Amnesia - Morso Meccanico [xbondola]

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https://www.wattpad.com/story/69759625-amnesia-morso-meccanico

Genere: Fantasia
Trama: Aster si risveglia in un seminterrato: ha la testa collegata a un monitor e polsi e caviglie assicurati a un lettino da cinghie metalliche. Non riconosce il luogo in cui si trova, né conosce i motivi che lo hanno spinto in quell'interrato polveroso, ma è un'altra l'urgenza che sente insorgere dal profondo della sua mente: Aster non ricorda nulla del suo passato e una voce nella testa gli intima di scappare per sfuggire alla morte.
Muoversi tra i vicoli scuri del nono distretto è diventato rischioso, da quando misteriose sparizioni hanno cominciato a susseguirsi nel cuore della notte. I vampiri del Nove sono tesi, attoniti spettatori di una caccia che non riescono a vedere; possono solo attendere e sperare di non essere le prossime vittime di quell'ombra affamata e invisibile che li osserva, acquattata dietro gli angoli di ogni vicolo cieco, pronta a inghiottirli senza lasciare traccia.
La città di Reminio è grande e caotica, e nasconde segreti che nessuno sembra essere pronto a svelare, ma Aster ha i propri demoni contro cui combattere.
E non è solo.

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Ah, le descrizioni, croce e delizia dell'arte scrittoria. Le fazioni pro e contro sono enormi e agguerritissime, e le sfumature della questione si sprecano; sono davvero necessarie? Dov'è il limite tra troppe e poche? Sono tell? Non sono tell? Meglio qualche dettaglio o una visione d'insieme? È una questione di gusto? Ci sono regole nette di giusto e sbagliato? Toglierle impedisce di focalizzare ambienti e riflessioni? Metterle rovina il diritto del lettore di immaginare (unendolo all'annosa questione dei prestavolto, mi permetto di commentare questo punto con un sonoro PFFFF)?

Con queste spinose domande e su questi confini sottilissimi approcciamo insieme la storia di oggi.
Non si può dire che sia scritta male, perché non lo è: la trama è accattivante e pulita, svicolando brillantemente i pastrocchi che spesso si vedono quando vengono unite creature di stampo molto diverso, i protagonisti sono ben definiti, il senso di coralità strutturato con un senso. L'autrice non è partita in quarta e come viene viene, insomma. Chapeau.
La perplessità è proprio nelle descrizioni: ubique, degli ambienti, dei movimenti di ognuno, dei pensieri/sentimenti/backstory dei personaggi. Talmente presenti che in molti capitoli si possono incontrare paragrafi interi senza che qualcuno prenda parola, tanto che, lo ammetto con dispiacere e il capo ingrigito dalla cenere, ci sono stati punti in cui leggevo solo i dialoghi e saltavo a piè pari le descrizioni nel mezzo (ma vediamola dal lato positivo: volevo davvero vedere come proseguiva la storia).
Ammetto che non saprei stabilire se sia davvero solo una questione di gusti o uno stile oggettivamente pesante (non dico sbagliato per non tradire la mia sempreverde ignoranza), ma il contrasto tra uno svolgimento di trama relativamente concitato e il concreto soffermarsi continuo su ogni cosa, come se l'autrice volesse creare una sceneggiatura più che un romanzo, è innegabile -e, se si tratta di gusto, esce un po' dai canoni del mio, ma già lo sapete e non intendo farne quindi una colpa all'autrice.

Ho finito quindi i capitoli con un misto di dispiacere e perplessità, perché quando lastoria prende il sopravvento sulle descrizioni mi piace, sia come idea che come scrittura, e continuerò a seguirne l'andamento pur sapendo che in alcuni punti finirò per saltare, di nuovo, direttamente ai dialoghi; sono indecisa se consigliare una revisione in tal senso, perché so che la fazione pro-descrizioni esiste ed è ampia come quella contraria, quindi ai lettori e all'autrice, in totale serenità, l'ardua sentenza.

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