20 - Scheletri nell'armadio

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Dopo aver aiutato Yoongi ad asciugarsi, a cambiarsi, e dopo averlo costretto a mangiare una misera scodella di insalata, lo accompagno in camera sua. Mi ci vogliono una trentina di minuti per sistemare sia me che la cucina, ma una volta finito tutto, lo raggiungo in camera, non voglio lasciarlo da solo. Entro senza bussare, e mi sdraio con lui sul letto, siamo uno di fianco all'altra. La luna sta ormai per abbandonare il cielo, e le luci di una nuova giornata stanno iniziando a risvegliare la città, mentre noi siamo ancora svegli, stanchi morti. Sono successe tante di quelle cose che non ho avuto neanche il tempo di immagazzinare tutto. L'incidente di Jin, la fragilità di Yoongi, e soprattutto le azioni di Jimin, per quanto cerchi di vederlo come un semplice fratellastro, continuo a pensare alle sue parole, pronunciate dalle sue labbra, alle sensazioni che provo quando siamo vicini, e nonostante siano completamente nuove, sembrano essere così famigliari. Mi rigiro nel letto, cercando di trovare pace per almeno una paio d'ore, ma mi è impossibile, perché Yoongi continua a muoversi, a sospirare, e a tamburellare le dita sulla pancia. Mi piange il cuore nel vederlo così, mi fa male

'' Yoongi prova a dormire un po'..''

'' non ci riesco, ho troppa paura''

'' Yoongi non succederà niente.. è in buone mani'' cerco di convincerlo

'' tu non lo hai visto.. era come paralizzato, avevo un tubo in gola, era attaccato a duemila flebo'' i suoi occhi corrono veloci a destra e a sinistra, facendomi capire che sta rivivendo la scena nella sua mente

'' Oppa è normale, te lo avevo detto di non spaventarti, stai tranquillo''

'' non mi hai detto perché sai tutte queste cose''

Sono sempre stata riluttante a raccontare del mio passato, nessuno lo sa, ad eccezione di Tae. Ho sempre odiato ricevere degli sguardi di misericordia, di pietà, non li ho mai tollerati, preferisco di gran lunga essere giudicata per quella fredda e senza cuore, piuttosto che essere compatita. Sono la figlia di un divorzio, ormai non c'è nulla di male, se non fosse che mio padre ci ha abbandonato perché si è trovato una nuova famiglia dieci anni fa, e ci ha scaricate come una macchina da rottamare. È stato un pessimo marito, ma non è stato un cattivo padre, questo glielo devo concedere, anche dopo il divorzio ha sempre rispettato i suoi ''obblighi'' settimanali nell'incontrarmi, ma dopo tutto quello che è successo, mi è sembrato un debole, un uomo senza palle, che al primo richiamo della sua nuova mogliettina correva, lasciandoci di nuovo. Ho provato ad odiarlo, con tutto il mio cuore, ma purtroppo non ci sono riuscita. E forse è per questo che non sopporto parlare di lui, perché so che riaprirei una ferita che non si è mai chiusa, eppure con Yoongi sembra diverso, sento di poter essere me stessa

'' mio padre fa l'infermiere, mi ha sempre portata con se ai convegni, e anche se poteva sembrare noioso per molti, per me era il momento più bello, saper di poter passare del tempo con lui.. - sento pizzicarmi gli occhi - e niente, così ho imparato delle piccole cose che mi porto ancora dietro, sai Yoongi, abbiamo tutti degli scheletri nell' armadio''

'' se ti raccontassi i miei scapperesti''

Emette un sospiro di desolazione, gli occhi rivolti verso la singola lampadina che penzola dal soffitto, che illumina la stanza ad intermittenza, le mani giunte sul grembo a mo di preghiera, e le gambe incrociate, una sopra l'altra

'' mettimi alla prova'' sussurro

Mi giro sul fianco, sostenendomi il peso della testa con il braccio destro, per guardarlo meglio. Attimi di silenzio mi consentono di studiare la sua figura da vicino. La sua pelle candida è perfetta, non intravedo impurità, il suo fisico esile ma che mi trasmette allo stesso tempo forza, e stranamente non mi ero mai accorta avesse dei buchi alle orecchie. Sembra essere in difficoltà, capisco che vuole parlare, ma allo stesso tempo percepisco che è spaventato, così gli prendo la mano, e faccio intrecciare le nostre dita. È un contatto semplice, fatto diverse volte ormai, ma adesso mi trasmette delle emozioni strane, diverse, il mio cuore accelera leggermente, ma non c'è paragone con le sensazioni che mi provoca Jimin, anche se devo ammettere che Yoongi non mi è del tutto indifferente

'' promettimi che non scapperai..''

'' te lo prometto''

'' nella mia vita sono sempre stato solo - si gira anche lui sul fianco, per guardarmi negli occhi - e Jin hyung mi ha salvato dal baratro in cui stavo sprofondando''

'' solo? Non hai una famiglia?'' capisco di aver toccato un tasto dolente quando Yoongi scoppia in una risata isterica

'' mio padre e mia madre, se posso definirli tali, sono sempre stati contro di me, contro tutte le mie scelte, non hanno mai accettato l'idea che volessi diventare un musicista, non hanno mai accettato il mio spirito libero, la mia idea di vedere il mondo''

'' ti piace la musica Yoongi?''

'' io amo la musica - mi corregge - non posso vivere senza, vorrei che divenisse la mia professione, il mio lavoro, anche se non lo considero tale. Ma per i miei era inaccettabile, ricordo ancora la risata fragorosa di mio padre quando gli raccontai la mia passione, il mio sogno, e ricordo ancora le parole di mia madre alla perfezione

'' e come vorresti sopravvivere con la musica??''

Peccato che io non voglia sopravvivere, ma voglia vivere la mia vita. Sono rimasto a casa fino a 17 anni solo per un motivo, e quando quel motivo è scomparso sono scappato via, o meglio sono stato cacciato via. La mia vita è crollata, non avevo un posto dove andare, dove dormire, non avevo soldi, e così mi sono ritrovato chiuso in un bagno di un bar, di uno squallido bar, a pensare di fare una pazzia. Ero solo al mondo, andare avanti non aveva alcun senso..''

'' Yoongi..''

'' ricordo la scena.. raggomitolato su me stesso, vicino alla tazza, con un pezzo di vetro di bottiglia tra le mani.. lo stringevo con forza, e la mia mano ormai tagliata perdeva sangue, che ha iniziato ad impiastrare tutte le luride mattonelle bianche. Avrei potuto farlo, ma non l'ho fatto, ho pregato per una prima ed ultima volta Dio, e gli ho chiesto di mandarmi un segno, qualsiasi cosa che mi facesse continuare a vivere..''

'' è arrivato Jin??'' sussurro con le lacrime agli occhi

'' si, è lui che mi ha salvato. Ha visto il sangue uscire dal bagno in cui mi trovavo, è entrato a spallate e mi ha aiutato ad alzarmi. Da allora non mi ha mai lasciato, mi ha fatto venire a vivere con lui, mi ha fatto trovare un lavoro nello stesso misero bar in cui ho provato a suicidarmi, e mi ha costretto a ricominciare la scuola. Jin hyung è il mio segno mandato da Dio''

'' perdonami Yoongi ma non ho ben capito una cosa.. qual'era il motivo per cui la tua famiglia era unita?''

Purtroppo non riesco ad ottenere una risposta al problema principale, perché veniamo interrotti dal suono frenetico del campanello della porta di casa. Ci alziamo, e lo osservo asciugarsi le lacrime, uscite involontariamente, lo imito. Lo vedo strofinarsi la mano sul pantalone, credo di avergliela stretta troppo forte mentre parlava, e il che le ha fatte sudare inevitabilmente, lo imito un altra volta, e lo seguo fino alla porta, rimanendo dietro di lui

'' che diavolo ci fai tu qui??'' dice con tono acido

'' sono venuto a prendere mia sorella''

Stepbrother  (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora