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Uscirono da quell'ospedale dopo un'intera settimana, ma adesso Jungkook stava bene, stavano tutti bene.

Anche Irene era rimasta lì con loro, non aveva voglia di lasciare il suo fratellino da solo dopo tutto quello che era successo, e poi aveva fatto l'abitudine a vederlo con Taehyung. Non le dava affatto fastidio dato che adesso il suo unico pensiero era Hoseok, e come la facesse sentire.

Quel giorno arrivarono a casa tutti in orari diversi: prima Irene, che aveva passato la mattinata fuori per cercare un lavoro, poi Taehyung, ed infine Hoseok e Jungkook in ritorno da scuola.

Una volta dentro l'appartamento Jungkook sorrise nel sentire l'odore della cucina della sorella, ma senza neanche pensarci si avviò subito verso la sua stanza, curioso di vedere Taehyung.

Lo aspettava sempre lì, ed era in un certo senso felice di questo.

Non poteva chiedere di meglio.

Una volta aperta la porta corrugò le sopracciglia nel notare che fosse tutto buio, ma comunque entrò, chiudendosi la porta alle spalle.

«Tae? Perché hai chiuso tutto?
Non vedo niente...» domandò confuso, iniziando a camminare alla cieca verso il letto, con le mani in avanti.

E Taehyung sorrise nella penombra.

Sorrise perché in quell'istante Jungkook gli aveva ricordato la prima volta che era salito nella sua auto, quando gli aveva scritto per messaggio se avesse potuto chiudere gli occhi.

E nulla era cambiato da quella scena in giardino a quella che gli si presentava ora davanti.

Jungkook, anche se era più alto e muscoloso adesso, restava pur sempre un bambino.
Un tenero e piccolo bambino di cui lui doveva prendersi cura.

Si alzò, infatti, dalla sua postazione per raggiungere l'altro da dietro, abbracciandolo subito e poggiando il mento contro la sua spalla.

Jungkook a quel contatto improvviso sobbalzò piano prima di lasciarsi andare ad una piccola risata.
«Hyung, che ti prende?»

Ma Taehyung non rispose, semplicemente aumentò la stretta sul corpo del minore e poi premette il pulsante 'play' sul telecomandino che aveva in mano.
Tempo di pochi secondi e la stanza venne riempita da una melodia.

Una melodia che a Jungkook sembrava meravigliosa, seppur sofferente.

Non riusciva a capire cosa stesse accadendo, ma non appena la voce del maggiore iniziò ad uscire in quel modo dalle casse dello stereo Jungkook capì.

E si ricordò tutto di quella sera.

«Tae? L'hai scritta tu?»

«Sì...è per il corso di musica. Non è ancora finita, però.
Ti piace?»

«È...oddio, è bellissima.
Che titolo le darai?
Me la farai sentire?»

«Uhm...Stigma.
E certo, te la farò sentire non appena sarà finita. Sarai il primo.
Te lo prometto»

Gli occhi del più piccolo si riempirono in pochi istanti di lacrime dopo che quel ricordo gli attraversò la mente.

Taehyung aveva davvero aspettato tutto quel tempo per fargli sentire quella canzone, la sua canzone.

L'aveva aspettato, non aveva dimenticato mai nulla.

Now cry
It’s only that I’m very sorry towards you
Again, cry because I couldn’t protect you

Too bad, but it's too sweet || VKook (Ita) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora