro la porta, ma aspetto qualche secondo a sbatterla dietro di me.

-Ah, vaffanculo Riccardo!-  Sento il suo amico dargli del coglione ed io non posso far altro che dargli ragione. A parte gli scherzi, adesso dove vado? Scendo le scale, provando una grande repulsione per quell'ascensore, dove sono salita con quell'essere spregevole.

-Ehi ferma!- Sento dei passi dietro di me e mi volto, non riconoscendo la voce di Riccardo. Ed infatti è il suo amico ballerino. -Federica, giusto?- Annuisco, poggiando la valigia su uno scalino.

-La mia vicina di pianerottolo, affitta il suo appartamento, perchè ha deciso di trasferirsi a casa della figlia. Non l'ho mai visto personalmente, quindi non posso garantire niente. Nel caso ti interessasse, per l'affitto posso aiutarti io per i primi mesi, così che ti potrai sistemarti per bene. E tranquilla, non dirò niente a Riki-

-Perchè stai facendo tutto questo?- Chiedo, guardando fuori da una vetrata presente vicino alle scale.  -Perchè credo che tu gli davvero abbia sconvolto la vita e soprattutto perchè ho già creato la ship- Alzo gli occhi al cielo e, dopo aver ripreso in mano la mia valigia, ricomincio a scendere le scale.

-Dai, aspetta!- Si aggiusta il cappellino sulla testa, bloccandomi di nuovo il braccio. -Non capisco cosa tu voglia dalla mia vita!- Mi libero dalla sua presa e gli urlo in faccia. -Non sai chi io sia, da dove venga... Cosa vuoi da me?-

-Voglio solo aiutarti- Risponde, quasi sussurrando.

-E perchè vuoi aiutare proprio me, quando ci sono tantissime persone là fuori che stanno male?- Chiedo, cercando in ogni modo di scansarmi dalle sue mani.

-Perchè disgraziatamente sei tu che gli hai fatto perdere la testa- Le sue mani sono sulle mie spalle e questa cosa non mi piace per niente. -Non credo che io gli piaccia... Ci odiamo-

-Vabbè, lasciamo perdere lui. Posso accompagnarti almeno a vedere quella casa?- Ci penso qualche secondo e poi annuisco sfinita.

-Ehi, che cazzo state facendo?- Io questo lo dovevo ammazzare il primo momento in cui l'ho visto, a costo di essere a mia volta uccisa da una centinaia di ragazzine.

-Me lo sto scopando qui per le scale, qualche problema?- Ribatto con una sicurezza tale da lasciarlo senza parole. -Vai a farti fottere, Riccardo! Vai a farti fottere-

-Se vuoi avere tu l'onore di farlo, sei ben accetta- Ma, secondo voi, se lo ammazzo qui, mi mettono in galera? -Sai, vero, che potrei prenderti a schiaffi?-

-Ragazzi...- Andreas prova a mettersi nel mezzo, ma entrambi gridiamo all'unisono. -Non intrometterti!- Socchiudo gli occhi per la rabbia e mi rivolgo a Riccardo. -Non ripetere ciò che dico io!- Ma poi mi rendo conto che anche lui sta dicendo le stesse cose.

-Ti giuro che un giorno ti ammazzo- Mi avvicino a lui e fisso quella faccia da schiaffi, che fa perdere la testa a migliaia di ragazzine. -Ed io ti giuro che un giorno ti bacerò- Faccio per tirargli uno schiaffo, ma lui blocca la mia mano e sorride soddisfatto. Però non ha calcolato il fatto che ognuno di noi ha due mani. Gli tiro una pacca sul collo e gli faccio l'occhiolino. -A differenza del resto del mondo, ti tengo testa, caro Riki- Andreas mi sta guardando stupito ed io gli faccio cenno di seguirmi. Lo vedo voltarsi e dire qualcosa a Riccardo. Io scendo le scale di questo palazzo e giuro di non essere mai stata orgogliosa di me stessa come lo sono adesso.

Nota Autrice
Come vi è sembrato? Ha fatto bene Fede ad accettare? Chissà come andrà la serata? E quanto è carino Andreas😍? Commentate!!
Voglio inoltre ringraziarvi per il vostro continuo sostegno! Siamo già #503 in FanFiction!!
Allyxx

Broken Strings || Rederica #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora