10 - Famiglia

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Mi sveglio lentamente, aprendo prima un occhio e poi l'altro, per farli abituare alla luce del sole che entra dalla finestra. La prima cosa che vedo è la mia sveglia, che segna le 11 del mattino. Non mi voglio alzare, non ancora, così mi giro dal lato opposto, portandomi la coperta sopra le spalle

'' buongiorno principessa''

Apro di scatto gli occhi, e non appena lo vedo seduto sul letto che mi osserva, senza maglietta, indietreggio fino a cadere, sbattendo il mio didietro sul pavimento

'' ti sei fatta male?''

'' no, sto bene - dico sarcastica - ma come mai già in piedi?''

'' avevo fame, ma non mi va di scendere senza di te''

Effettivamente anche io ho fame, alla fine ieri sera non ho più mangiato nulla, e adesso il mio stomaco sta brontolando. Prima di uscire dalla mia camera, cerco la maglietta più grande che ho nel mio armadio, ed anche se è un po' sbiadita dai troppi lavaggi, la lancio a Yoongi

'' indossa almeno questa''

'' perché non me l'hai data ieri sera?'' dice facendomi l'occhiolino

Non gli rispondo ed evito il suo sguardo, e sentendo che le mie guance stanno per arrossire, esco per prima dalla stanza, andando un attimo in bagno. Mi guardo allo specchio e mi sistemo leggermente i capelli, li arruffo il più possibile con le mani, mi sbottono la camicia di Yoongi, che devo ammettere ha un buon odore, e decido di fare una pazzia. Ieri sera sotto la camicia ho indossato dei pantaloni della tuta neri, ma stamattina preferisco toglierli, e lasciare completamente le mie gambe in bella mostra, Lui le deve notare. Una volta pronta scendo in cucina e vedo Yoongi di spalle, sta facendo un inchino di 90 gradi, e non so il perché. Non appena lo raggiungo mi immobilizzo. Mia madre e il signor Park si stanno presentando ad uno Yoongi con indosso solo i suoi boxer neri ed una maglietta grigia sbiadita

'' siete già tornati??'' riesco solo a dire

'' io avevo detto a tuo padre che potevamo tardare un po', ma lui non appena è finita la conferenza è voluto tornare indietro''

'' e ho fatto bene, guarda questi due. Che cosa hai fatto a mia figlia ieri sera??''

Il signor Park, diventato viola in faccia, lascia cadere la sua valigetta nera sul pavimento, e dopo essersi allentato il nodo della cravatta, afferra il bordo della maglia di Yoongi, alzandolo da terra di qualche centimetro

'' Amore!''

'' signor Park!''

Io e mia madre interveniamo per cercare di difendere Yoongi, che continua a scusarsi e ad inchinarsi davanti al padre di Jimin

'' vuoi rimanere con noi a pranzo?'' chiede mia madre per calmare la situazione

'' vorrei tanto signora, ma ho da fare a lavoro, mi dispiace ''

'' si infatti, Yoongi ha molto da fare, deve andare a lavoro anche se è domenica, e sei già in ritardo, dovresti prepararti, ti accompagno'' dico cercando di sostenere la sua bugia appena detta

Lo prendo sotto braccio e cerco di scappare il più presto possibile da questa situazione paradossale che si è creata, perché diavolo sono tornati così presto?? Gli faccio segno di seguirmi velocemente sulle scale, dove ci troviamo seduto Jimin, che si stava godendo la scena con un sorrisino stampato in faccia

'' vuoi anche i pop-corn?'' gli dico sarcastica

''no, è più che sufficiente ciò che ho visto '' si mette a ridere

Entriamo in fretta e furia in camera mia, ed inizio a scusarmi sinceramente, non sarebbe dovuto proprio succedere, ed oltre aver fatto una figuraccia con il padre del diavolo, abbiamo infranto ufficialmente un' altra regola del contratto, non coinvolgere la famiglia

'' ti devo ridare la camicia Yoongi, aspetta''

'' tienila tu quella, ci vediamo domani a scuola'' mi sorride

Lo accompagno alla porta, e dopo aver salutato mia madre e il signor Park, e dopo essersi scusato per un ennesima volta, esce di casa. Mi giro, pronta per ricevere una qualche ramanzina, ma fortunatamente mia madre riesce a calmare la situazione e mi invita ad andarmene, dicendomi che gli passerà. Faccio anche io un inchino e, dopo aver rubato velocemente un pezzo di crostata dal frigo per colazione, corro in camera mia, rischiando di inciampare per le scale. Sono finalmente al sicuro, o almeno così credevo

'' che diavolo ci fai tu qui dentro?!''

'' non posso entrare?''

'' assolutamente no!''

Si alza dal letto e si avvicina lentamente, squadrandomi dall'alto verso il basso, e poi viceversa. Lo vedo soffermarsi sulle mie gambe scoperte, e sul mio collo. Cerco di non indietreggiare con lui, anche se è dannatamente vicino, cerco di sostenere il suo sguardo

'' tutto qui quello che ti ha fatto?'' dice indicando schifato il singolo succhiotto sul mio collo

'' non sono affari tuoi ''

'' non ti ho sentito molto urlare ieri sera '' avvicina il suo viso al mio, è decisamente troppo vicino

'' che c'è continui ad origliare? Non ti è bastata la figuraccia di settimana scorsa?''

'' era solo per dire, ciò significa che non ti è piaciuto tanto''

'' sei veramente arrogante'' rispondo stizzita

'' credo che potrei farti urlare molto più forte, e sai che ne sono capace''

'' sei disgustoso, sei il mio fratellastro!''

'' non dirmi che non ci hai mai pensato''

E con quest'ultima frase mi lascia, uscendo di scena vittorioso, perché è così che mi sento. Se ieri sera ho vinto una battaglia di questa guerra infinita, questa mattina l'ho persa, soprattutto perché realizzo che il mio cuore in questo momento è partito per una strada che credo sia molto pericolosa.

Stepbrother  (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora