Alius - il Dittico (DilettaCafaro)

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https://www.wattpad.com/story/81661990-alius-il-dittico

Genere: Fantascienza
Trama:  In un pianeta devastato da disastri ambientali, la Cupola, una struttura eretta da uomini conosciuti come "Fondatori" e dotata di avanzatissime tecnologie, è diventata l'unica speranza di sopravvivenza e di difesa contro i mali del mondo. Al suo interno, la vita scorre veloce, regolata da vecchi algoritmi e da assiomi fondamentali, gestiti dal Calcolatore Centrale. Non tutto, però, è come sembra. Ci sono segreti che le macchine non sono autorizzate a rivelare. Misteri antichi, ai quali SIRAH, l'abitante numero 97.512.008, ha deciso di dedicare la vita. L'incontro con il misterioso YUNE, un uomo tormentato e incapace di adattarsi alle leggi del Sistema, segnerà una svolta nelle sue ricerche. Lui è la chiave di tutto, è il punto di collegamento tra due realtà inscindibili. YUNE le svelerà verità che sembravano ormai sepolte, le mostrerà cosa c'è al di là del tangibile, rendendola la testimone privilegiata di un avvenimento epocale, di una scelta che andrà contro ogni previsione.

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Che tipo di cuochi siete, quando scrivete?
La domanda può sembrare assurda, ma amo leggere quanto cucinare, e nell’eterna questione della distribuzione del sapere ho notato di recente una certa somiglianza tra la preparazione di un piatto e la stesura di un romanzo; nello specifico, poi, parliamo di una storia di fantascienza, genere che non amo particolarmente (colpa principalmente di mio padre che semina per casa Urania come coriandoli a Carnevale, ndICazziDiZzichini) proprio perché è difficile trovare stesure accurate e scientificamente sensate –non che abbia particolari conoscenze in merito, ma sono spocchiosa e ticchiosa, che posso farci.

Ma torniamo in cucina. Immaginate di dover preparare un banchetto… anzi, siamo avviati verso il Natale, quindi diciamo che siete soli contro il cenone. Come procedete nella scriccina (ScritturaCucina)?
Ci sono quelli che improvvisano un po’, cucinano man mano che vengono idee e vanno a prendere gli ingredienti dalla dispensa solo nel momento in cui servono; ne escono le pietanze e  i libri più fastidiosi, sempre sull’orlo della cottura sbagliata. Per restare nell’ambito del genere di oggi, sono storie in cui le cose sono spiegate solo nel momento in cui servono immediatamente nella trama, rendendo le storie rinchiuse in blocchi un po’ slegati dove il lettore non ha la possibilità di trovare accadimenti lineari, né può azzardare ipotesi su quello che seguirà.
Abbiamo poi gli chef, che si portano avanti sulle preparazioni più complicate e hanno un perfetto senso del tempo; riescono a uscire dalla cucina con cinque piatti diversi contemporaneamente, ma se andiamo a sbirciare dietro la porta hanno distribuito il lavoro in modo da arrivare alle varie fasi della ricetta con le basi già preparate in precedenza, e in frigo a riposare in attesa del loro momento. Sono i libri, in breve, ideali.
La storia di oggi si colloca nella terza categoria: i cuochi che hanno mille cose da preparare e, per l’ansia di non avere abbastanza tempo o dimenticare qualcosa, preparano gli ingredienti di tutte le portate sul bancone e hanno sempre tutti i fornelli pieni nello stesso momento. Cosa ne esce? Anche una buona cena, senza dubbio, ma un tavolo di lavoro confusionario e una gestione più faticosa di quanto sarebbe necessario.

Il primo libro di questo dittico, allo stesso modo, ha un’idea di base saporita e una trama strutturata come il migliore degli arrosti, salando un quadro fantascientifico solido con vaghissimi echi fantasy, ma il bancone è intasato dagli ingredienti: il contesto è spiegato subito e tutto insieme, ogni dettaglio descritto, ogni termine tradotto, ogni pensiero dei protagonisti subito chiarito sul limite, a volte, dell’infodump. L’autrice prepara tutto perché il lettore possa, dopo i primissimi capitoli, avere tutti gli elementi per potersi godere la storia, forse nell’ansia di risultare –come è rischio del genere- poco comprensibile, ma con elementi già ben lineari di loro parte della bellezza della storia potrebbe davvero essere scoprire un pezzetto per volta, tenersi qualche dubbio per un po’, avere più azione all’inizio (perché la trama, sacrificata all’illustrazione della cornice, si fa attendere per qualche capitolo prima di comparire davvero) e vedersi servire nel corso dei capitoli preparazioni base da usare più avanti nel piatto principale.
Gli ingredienti di idea, contesto, svolgimento e personaggi, va detto, ci sono proprio tutti, e sono tutti di qualità (menzione d'onore ai titoli dei capitoli, e al finale perfetto per invogliare alla lettura del secondo volume); forse, perché il piatto passi da buono a squisito, vanno solo mescolati un po’ di più.

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