Chapters eighteen-Confession-

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Sirius

«Ma comunque non è possibile eh...»dice James grattandosi la testa, o almeno mi sembra, dato che è buio.

«Puoi stare zitto?»gli chiedo retoricamente prendendo un cuscino e sbattendomelo in faccia, avendo prima lanciato un'occhiata all'orologio da muro appeso di fronte a me.

Le tre e quarantacinque del mattino. Perfetto.

«No, tu stai zitto ed ascoltami, capito?!»grida in un sussurro lui, che si gira di scatto verso di me e mi guarda ad occhi spalancati. Cavolo, si è impazzito allora.

«Secondo te è normale?»mi chiede poi ributtandosi sul letto, o almeno è quello che sento, e fissando il soffitto con gli un sorriso. Capisco che sta sorridendo perchè, uno lo conosco da ormai quasi sette anni e due perchè da come lo ha detto sembra proprio così.

«Cosa, che tu stia ancora parlando alle quattro del mattino?! No non credo sia normale!»sbuffa Remus alzandosi un attimo a guardarci per poi ributtare la faccia nel cuscino e sospirando.

«Perchè siete tutti così rompiscatole qui dentro? Sembra che io stia facendo qualcosa di grave tipo, che ne so, rubare!»e scoppia in una risatina nervosa. È nervosa perchè, sappiamo tutti qui dentro, che rubiamo molte cose dicendo solo "la prendo in prestito ma senza ridartela". È una cosa logica, no?

«L'unica cosa che stai rubando è il tempo prezioso che ho per dormire...»se ne esce Peter, svegliandosi del tutto e sbadigliando.

«L'hai fatta grossa se sei riuscito a svegliare lui eh...»borbotta il biondo con ancora la faccia nel cuscino.

«Dai ragazzi, sono serio...»si lagna il cervo facendo in finto pianto isterico.

«Nah, lo sono io.»me ne esco io con la mia solita battutina, solo per far stare zitta la gente che nomina il mio nome invano.

«Smettila, cazzo mi fai prendere il nervoso anche tu!»grida Remus prendendo un cuscino e lanciandomelo anche se, con la sua ottima mira, prende Peter che strilla come una ragazzina ciclata che ha appena visto il suo idolo.

«Dai ragazzi, non è normale che la Evans abbia accettato il mio invito!»

Ebbene si. Quella ragazza ha accettato, probabilmente per azzittirlo una volta per tutte(anche se lo sappiamo tutti che prima o poi finiranno insieme). L'unico problema è che per non farlo parlare con lei lo fa parlare con noi, e anche troppo. E la cosa non va bene, per niente.

«Possiamo parlarne dopo?»chiede retoricamente Remus, mettendo i piedi giù dal letto e stiracchiandosi, per poi alzarsi in piedi e girovagare per la stanza, fino ad arrivare al letto di Peter e prendergli il cuscino.

«No, ho bisogno di qualc...»ma io lo zittisco, e devo dire che poi, dopo aver detto quello che sto per dire, l'attenzione si punta subito su di me.

«Zitto, mi sta venendo un'idea per uno scherzo...»tutti azzittiscono e mi fissano, o almeno è quello che mi sembra di vedere nel buio.

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Sono seduto su una panca del mio tavolo e, pur avendo già finito di mangiare e sapendo che ci sono altri ragazzi che aspettano il mio posto per sedersi, non mi alzo. Sto aspettando che i Malandrini terminino di mangiare per andare in dormitorio a prepararmi.

Loro tre mi guardano e rallentano i movimenti solo per innervosirmi.

E vogliono innervosirmi perchè loro hanno avuto il buonsenso di lavarsi e di vestirsi la mattina mentre io, con la pigrizia che non mi lasciava andare, mi sono solo cambiato.

«Dai ragazzi muovetevi! Io voglio andare!»mi lamento guardandomi attorno e battendo un piede a terra infastidito.

«Mio carissimo Felpato, noi stiamo andando velocissimi, il problema sarà tuo quando dovrai riportarci in dormitorio e costringerci ad aspettarti senza che noi non ti uccidiamo.»mi spiega semplicemente Remus mentre James annuisce con un sorriso che gli fa vedere quello che sta mangiando, che schifo, e Peter borbotta qualcosa mentre fa finta di tossire.

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