Chapter fiveteen-The Briefcase-

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Remus

Sono passati sei giorni da quando siamo usciti per la prima volta dalla Stanza delle Necessità. Non è male qui, è quasi uguale a come è l'Hogwarts del 1977. Solo che c'è il preside Dippet e non Silente ad interpretare quel ruolo. È strano, si, molto strano.

«Ragazzi io direi che è arrivata l'ora di tornare nella nostra Hogwarts...»James se ne esce così, mentre noi mangiamo la colazione che abbiamo richiesto alla stanza. Tutti ci giriamo a fissarlo, stupiti da questa sua affermazione.

«Ma cosa dici! Qui è fantastico!»ribatte Sirius continuando a mangiare la sua brioche.

«Secondo me James ha ragione, non possiamo perdere così tanto tempo dell'anno scolastico e...»ma il cervo mi interrompe con uno sbuffo.

«Non intendevo quello Rem. Ti ricordo che quando torneremo capiteremo nel punto in cui siamo andati via, perció nello spogliatoio dello stadio. Io intendevo che non voglio creare casini in questa era.»spiega lui tranquillo.

«Ma siamo usciti una sola volta e abbiamo incontrato Newt!»esclama Peter facendosi sentire.

«Incontrato è un parolone eh...»dico io con ironia mentre il mio sguardo si rivolge direttamente a Sirius. Anche gli altri due lo guardano mentre lui ci scruta non capendo.

«Che volete da me? Io ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente! Quando incontro qualcuno di fastidioso faccio così!»si giustifica lui lasciando l'ultimo pezzo di brioche e incrociando le braccia al petto da finto offeso.

«Anche io ti stavo antipatico quando mi hai visto la prima volta sul treno ma non mi hai tirato un pugno!»aggiunge James alzando gli occhi al cielo e tirando fuori il boccino, facendolo passare da mano all'altra e volteggiare intorno alla sua testa mentre lui lo guarda ammirato come se fosse la cosa più importante della sua vita. Beh, in realtà lo è.

«Si è vero mi stavi sul cazzo ma con te è diverso! Eri antipatico ma eri simpatico, è tutto così noioso da spiegarvi.»giustificó lui con un'alzata di spalle e una passata di mano tra i capelli, gesto che subito dopo fece anche James, come se fosse stato appena contagiato solo a guardarlo.

«Che?»chiesero in coso Ramoso e Peter mentre lo guardavano straniti e confusi allo stesso tempo.

«Questa non è una scusa, Sirius! Potevi ugualmente evitare! Ringrazia il cielo che Newt è un bravo ragazzo e che poi ha avuto la volontà di spiegare la nostra storia o a questo punto, per colpa tua, non saremmo qui ma in qualche cella ad Azkaban, o peggio, nelle segrete!»esclamo io prendendomi la testa tra i capelli.

Infatti, subito dopo che Sirius aveva preso a pugni quel ragazzo, ovviamente l'ho sgridato, da buona mamma che sono(cosa?), e poi abbiamo deciso ad un posto per la Stanza delle Necessità e ci abbiamo trascinato il suo corpo all'interno.

Abbiamo aspettato che rinvenisse e poigli abbiamo spiegato tutto quanto. Che venivamo dal futuro e che non conoscevamo il suo nome. Lui all'inizio ci rimase un po' male di questa cosa ma poi prese a farci molte domande, come ad esempio com'è il futuro. Non gli abbiamo detto più di tanto, o probabilmente il nostro tempo sarebbe potuto cambiare.

Poi gli abbiamo chiesto in che anni eravamo e lui ci ha detto che eravamo al suo settimo anno qui ad Hogwarts, nel 1914. L'anno in cui sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale. Si, conosco la storia babbana.

Ormai ha promesso che avrebbe mantenuto il segreto ed è quasi una settimana che viene qui da noi a chiacchierare quando non ha nulla da fare. Succede molto spesso e noi gli abbiamo parlato molto poco, fortunatamente anche gli altri sono riusciti a capire che meno gli avremmo detto meglio sarebbe stato per l'intera storia del mondo magico.

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