Lame di sangue - Oscurità [Calypso212]

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https://www.wattpad.com/story/102328805-lame-di-sangue-oscurit%C3%A0

Genere: Paranormale
Trama: Il Giappone è una terra di cambiamento, una terra fatta d'onore e sacrificio.
Una terra in cui ognuno è disposto a sacrificarsi per la propria patria e per il proprio onore, ma è anche una terra dove i demoni passano inosservati. Si nascondono, fra i pilastri dei templi, sul bordo di una finestra, sulle soglie di una casa. Persino all'interno del grembo materno.
La mitologia Nipponica ci insegna che queste creature esistono a migliaia, di differente aspetto e indole, alcune temibili e altre meno.
All'ombra della notte, rischiarati dal chiarore della luna, coloro che vengono chiamati col nome di Shinigami si battono per difendere il proprio paese e la propria gente, battendosi contro gli Yokai.

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Per la recensione di oggi voglio prenderla  larga (ma larga parecchio, mettetevi comodi), e partire da una riflessione generale che mi frulla in testa da un po’: gli scrittori di Wattpad sono una cerchia molto viziata.

Non voletemene, non ve lo dico con cattiveria; ma fate parte di un mondo di aspiranti scrittori che leggono e interagiscono – per ammissione privata o pubblica- al 99% solo per essere letti e scovati in cambio, e diciamolo, il cerchio di letture o presunte tali (dai, siamo tra amici, ammettiamo anche questo) si perpetra ad un ritmo da far girare la testa.
Quanti di voi si lamentano se il nuovo capitolo pubblicato passa un giorno inosservato? A quanti rode se il lettore di uno scambio non riesce a leggere 20 capitoli in una settimana? Quanto vi scoccia quando da un commento si capisce che un dettaglio non è stato letto o capito? E dunque, domanda finale e da un milione di assolutamente niente: che tipo di lettori credete di avere e vi aspettate di avere in futuro?

Ora: Wattpad, l’ho già detto, è un microcosmo a parte, dove per molti finisce la quasi totalità del tempo libero e dove, idealmente, si va per costruire il proprio miglioramento su fondamenta fatte di pareri costruttivi; ma partendo dal presupposto che almeno tre quarti di voi viene, alla fine della fiera, a pubblicare qui come banco di prova per pubblicare fuori, è il momento di sederci e pensare tutti insieme a chi sono i lettori medi che si incontreranno nelle librerie.
Io sono una lettrice media: estremamente veloce, ok, ma mediamente acculturata, mediamente amante della letteratura, mediamente disposta a barattare un’ora di serie tv con un’ora di lettura a seconda delle giornate (sto tenendo un profilo basso in una raccolta chiamata Circolo della Spocchia, ndr: apprezzate lo sforzo). Se un capitolo mi annoia mi capita di saltare delle righe, a volte leggo in una stanza rumorosa e la mia concentrazione è alterata. Ho un lavoro, una famiglia, degli amici, degli hobby e a breve un secondo lavoro in proprio a cui badare, e non posso permettermi di cominciare un libro e non staccarmene più per due giorni finchè non l’ho finito (l’ho già detto che sono estremamente veloce, sì?); capita, anzi, che tra una sessione di lettura e l’altra passi anche una settimana buona, e la facilità con cui riprendo le fila della storia è per me uno dei massimi criteri con cui stabilire quando un libro è buono o meno (l’altro, inizio ad accennarlo, è la difficoltà letteraria – oltre che sociale- di ricordare i nomi di persone e personaggi.  Una tara mentale,  è più forte di me).
Bello schifo, vero? Eppure, di lettori come me ne incontrerete a decine, vi auguro migliaia; non tutti vi ameranno anto da fare attenzione a ogni virgola a prescindere dalla vostra bravura, e dovete farci i conti.

Ora, con questi presupposti, torniamo alla storia di oggi: caldamente raccomandata dalla mia consulente ufficiale per le storie orientali (quindi diamo per scontato che i riferimenti culturali siano corretti), è capitata nell’accumulo di mesi in cui rispettivamente mi sono laureata, ho messo le basi per poter lavorare in proprio e sono stata promossa all’attuale lavoro: in altre parole, l’ho letta lentamente, e a intervalli più o meno regolari. Con la ENORME premessa che la mia poca memoria per i nomi diventa la TOTALE impossibilità di ricordare nomi orientali in qualsiasi contesto e anche in trame che mi appassionano, quindi sono stata bene attenta a non penalizzare l’autrice per una mia carenza, devo con rammarico dire che la sovrabbondanza di tell non aiuta a ispessire i caratteri dei personaggi tanto da permettermi di riconoscerli senza contesto solo dalle loro parole o dal loro atteggiamento; il che è uno svantaggio, in una storia in cui la trama sembra per una buona parte del libro subordinata proprio al loro approfondimento e si avvia veramente solo oltre la metà. Va detto però che superato questo scoglio si avvia con efficacia, e se anche ho faticato con i personaggi gli avvenimenti rimangono in testa anche in seduta di lettura distanti, per cui complimenti all’autrice per aver creato uno scheletro avvincente.
Nota un po’ dolente, invece, l’atmosfera generale: si è gettata in un’impresa difficile (e a livello di trama, ripeto, riuscitissima), perché quando si setta una storia in un contesto culturalmente definito come il giappone non adeguarsi all’atmosfera di tempo e luogo è un salto nel buio, ma non virando mai totalmente nel fantasy si sente la mancanza di un’atmosfera più orientaleggiante (scusate la ripetizione, ma davvero non mi viene un termine più… d’atmosfera), e il rischio è che si potrebbe trasferire nomi di battesimo e ambientazione a Kyoto come a Perugia o Los Angeles e i cambiamenti da fare sarebbero pochi.
Dato che la trama in sé mi è piaciuta, e fare una distinzione abbastanza netta tra azione e preparazione all’azione con focus sui personaggi è una scelta stilistica che non rientra particolarmente nei miei gusti ma piace ad una fetta vastissima di lettori, è proprio sull’atmosfera che consiglierei di incentrare un’eventuale nuova revisione; sarei felice di rileggere la storia una seconda volta, per gustarne i risultati.

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