Chapter thirtynine-Sorry-

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James

Fine aprile e noi siamo ancora qui, nella Hogwarts del 2018.

Non è male, in realtà, ma preferirei tornare nella mia era. Sono stanco di questi viaggi, portano sempre brutte notizie e allontanamenti tra di noi e la cosa non mi piace affatto.

E solitamente, come brutte notizie, si intende notizie di prossime morti premature. Come, ad esempio, quella mia e di Lily.

Lily.

Io e lei ormai non ci parliamo da fin troppo tempo. Mi manca da morire, veramente. Stavo meglio quando mi odiava che ora. In quei sette anni di odio almeno non l'avevo mai baciata... ora le sue labbra mi mancano più di qualsiasi altra cosa. Sono troppo sdolcinato, lo ammetto, ma è così.

«Ramoso, buongiorno.»mi dice Sirius vedendomi seduto sul letto, a pensare. Da quand'è che sono sveglio? Le cinque del mattino? Le otto? Boh non mi ricordo sinceramente.

«Buongiorno.»gli dico, facendo finta di essermi appena svegliato, stiracchiandomi e strofinando un occhio, improvvisando uno sbadiglio sul momento. Per fortuna sono sempre stato bravo a fingere.

«Per tua sfortuna non sei bravo a fingere di esserti appena svegliato, so che eri già sveglio.»

Ripropongo. Per mia sfortuna faccio schifo a fingere.

«Dov'è Remus?»domando poi, guardando il letto vuoto e facendo finta di non aver sentito nulla di quello che ha detto lui.

«Mh, non so. Ultimamente non dorme quasi mai qui con noi.»dice grattandosi la testa e alzandosi, andando in bagno per poi sputare nel lavandino. Lo fa quasi tutte le mattine, è disgustoso.

«Forse dorme giù con Teddy. Probabilmente vuole recuperare il tempo che perderà in futuro.»ipotizzo io e lui è d'accordo con me.

«Vado a farmi una doccia.»annuncio io, alzandomi e cercando di infilare le ciabatte. Ma non ci riesco. Riprovo ad infilarmele ma niente. Allora, dopo vari tentativi, in cui a Sirius viene quasi da ridere, prendo le due ciabatte e con tutta la forza che ho le scaglio contro il muro, per poi sostituirle col mio pugno.

«Ramoso ma che diavolo ti prende?»mi urla Sirius, subito dopo aver tirato il pugno. Cavolo, ha fatto male.

«Niente, sto bene.»dico, dirigendomi verso il bagno.

«No, tu non stai bene.»mi dice lui alzandosi e venendomi dietro, afferrando il mio polso prima che io potessi aprire la porta. Dovevo proprio sfogarmi davanti a lui?

«Che ti prende?»mi chiede poi, mettendomi le mani sulle spalle e spingendomi verso il mio letto. Mi siedo e mi metto le mani sulla fronte, sorreggendola.

«Ti ho detto che sto bene, mi sembra.»dico, pur sempre continuando a fissare il pavimento in legno, diventato improvvisamente interessante.

«È per lei, vero?»mi chiede. Ha colpito al centro.

«Per lei chi? Ci sono molte lei nel castello.»dico, facendo un sorrisetto falso. Più falso di così non si puó.

«Non fare finta che non ti interessi, James. Per la Evans.»mi rimprovera lui, appoggiando la schiena al muro.

«Non so proprio di cosa tu stia parlando.»gli mento, alzandomi e stringendo la mascella, cercando di sorpassarlo. Ma lui mi prende i gomiti e mi ferma.

«Sai benissimo di cosa sto parlando, non fare il cretino. Andiamo al punto.»cerca di dissuadermi lui.

«No, Sirius, non c'è proprio nulla di cui dobbiamo parlare.»ribatto io, di nuovo.

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