37

4.1K 427 268
                                    

Una volta rientrato a casa, Jungkook, trovò sua sorella seduta sul divano.

Stava sicuramente giocando con qualche stupido gioco di cucina che lui tanto odiava, ma la trovava comunque adorabile in quel momento.

Non sapeva come iniziare quel discorso, non sapeva come fargliela prendere il meno male possibile, ma doveva farlo.

Per questo le si avvicinò piano prima di decidersi a parlare.

«Noona...possiamo parlare?» domandò con il capo basso.

«Uh? Che c'è? Il mio fratellino ha ancora bisogno di me per qualche consiglio? Non sei cresciuto, Jungkookie? Dovresti già sapere come comportarti con le ragazze» ridacchiò lei, posando nello stesso istante il cellulare.

«Non...si tratta di ragazze.
Non si tratterà mai di ragazze, noona...» rispose un po' in imbarazzo, passandosi una mano sul viso.

E solamente davanti quella scena Irene capì.

Capì tutto quanto, ma comunque fece finta di nulla, lasciando parlare Jungkook.

«Vieni qui, siediti e raccontami tutto» e nonostante il pensiero di quello che fosse successo, il suo tono risultò essere sempre incredibilmente dolce.
Cosa che fece sentire Jungkook ancora più in colpa.

«Vedi...io non... Non so come dirtelo» sussurrò a capo chino, accennando anche un sorriso triste.

Lei sorrise, tirò un piccolo sospiro e: «C'entra in qualche modo Taehyung, vero?» gli domandò, portando una mano ad accarezzargli il capo.

Il minore, in un primo momento sgranò gli occhi, ma poi annuì, sconfitto.

«Sì...noona, vedi...io e Taehyung... » iniziò, sempre a capo chino «noi...ci vediamo...» concluse, con tono incerto.

«Vi...vedete? Okay...cioè... Non c'è niente di male se volete essere amici, non me la prendo mica!» disse lei sorridendo, pattando dolcemente il capo del più piccolo.

Ma lui subito strizzò gli occhi e, preso da un attimo di coraggio, disse.

«Noona, io e Taehyung usciamo insieme»

E ci fu soltanto un silenzio straziante a seguire.

Jungkook neanche pensava di aprire gli occhi e, Irene, non riusciva ad aprir bocca.

Soprattutto perché aveva visto il padre entrare in salotto proprio in quel momento.

«Cosa?» tuonò la voce dell'uomo, avvicinandosi a grandi falcate verso il divano dove erano seduti i due figli.

«Jungkook, credo di aver sentito male» continuò, l'uomo.

Jungkook iniziò a tremare, non voleva farlo sapere a suo padre, non così almeno.
Per questo alzò lentamente lo sguardo per incontrare quello di suo padre.

«Appa, io--» ma non ebbe il tempo di finire quella frase che un grosso e potente schiaffo gli arrivò dritto in faccia.

Irene subito lanciò un piccolo urlo, allontanando subito dopo il padre dal fratellino.

«Appa! Non serve fare così! Non c'è niente di male!» urlò ancora, avvicinandosi subito dopo al fratello per controllargli il viso.

E Jungkook, senza rendersene conto, iniziò a piangere.

«Non c'è niente di male? È un frocio! Io non ho fatto tutti questi sacrifici per farti venire su così sbagliato!» urlò arrabbiato l'uomo, catturando così l'attenzione della signora Jeon e di Hoseok che stavano preparando da mangiare in cucina.

«Che sta succedendo?» domandò preoccupata la donna, avvicinandosi al figlio in lacrime.

Hoseok restò immobile davanti a quella scena e, con lo sguardo, cercò di domandare ad Irene cosa fosse successo.

«Tuo figlio è un frocio, e se la fa con l'ex di tua figlia, ecco che succede!» continuò infuriato, l'uomo.

Hoseok lanciò uno sbuffo e subito dopo si avvicinò a prendere Jungkook tra le braccia con tutta l'intenzione di portarselo in camera.

Ma fu, ovviamente, fermato dal padre.

«Che c'è? Sei frocio anche tu? Non ti scoperai mio figlio in questa casa!»

Ed Hoseok ridacchiò, voltandosi verso l'uomo.

«Non c'è niente di male ad essere gay, signore, ma se proprio ci tiene a saperlo, io punto di più a scoparmi sua figlia in questa casa, e magari anche da qualche altra parte» e detto questo andò in camera, lasciandosi dietro le spalle solo confusione, rabbia ed una Irene divertita ed imbarazzata da quelle parole.

Too bad, but it's too sweet || VKook (Ita) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora