Storm [koreleven]

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https://www.wattpad.com/400913903-storm-completa-capitolo-11-solo

Genere: Storia d'amore
Trama: Quando le nuvole si ammassano sopra di te, non hai scampo: e lui lo sa bene. Håbe ha solo diciotto anni, quel venerdì a Central Park. Il concerto comincia e le luci illuminano la folla ma proprio mentre lei chiude gli occhi per assaporare appieno la musica, viene spinta in malo modo.
I suoi occhi verdi cozzano contro delle iridi blu profonde come l'oceano.
E' questo il primo incontro tra lei e lo Sconosciuto, un ragazzo molto particolare, che nasconde diversi segreti. Un ragazzo che non ha nemmeno un nome: non lo ha mai rivelato a nessuno. Neanche i suoi amici o gli altri membri della sua band, i "Fourth-off July", sanno come si chiami.
Un ragazzo apatico e disinteressato della vita, dell'amore. Un ragazzo senza più un briciolo di speranza.
Riuscirà Håbe a far tornare l'arcobaleno nel suo cielo pieno di nuvole?
O quando meno se lo aspettano, verranno entrambi sopraffatti dal Niente che caratterizza il ragazzo?
Tra giornate in compagnia, testi di canzoni, qualche scatto, nuovi e vecchi amici e notti sotto le stelle, questi due si rincorreranno tra la gente: a tratti anche perdendosi.
Il punto è: riusciranno a trovarsi per poi restare insieme?
"You said you liked storms, so I let you in"

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Approfitto di questa recensione per parlare di un aspetto talmente fondamentale che finora è sempre passato sotto silenzio: l'ambientazione.
Ci sono mille discussioni a riguardo, e specialmente nel grande ambito delle storie d'amore tra ggiovini ambientate ai giorni nostri un grande razzismo per alcune location (L'america, su tutte).

Le scuole di pensiero si sprecano: alcuni credono che bisognerebbe scrivere solo di luoghi che si conoscono personalmente (ma se così fosse, addio fantasy e fate spazio alle intricate vite degli elfi di Concorezzo), altri che l'importante è scegliere un luogo che, se esiste davvero, non deve fare altro che essere evocativo e/o di moda e/o fighetto per fare il suo dovere senza dover essere realmente caratterizzato (può essere una scelta ma l'utilizzo di mete particolarmente inflazionate tende a provocare più insofferenza che interesse), altri ancora si creano studiando una solida base di conoscenza del luogo fino a conoscerne la planimetria come quella del proprio materasso (lodevole, ma poi quanto influisce la voglia di mostrare la propria preparazione sulla scorrevolezza della storia?). E poi Italia sì, Italia no (Italia gnamme, se famo du spaghi?)

Allora, la domanda da un milione di Autan -perché d'estate un antizanzare vale più dell'oro- è: ha davvero tanta importanza lo scenario in cui andiamo a collocare la storia?
So che vi aspettate un secante sì, ma mi appello a un democratico dipende. Da cosa? Dal ruolo, se non addirittura significato, che l'ambientazione avrà all'interno della storia, per voi e auspicabilmente nel lettore.
Ho letto romanzi dall'impostazione talmente incentrata sui personaggi da rendere il setting irrilevante (esempio esplicativo: Orgoglio e Pregiudizio. In quante salse diverse abbiamo visto trasporre la trama, senza che venisse snaturata?), altri senza i quali la storia non si regge in piedi (esempio esplicativo: Cime Tempestose. Spostatelo da lì e crolla tutto il libro), altri ancora in cui l'ambientazione è talmente intrecciata alla storia da permearla fino a diventare un vero e proprio personaggio (esempio esplicativo: Vanità di potenza, alla cui genesi ho assistito personalmente e che per la cronaca potete leggere proprio su Wattpad).

Perché tutto questo pippone sugli scenari?, si chiederà l'autrice di oggi e forse non solo lei. Ebbene, qui l'ambientazione viene proposta come fondamentale per la trama, ma con l'andare avanti della storia resta poco di New York negli occhi del lettore, e le continue rimbeccate all'America risultano un po' forzate e alla lunga generano una leggera e sopracitata insofferenza, proprio per l'importanza che si intravede esistere nella mente dell'autrice ma non nelle pagine da lei scritte. Esempio esplicativo anche qui? Il man che fa da nomignolo del protagonista maschile viene ripetuto più o meno da tutti più o meno di continuo, e il fatto che il nome di lei sia ulteriormente straniero ma possa diventare una innocente presa in giro se storpiato in modo da essere tradotto in inglese (la spiegazione, sebbene esposta in modo molto chiaro, nel contenuto si fa un po' contorta, non credete?). Questo non significa che l'ambientazione vada necessariamente spostata da New York, beninteso: se però per te é importante come credo di capire, autrice, ti suggerirei di darle uno spazio maggiore e studiare qualche espediente narrativo diverso per renderla più vivida.

Per quanto riguarda il resto della storia, va riconosciuta a questo lavoro una scrittura -e una struttura!- ben più accattivante della media del genere (che come sapete mi resta un po' indigesto, ma gli autori della seconda lista sono stati ben avvertiti del pericolo e si sono gettati nella piscina dei miei gusti di loro spontanea volontà); purtroppo, si adagia sui comodi binari dei suoi simili nel riproporre passati travagliati, redenzioni d'amore e protagonisti che iniziano il loro cammino insieme stando sempre appiccicati grazie a fortuiti casi del destino mentre vorrebbero solo ignorarsi (autori di oggi, cosa avete contro l'attrazione a prima vista? Se uno carino mi tira mezza occhiata in metro poi lo cerco sul vagone per una settimana!)
Bene, insomma, ma ancora non benissimo.

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